Laumontite

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Laumontite
Classificazione StrunzVIII/J.22-50
Formula chimicaCaAl2Si4O12·4(H2O)
Proprietà cristallografiche
Sistema cristallinomonoclino
Gruppo puntuale2/m
Gruppo spazialeC 2/m
Proprietà fisiche
Densità2,25-2,35 g/cm³
Durezza (Mohs)3-3,5
Sfaldaturaperfetta in direzione longitudinale.
Fratturairregolare
Colorebianco
Lucentezzavitrea, sui piani di sfaldatura madreperlacea.
Strisciobianco quando si disidrata.
Diffusionecomune
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale

La laumontite è un minerale, un silicato (tettosilicato) del gruppo delle zeoliti. Fu scoperta dal mineralogista francese Françoise Pierre Nicolat Gillet de Laumont (1747-1834).

Abito cristallino[modifica | modifica wikitesto]

La Laumontite si presenta con dei cristalli prismatici allungati, con prevalenza del prisma, striati verticalmente. Le superfici terminali sono oblique. Si rinviene anche in aggregati massivi.[1]. La colorazione è in genere bianca, rosata o giallina. Forma aggregati fibrosi o raggiati. Quando si disidrata, i cristalli diventano polverosi e grossolani.[2] Il feldspato potassico può a volte formare pseudomorfi di Laumontite ma si distinguono facilmente per la maggiore durezza.[3]

Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]

Si forma nei geodi e nelle cavità delle rocce ignee e magmatiche sia effusive che intrusive. Si rinviene sia nelle rocce acide che in quelle basiche. Si ritrova anche in vene nelle rocce sedimentarie e in quelle metamorfiche ma anche associata a filoni di minerali metallici. I cristalli più lunghi (30 cm), sono stati ritrovati a Bishop in California, U.S.A. e in New Jersey e in Arizona (U.S.A.), in Canada a Francon Quarry. Cristallizzazioni molto belle sono state trovate in Spagna nei Pirenei orientali, nelle Ardenne in Francia, nel Canton Ticino in Svizzera, a Siegerland in Germania, nei basalti della Nuova Zelanda e nel nord della Norvegia. Si trova nei basalti olivinici dei fiordi dell’est e dell’ovest in Islanda.[4] In Italia è stata trovata negli gneiss della Val D’Ossola, nei geodi di granito di Baveno in Piemonte e nelle miniere di Montecatini della val Cecina in Toscana.[5] Famose sono le cristallizzazioni indiane nelle vescicole gassose dei basalti nel distretto di Poona.[6]

Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]

I cristalli sono leggeri, fragili e perfettamente sfaldabili. La Laumontite si presenta con trasparenza vitrea che tende al madreperlaceo; è molto delicata e di difficile conservazione: teme il contatto con l’aria secca e la luce. Al passare del tempo, diventa opaca e polverulenta per disidratazione parziale. I cristalli disidratati hanno sulle superfici un aspetto gessoso (leonhardite). Nelle collezioni andrebbe conservata immersa in acqua de-ionizzata o protetta con un velo di lacca al silicone. È solubile in acido cloridrico (HCl) con formazione di gel silicico. Nelle colate basaltiche del Deccan nel distretto di Poona si trova associata ad altre zeoliti: natrolite, scolecite, heulandite, stilbite, okenite, cabasite, apofillite ma anche a calcite e prehnite.

Usi[modifica | modifica wikitesto]

Minerale d’interesse scientifico e collezionistico.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ ”Ole Johnsen, Guida ai minerali del mondo, Zanichelli, 2006”
  2. ^ ”A. Mottana, R. Crespi, G. Liborio, Minerali e rocce, Mondadori, 2009.”
  3. ^ ”R. Hochleitner, Guida ai Minerali, Ricca editore, 2009”
  4. ^ ” K. Saemundsson, E. Gunnlaugsson, Icelandic Rocks and Minerals, Mál og Menning, 2010,”
  5. ^ ”Tschrnich, Zeolites of the world, Geoscience Press inc.”
  6. ^ ”A. Mottana, R. Crespi, G. Liborio, Minerali e rocce, Mondadori, 2009”

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Webmin, su webmineral.com.
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