Hi-Fi murders

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L'Hi-Fi murders (Omicidi al negozio di Hi-Fi di Ogden) fu un caso di cronaca nera avvenuto il 22 aprile 1974 in cui furono uccise tre persone durante una rapina a un negozio di audiovideo a Ogden nello Utah. Poco prima dell'ora di chiusura, alcuni uomini entrarono nel negozio e presero in ostaggio diverse persone. Le vittime furono costrette a bere detergente chimico e a subire atti di violenza.

Tre dei sei assalitori avevano prestato servizio all'aeronautica statunitense: Dale Selby Pierre, William Andrews e Keith Roberts; gli altri tre non vennero mai catturati.[1] Pierre e Andrews furono condannati a morte per omicidio aggravato, mentre Roberts, che rimase in auto, fu accusato di rapina. Il crimine fu noto per la sua particolare brutalità.[2][3]

Rapina[modifica | modifica wikitesto]

Il 22 aprile 1974 Dale Selby Pierre, William Andrews, Keith Roberts e altri tre uomini arrivarono con due furgoni al negozio di Hi-Fi di Ogden, situato a Washington Boulevard, 2323, poco prima dell'ora di chiusura. Quattro di loro entrarono in negozio con in mano le pistole. Roberts e un altro uomo rimasero all'interno dei due furgoni. Due commessi, Stanley Walker, di 20 anni, e Michelle Ansley, di 18 anni, furono subito presi in ostaggio e furono legati. La banda iniziò la rapina.

Poco dopo, un ragazzo di sedici anni, Cortney Naisbitt,[4] fu preso in ostaggio dai criminali e legato anch'egli. Naisbitt era entrato in negozio per ringraziare Walker perché quel giorno gli aveva consentito di parcheggiare la sua macchina nel parcheggio del negozio.

Quella sera, Orren Walker, padre quarantatreenne di Stanley, poiché non vedeva tornare a casa il figlio si recò in negozio. Nel frattempo arrivò anche Carol Peterson Naisbitt, la madre di Cortney,[4] anche lei alla ricerca del figlio. Anche i due genitori vennero presi ostaggio e legati.

Tortura, stupro e omicidi[modifica | modifica wikitesto]

Con cinque persone in ostaggio legate a terra, Pierre disse a Andrews di prendere qualcosa dal furgone. Andrews tornò con una bottiglia all'interno di una borsa nera nella quale Pierre versò del detersivo. Pierre ordinò a Orren Walker di darla agli altri ostaggi, ma questi si rifiutò. Venne poi legato, imbavagliato e messo a testa in giù.

Pierre e Andrews misero gli ostaggi in posizione da seduti e gli obbligarono a bere il liquido, dicendo che si trattava di vodka. Dopo aver ingoiato la sostanza, le vittime avevano già delle gravi conseguenze con vesciche nei labbri, bruciori alla gola e alla lingua e ferite al mento.[5] Mentre Ansley stava supplicando per la sua vita[6] fu costretta lo stesso a bere il detersivo. Orren testimoniò che Ansley tossì meno delle altre vittime. Pierre and Andrews tentarono di chiudere la bocca delle vittime con del nastro adesivo in modo da non sentire le urla, ma gli adesivi non attaccavano. Orren Walker fu l'ultimo ad ingoiare il detersivo, tuttavia riuscì a vomitarne una parte fingendo di avere le convulsioni come gli altri ostaggi.

Pierre si innervosì perché gli ostaggi tardavano a morire, così sparò un colpo di pistola dietro la nuca a Carol e a Cortney Naisbitt. Carol morì, Naisbitt sopravvisse. Pierre sparò un colpo a Orren Walker, però lo mancò. Poi colpì Stanley Walker e nuovamente Orren.

Pierre costrinse Ansley di spogliarsi e la stuprò. Successivamente le permise di usare il bagno, la trascinò, ancora nuda, dietro agli altri ostaggi. Fatalmente le sparò un colpo di pistola dietro la nuca. Dalla testimonianza di Orren Walker, le ultime parole di Ansley furono: "I am too young to die."[7]

Andrews e Pierre si accorsero che Orren era ancora vivo, così Pierre tentò di strangolarlo. Pierre e Andrews conficcarono una penna a sfera sull'orecchio di Orren fino a che fu maciullato. Successivamente Pierre e Andrews uscirono e partirono con i loro complici.

Vittime[modifica | modifica wikitesto]

Le vittime erano cinque, tre delle quali furono uccise, due sopravvissero.

