Isola di San Clemente (Puglia)

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Isola di San Clemente
Il monumento con la croce, dove sorgeva la chiesa di san Clemente
Geografia fisica
LocalizzazioneLago di Lesina
Coordinate41°52′12.61″N 15°21′05.97″E / 41.870169°N 15.351658°E41.870169; 15.351658
Superficie0,00001 km²
Geografia politica
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Puglia
Provincia  Foggia
Comune Lesina
Demografia
Abitanti0
Cartografia
Mappa di localizzazione: Puglia
Isola di San Clemente
Isola di San Clemente
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L'isola di San Clemente è un'isola minore del lago di Lesina, in Puglia. Amministrativamente è parte del comune di Lesina in provincia di Foggia. Per via delle dimensioni non vi sono insediamenti né abitanti permanenti sull'isola.

Geografia[modifica | modifica wikitesto]

L'isolotto consiste nei resti di una chiesa con superficie di circa 70  per lo più sommersa e di cui emergono poco oltre il pelo dell'acqua poco più di 10 m². Al centro dei resti si erge una croce.

L'isolotto si trova circa 400 m a nord del lungolago di Lesina e dal 2016 è collegato all'abitato da una passerella[1]. Esso rappresenta il punto più elevato della costa andata poi sommersa[2].

Storia[modifica | modifica wikitesto]

I resti visibili dell'isolotto appartengono ad una villa romana, risalente al II o I secolo a.C. e dotata, oltre ad una zona residenziale, di piscine in cui si allevavano pesci e molluschi[3] e dove si produceva il garum, la salsa di pesce molto comune nella gastronomia dell'antica Roma[4].

In seguito la villa fu demolita, probabilmente durante l'incursione dei saraceni dell'870, e su questa vi furono edificati altri edifici, tra cui la cella dell'abate dell'abbazia di San Clemente a Casauria che l'imperatore Ottone I di Sassonia annoverava tra i possedimenti del monastero abruzzese nel 969.

Una cronaca medievale inoltre riferisce che una donazione dell'abate Leonate di San Clemente a Casauria permise l'erezione di una chiesa e di un monastero sull'isola nel 1165[5], dove vennero collocate le reliquie di San Clemente e di altri santi spostate dal cenobio abruzzese. L'edificazione del monastero rispondeva all'importanza che il sito aveva assunto, posto sulla via che conduceva al santuario di San Michele Arcangelo sul Gargano[6].

I fabbricati sull'isola vennero distrutti dal terremoto del 1627 e il sito venne progressivamente abbandonato quando divennero ingestibili gli effetti del bradisismo nella zona[7].

Una prima campagna di scavi archeologici fu condotta nel 1999-2000, promossa dalla soprintendenza per i Beni archeologici della Puglia e dall'amministrazione comunale, portando alla luce alcuni livelli di battuto e strutture murarie della villa romana già osservabili in passato sotto il pelo dell'acqua[8]. Una seconda campagna di scavi compiuta tra il 2001 e il 2004 estese l'area di indagine ad una zona più ampia del lago identificando le aree da sottoporre a scavi più mirati e specifici ed in seguito alla loro valorizzazione e manutenzione[9].

Agli anni '50 risale invece la croce che si erge ancora al centro dell'isolotto.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]