Luigi Cremani

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De varia iurisprudentia criminali apud diversas gentes eiusque causis, 1776

Luigi Cremani, latinizzato come Aloysius Cremanius (Arezzo, 17 febbraio 1748Firenze, 15 dicembre 1838), è stato un giurista e magistrato italiano del Granducato di Toscana.[1] Assieme a Filippo Maria Renazzi fu uno dei penalisti di ambito accademico più rappresentativi alla fine del XVIII secolo in Italia.[2]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1748 ad Arezzo[1] nel Granducato di Toscana. Studiò diritto a Pisa sotto gli amici Leopoldo Guadagni e Giovanni Maria Lampredi e iniziò a tenere lezioni di diritto civile nella stessa università nel 1772, pubblicando opere sia di civilistica sia sul diritto romano.[1] Insegnò quindi diritto penale a Pavia dal 1775 per un ventennio, dove fu eletto rettore nel 1787 e strinse contatti con l'ambiente culturale e accademico filoaustriaco.[1]

Tradizionalista e ostile alla Rivoluzione francese, nel 1796, quando l'esercito napoleonico entrò in Lombardia, fece ritorno in Toscana; l'anno successivo fu nominato presidente del supremo tribunale penale dal granduca Ferdinando III.[1] Fautore della pena di morte, guidò i processi sommari contri i giacobini, celebrati senza avvocato difensore, in tutto il Granducato temporaneamente restaurato.[3] Nella sua opera implacabile, perseguì anche il vescovo di Pistoia Scipione de' Ricci che aveva abbracciato il giansenismo.[1]

Cremani si ritirò nel 1800 con il ritorno del governo francese in Toscana. Nel 1814, con la Restaurazione, ritornò a presiedere il tribunale penale a Firenze sotto Ferdinando III e l'anno dopo entrò nella commissione per il riordino della legge penale; nel frattempo continuò a pubblicare opere giuridiche.[1]

Morì nel 1838 a Firenze.[1]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

- ORATIO Quam VI.Kal. Jul. Anni MDCCLXXXVII Habuit ALOYSIUS CREMANI SENENSIS Juris Crimin. Profess. CUM MARIAE PEREGRINAE AMORETTIAE Oneliensi. 1777. Pg.VI,41,2,53(orazione in latino e poi in italiano)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h DBI.
  2. ^ Sergio Seminara, Il delitto tentato, Giuffrè Editore, 2012, p. 5, ISBN 978-88-14-17379-0.
  3. ^ Giovanni Ciappelli e Aurelio Puccini, Un ministro del Granducato di Toscana nell'età della Restaurazione: Aurelio Puccini (1773-1840) e le sue "Memorie", Ed. di Storia e Letteratura, 2007, pp. 17–, ISBN 978-88-8498-366-4.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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