  • Sherry Michelle Ansley (24 gennaio 1956 – 22 aprile 1974): Michelle Ansley, diciotto anni, era una commessa del negozio. Fu assunta soltanto una settimana prima del fatto criminoso. Da poco era fidanzata e doveva sposarsi il 5 agosto successivo.[8] Ansley è stata stuprata ed uccisa da Pierre.
  • Byron Cortney Naisbitt (25 settembre 1957 – 4 giugno 2002): Cortney Naisbitt, sedici anni, era studente alla Ogden High School. Benché sopravvissuto, soffrì di amnesia e non fu capace di testimoniare al processo. Naisbitt tornò a scuola dopo oltre un anno dall'avvenimento e si diplomò nel 1976. Per il danno al cervello, dovette lasciare il college. Non trovando allcun impiego, rientrò nei piani di assistenza sociale. Il 15 novembre 1985 si sposò con Catherine Hunter. La madre di Cortney fu uccisa, il padre si risposò.[9] Soffrì di dolori cronici e morì nel 2002 a quarantaquattro anni.[10]
  • Carol Elaine Naisbitt (nata Peterson) (25 dicembre 1921 – 22 aprile 1974): Carol Naisbitt, cinquantadue anni, era la madre di Byron Cortney Naisbitt. Morì in ospedale dopo essere stata colpita da Pierre.[11]
  • Orren William Walker (17 settembre 1930 – 13 febbraio 2000): Orren Walker, quarantatré anni, era il padre di Stanley Walker. Sopravvissuto all'attacco, testimoniò al processo contro gli autori del crimine. Morì nel 2000 a sessantanove anni.
  • Stanley Orren Walker (19 marzo 1954 – 22 aprile 1974): Stanley Walker, venti anni, era commesso del negozio. Fu colpito a morte da Pierre.

Arresti[modifica | modifica wikitesto]

I corpi furono trovati tre ore dopo dalla moglie di Orren Walker, accompagnata dall'altro figlio, giunse in negozio alla ricerca dei due famigliari. L'altro figlio di Orren udì dei lamenti provenire dal seminterrato e abbatté la porta. Nel frattempo la moglie di Walker chiamò la polizia di Ogden. Stanley Walker e Ansley erano già morti; Carol Naisbitt fu portata via con l'ambulanza, ma morì all'arrivo al e ricoverata al St. Benedict's Hospital (ora Ogden Regional Medical Center). Orren Walker sopravvisse con ustioni al mento e con l'orecchio distrutto.

Nonostante le ferite, Orren Walker fu in grado di dare un'accurata descrizione dei due assalitori, in special modo dell'uomo che sparò alle vittime, cioè un nero, piccolo di statura che portava gli occhiali e che aveva un accento caraibico. Questi venne identificato in Dale Pierre.[12]

Diverse ore dopo il crimine, un anonimo che era impiegato all'Air Force, chiamò la polizia di Ogden dicendo che Andrews, un mese prima, gli aveva confidato di voler rapinare quel negozio di Hi-Fi di Ogden e di uccidere chi si trovava dentro. In seguito due giovani contattarono la polizia poiché avevano ritrovato i portafogli e le borse delle vittime mentre stavano frugando in un cassonetto vicino a Hill Air Force Base, nei pressi delle caserme dove vivevano Pierre e Andrews.[12][13]

L'ispettore Deloy White, che si recò nel posto, pensava che gli assassini fossero tra il personale della base dell'Air Force, così li fece riunire attorno al cassonetto. Davanti a loro, White tirò fuori le prove ritrovate. Notò che quasi tutti presenziarono in silenzio tranne due uomini, cioè Andrews e Pierre, i quali gesticolavano e parlavano forte.[12] The detective later received an award from the Utah branch of the Justice Department for his use of proactive techniques.[senza fonte]

In base alle loro reazioni, Andrews and Pierre furono fermati. Le loro stanze furono perquisite. La polizia trovò dei volantini del negozio di Ogden e un contratto di affitto in un deposito. Dopo l'emissione di un altro ordine di perquisizione, venne ritrovata la merce nel negozio di Hi-Fi. Furono rinvenuti i detergenti. Alcune settimane dopo il terzo uomo, Keith Roberts, fu messo in custodia.[12]

Processo[modifica | modifica wikitesto]

Pierre, Andrews, and Roberts vennero accusati di omicidio di primo grado e rapina. Il processo iniziò il 15 ottobre 1974 a Farmington, nel Davis County. Il 16 novembre 1974 Pierre e Andrews furono dichiarati colpevoli di tutti i crimini e condannati a morire; Roberts solamente di rapina e condannato a scontare cinque anni.

