Lupercale

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Lupercale
Raffigurazione del Lupercale su un altare a Silvano
Civiltàromana
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Comune Roma
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 41°53′17″N 12°29′04″E / 41.888056°N 12.484444°E41.888056; 12.484444

Il lupercale era una grotta, poi divenuta santuario, dove i Romani veneravano il dio Luperco (Faunus lupercus), ai piedi del Palatino.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

In origine il Lupercale era una semplice grotta che si trovava ai piedi del Palatino. Dionigi la descrive grande, pietrosa, ricoperta di querce, con una fonte d'acqua sul fondo.[1] Tradizionalmente, il Lupercale è il luogo dove Romolo e Remo furono trovati dal pastore Faustolo, dopo essere stati abbandonati all'interno di una cesta.[2] Qui furono allattati dalla lupa.

Sito archeologico[modifica | modifica wikitesto]

Il 26 gennaio 2007 l'archeologa italiana Irene Iacopi annunciò che, probabilmente, era stata ritrovata la leggendaria grotta sotto le rovine della Casa di Augusto sul Palatino.[3] Gli archeologi hanno rinvenuto questa cavità ad una profondità di 15 metri durante i lavori di restauro del palazzo.[4]

Il 20 novembre 2007 è stato distribuito un primo gruppo di foto che mostra la volta della grotta, adornata di mosaici colorati e di conchiglie. Il centro della volta è decorato con un'aquila bianca, che è il simbolo del principato di Augusto. Gli archeologi sono ancora alla ricerca dell'entrata della grotta[5][6][7] sotto il Palatino, nei pressi del palazzo di Augusto.

La grotta, situata presso le mura del palazzo di Aurelio, tra il Tempio di Apollo Palatino e la Basilica di Sant'Anastasia al Palatino, all'altezza del Circo Massimo, si trova a 16 metri di profondità, e finora è stata solo esplorata da una telecamera sonda, la quale ha mostrato una struttura di 9 metri di altezza per 7,5 di diametro, con le pareti decorate a mosaici e al centro l'aquila augustea.[8]

Alcuni archeologi hanno condiviso l'identificazione di questa grotta con il Lupercale,[9] altri invece hanno espresso parere diverso,[10] identificando il sito come una fontana o un ninfeo.[11]

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Sia Ovidio che Plutarco offrono due possibili spiegazioni del termine "Lupercale", che deriva:[12][13]

  • dalla lupa che allattò Romolo e Remo, la quale fornisce il nome prima alla grotta e poi al rito dei Lupercali,
  • dal culto dei Lupercali, i quali sarebbero il corrispettivo latino delle feste greche chiamate Licee. Infatti entrambe contengono il termine "lupo" nell’etimologia.

Interpretazione[modifica | modifica wikitesto]

Dal punto di vista politico il Lupercale rappresenta il simbolo del nazionalismo romano, mentre ritualmente appare come il luogo di contatto tra l'elemento albano e l'elemento etrusco rappresentando due fasi di civiltà precedenti alla fondazione di Roma e le cui influenze dovevano confluire nel rito romano.[14][15]

Ricostruzioni e studi sulla localizzazione del sito[modifica | modifica wikitesto]

Il Lupercale viene collocato nei pressi del fico ruminale.[12] Già Velleio Patercolo riferisce del Lupercale, situato ai piedi del Palatino.[16]

Anche gli umanisti si occuparono della questione:

Più recentemente, Gioacchino De Angelis D'Ossat affrontò il problema geo-idrologico della zona del Palatino, studiando le acque sotterranee per affiancare la ricerca archeologica del luogo del Lupercale, tradizionalmente provvisto di una sorgente.[19] Questa ricerca ha dimostrato che originariamente il Palatino era soggetto all'erosione da parte delle risorse idriche sottostanti e l'azione umana contribuì all'estrazione di materiali rocciosi. Il Lupercale doveva essere scavato in un materiale resistente, quale:

  • tufo litoide da costruzione
  • tufo granulare
  • ghiaia, adeguata alla presenza di una fonte.

La ricerca della grotta doveva quindi considerare l'insieme di questi fenomeni e secondo Gioacchino De Angelis D'Ossat il luogo più adatto si trovava nell'area nord-ovest del colle, in relazione a un banco ghiaioso.[20]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, I 32.4.
  2. ^ Treccani,  Lupercali.
  3. ^ Oltre alla direttrice degli scavi, l'archeologa Irene Iacopi, hanno contribuito il sovrintendente delle Belle Arti Angelo Bottini, l'archeologo Andrea Carandini e il curatore del supporto scientifico Giorgio Croci.
  4. ^ Maria Cristina Valsecchi, Sacred Cave of Rome's Founders Discovered, Archaeologists Say, in National Geographic News, National Geographic Society, 26 gennaio 2007. URL consultato il 20 novembre 2007.
  5. ^ Ariel David, Sanctuary of Rome's 'founder' revealed, in Associated Press, Yahoo! News, 20 novembre 2007. URL consultato il 20 novembre 2007.
  6. ^ Victoria Jaggard, Photo in the News: Grotto of Rome's Founders Revealed, in National Geographic News, National Geographic, 20 novembre 2007. URL consultato il 21 novembre 2007.
  7. ^ Articolo Reuters sul ritrovamento (XML), su today.reuters.it. URL consultato il 21 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2007).
  8. ^ Articolo su La voce d'Italia (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2007).
  9. ^ Andrea Carandini, Lupercale dentro quel pendio una miniera di miti, La Repubblica, 21 novembre 2007. URL consultato il 22 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2007).
  10. ^ Adriano La Regina, Il Lupercale cercatelo altrove, La Repubblica, 22 novembre 2007. URL consultato il 22 novembre 2007 (archiviato dall'url originale il 24 novembre 2007).
  11. ^ Umberto Vincenti, Il Palatino al centro, in Il Palatino e il segreto del potere, Rogas edizioni, ISBN 9788899700768.
  12. ^ a b Ovidio,  II. 410-425, 1998.
  13. ^ Plutarco,  Romolo, par. 21, 1992.
  14. ^ Marchetti Longhi,  pp. 157-172, 1933.
  15. ^ Marchetti Longhi,  pp. 365-379, 1933.
  16. ^ V. Patercolo,  I. 15, 1997.
  17. ^ F. Biondo,  p. 36, 1533.
  18. ^ A. Fulvio,  p. 48, 1588.
  19. ^ Treccani,  DeAngelis.
  20. ^ De Angelis D'Ossat,  pp. 75-86, 1934.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • De Angelis D'Ossat, Gioacchino, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  • F. Biondo, Roma trionfante, Venezia, 1544.
  • G. De Angelis D'Ossat, Per la ricerca del Lupercale, studio geoidrologico, in Bullettino della Commissione Archeologica Comunale di Roma, 1934.
  • A. Fulvio, L'antichità di Roma, a cura di Girolamo Ferrucci Romano, Venezia, 1588.
  • P. Ovidio Nasone, I Fasti, a cura di Canali, Milano, Rizzoli, 1998.
  • G. Marchetti Longhi, Il Lupercale e il suo significato politico, in Capitolium, 1933, pp. 157-172.
  • G. Marchetti Longhi, Il Lupercale e il suo significato religioso e topografico, in Capitolium, 1933, pp. 365-372.
  • Plutarco, Vite parallele, vita di Romolo, a cura di A. Traglia, Torino, UTET, 1992.
  • Velleio Patercolo, Storia romana, Milano, BUR, 1997.