KYMA Mobilità

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KYMA Mobilità
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StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà per azioni
Fondazione1947 a Taranto
GruppoKYMA Holding
SettoreTrasporto
Prodotti
Sito webwww.kymamobilita.it/

KYMA Mobilità è la principale azienda municipalizzata che gestisce i trasporti pubblici e le idrovie della città di Taranto. La società è interamente partecipata dal comune stesso.

Fa parte della KYMA Holding.

Il logo della ex azienda detentrice del TPL di Taranto, l'AMAT.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Mercedes Citaro di KYMA Mobilità.

Nel 1948, i tranvieri che operavano presso la Società Tramvie Elettricità Taranto (STET)[1], storico esercente della rete tranviaria di Taranto, costituirono la Società Tramvie e Autobus Taranto S.r.l. (STAT), una cooperativa per azioni a responsabilità limitata: si decise di eliminare progressivamente tutte le linee tranviarie e di acquistare i primi autobus, che lentamente sostituirono i tram. Dall'unione dei due percorsi tranviari esistenti nacque la linea numero 1/2[2], rimasta, tutt'oggi, asse portante del trasporto pubblico tarantino.

Negli anni sessanta, grazie al nuovo stabilimento siderurgico che funse da volano per tutta l'economia locale, l'Azienda poté operare in un contesto economico sostanzialmente positivo. Il parco aziendale della STAT contava un centinaio di autobus, tutti con la guida a destra e con la classica verniciatura esterna bicolore verde. Negli anni settanta, avvenne la municipalizzazione della società, ribattezzata AMAT, che rilevò gran parte delle vetture senza modificarne il numero di matricola aziendale: tra questi furono acquisiti diversi minibus, due Fiat 401 Cansa e numerosi Fiat 411 Cansa e Menarini[3].

A causa della forte inflazione e delle crisi petrolifere del 1973 e del 1979, si decise di limitare l'uso delle automobili private, pertanto venne disposto l'uso gratuito del mezzo pubblico per tutta la cittadinanza. In quegli anni migliorò notevolmente il servizio, sia rinnovando il parco vetture con l'introduzione di nuovi autobus (Fiat 410 Menarini e Cameri, Fiat 418 AC e AL Cameri, Mercedes-Benz O305 e verso la fine l'Inbus U210), sia costruendo pensiline alle fermate ed offrendo la possibilità di acquistare i titoli di viaggio anche a terra: iniziò così a scomparire la figura del bigliettaio a bordo dei mezzi[3].

Trasformata in Società per azioni il 12 gennaio 2001, quando l'azienda portava il nome di AMAT (acronimo di Azienda per la mobilità dell'Area di Taranto), gestisce il trasporto dei passeggeri via terra mediante autobus e biciclette, e via mare mediante motonavi che permettono collegamenti veloci tra il Mar Piccolo ed il Mar Grande, nonché con le Isole Cheradi durante il periodo estivo attraverso il ramo di KYMA Mobilità.

Dal 2003 è stato istituito il servizio di idrovie, grazie all'utilizzo delle due motonavi Clodia e Adria, acquisite dall'Azienda Consorzio Trasporti Venezia: esse collegano Piazzale Democrate a Capo San Vito, passando dal Mar Piccolo al Mar Grande attraverso il canale navigabile. Durante il periodo estivo raggiungono le Isole Cheradi attraccando al molo dell'Isola di San Pietro[4].

Dal 1º dicembre 2022, in conseguenza alla raccolta di più servizi oltre al trasporto pubblico urbano, come i pagamenti delle idrovie, pagamenti dei parcheggi ed altri servizi, il nome muta in KYMA Mobilità[5].

L'azienda oggi[modifica | modifica wikitesto]

L'azienda gestisce linee di trasporto su gomma mediante autobus prevalentemente ibridi, con una piccola presenza di veicoli elettrici ed il restante alimentati a gasolio tradizionale (a basso tenore di zolfo). Fanno parte del parco aziendale:

L'area servita è costituita dal territorio dei tre comuni di:

Ad oggi il servizio di trasporto erogato è articolato su 24 linee, con una estensione di rete di 770 km circa, di cui 640 circa in ambito urbano e 130 circa in ambito suburbano. Può attualmente contare su un parco veicoli di 165 autobus.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Oreste Serrano, Storia del Trasporto Urbano della città di Taranto dal 1885 ai giorni d'oggi, Centro Studi L'Altritalia, Taranto, 1985.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Oreste Serrano, Storia del Trasporto Urbano della città di Taranto..., op. cit.
  2. ^ La linea attraversa trasversalmente tutta la città dal quartiere Tamburi (estremità ovest della città) al centro commerciale Porte dello Jonio (estremità est della città). A partire da settembre 2023, il capolinea sia dell’1/2 sia delle altre linee dirette all’ex capolinea di Via Consiglio sono state spostate poco più avanti al nuovo Park Cimino, nuovo Park & Ride di cui i lavori sono terminati nello stesso mese, dismettendo lo storico capolinea situato in via Consiglio e creata la semplice fermata dal lato opposto del centro commerciale.
  3. ^ a b Chi siamo, su Kyma mobilità Taranto. URL consultato il 19 giugno 2023.
  4. ^ Il servizio idrovie, su kymamobilita.it.
  5. ^ Homepage Kyma mobilità, su Kyma mobilità Taranto. URL consultato il 19 giugno 2023.
  6. ^ “Linea 10 elettrica”, ecco il primo percorso a zero emissioni di Kyma Mobilità, su www.comune.taranto.it. URL consultato il 9 settembre 2023.
  7. ^ 24 nuovi MAN Lion’s City 12C EfficientHybrid consegnati a Kyma Mobilità di Taranto, su MAN4YOU, 8 gennaio 2021. URL consultato il 14 giugno 2023.
  8. ^ Roberto, Taranto fa un salto avanti in sostenibilità. Consegnati 56 ibridi Citaro, su La Città dell'Autobus, 6 settembre 2023. URL consultato il 9 settembre 2023.
  9. ^ Redazione, A Taranto 56 nuovi autobus ibridi Mercedes “Citaro” per Kyma Mobilità, su Tarantini Time Quotidiano, 6 settembre 2023. URL consultato il 9 settembre 2023.
  10. ^ Utilizzati principalmente per il servizio navetta dal porto alla città durante i periodi delle crociere
  11. ^ “Linea 10 elettrica”, ecco il primo percorso a zero emissioni di Kyma Mobilità, su www.comune.taranto.it. URL consultato il 19 giugno 2023.
  12. ^ Arrivano nuovi mezzi ecologici per “Kyma Mobilità – Amat”, su www.comune.taranto.it. URL consultato il 14 giugno 2023.
  13. ^ Kyma Mobilità: Linea 10 elettrica è il primo percorso a zero emissioni, su Cosmopolismedia - Giornale indipendente., 14 dicembre 2022. URL consultato il 9 settembre 2023.

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