Durante il processo fu dimostrato che Pierre e Andrews avevano l'intenzione di uccidere chiunque si fosse trovato davanti a loro. Infatti avevano visto più volte il film Magnum Force, nel quale una prostituta viene obbligata a bere del detergente e muore poco dopo.[7][14] Pierre e Andrews decisero che quello era un metodo efficiente per uccidere gli ostaggi.

Orren Walker fu il testimone chiave dell'accusa. Cortney Niasbitt non fu in grado di testimoniare per le lesioni al cervello e la sua amnesia.

Condanne[modifica | modifica wikitesto]

Il verbale ufficiale della polizia dichiarò che sei uomini neri, utilizzando due furgoni, rapinarono il negozio. Roberts e un altro uomo rimasero nell'automezzo, altri due rapinarono il negozio e Pierre uccise tre dei cinque ostaggi mentre stava con Andrews nel negozio. Tuttavia la polizia aveva elementi a sufficienza per arrestare Andrews, Pierre e Roberts. Deloy White osservò che Andrews era la mente del crimine, Pierre l'esecutore.[1] Andrews confermò il giudizio di White durante un'intervista rilasciata a KUTV nel 1992, ammettendo che aveva preso di mira il negozio dopo aver fatto amicizia qualche mese prima del crimine con Stanley Walker e criticando Pierre per l'eccessiva violenza.

  • Dale Selby Pierre
    Pierre aveva ventuno anni al momento del crimine. Nato a Trinidad e Tobago, emigrò a Brooklyn all'età di diciassette anni. Nel maggio 1973 Pierre entrò nella USAF. Nel settembre 1973 fu trasferito a Hill Air Force Base, nel ruolo di meccanico elicotterista. Dopo il suo arrivo, Pierre fu il primo sospettato dell'omicidio di Edward Jefferson, sergente della USAF, però la polizia non aveva prove sufficienti a suo carico.[12] All'epoca degli omicidi Pierre era fuori dal carcere su cauzione; era accusato di furto d'auto. Il 16 novembre 1974 Pierre venne accusato di tre omicidi aggravati e di due rapine aggravate Il 20 novembre 1974 Pierre fu sanzionato con tre condanne a morte.[15] Dopo che la grazia fu respinta, Pierre fu ucciso con iniezione letale il 28 agosto 1987 all'età di trentaquattro anni. Lasciò i suoi soldi, in tutto ventinove dollari, ad Andrews. Pierre passò l'ultimo giorno di vita pregando e rifiutando il suo ultimo pasto. Le sue ultime parole furono: "Thank you, I’m just going to say my prayers."[16]
  • William Andrews
    Andrews aveva diciannove anni al momento del crimine e, come Pierre, era un meccanico elicotterista per la USAF. Durante il processo rivelò che lui stesso e Pierre avevano intenzione di uccidere chiunque si fosse imbattuto durante la rapina. Il 16 novembre 1974 fu accusato di tre omicidi di primo grado e due rapine aggravate. La condanna di Andrews fu controversa poiché egli non uccise materialmente alcuna delle vittime, sebbene a loro avesse fatto ingoiare il detersivo.[17] Il 28 novembre 1974 ricevette tre condanne a morte. Andrews fu ucciso con iniezione letale il 30 luglio 1992, all'età di trentasette anni e dopo diciotto anni passati sul braccio della morte. Il suo ultimo pasto fu una banana split che condivise con la sorella e la nipote. Le sue ultime parole, parlando con il direttore del carcere Bruce Egan, furono: "Thank those who tried so hard to keep me alive. I hope they continue to fight for equal justice after I'm gone. Tell my family goodbye and I love them." Dopo essere stato legato alla barella, si rivolse alla sorella dicendo: "I love you. Bye bye.".[18]
  • Keith Leon Roberts
    Roberts aveva diciannove anni all'epoca del crimine. Fu assolto dall'accusa di omicidio poiché la corte riscontrò che non aveva alcun ruolo nei crimini. Fu tuttavia accusato di due rapine aggravate e condannato a cinque anni di carcere. Roberts fu rilasciato nel 1987 e si trasferì a Chandler in Oklahoma.[19][9] Si suicidò l'8 agosto 1992.

Per l'efferatezza del crimine Pierre e Andrews divennero prigionieri odiati alla Utah State Prison e vennero particolarmente insultati. Viene riferito che, nel 1977, Gary Gilmore abbia detto a loro: "I'll see you in Hell, Pierre and Andrews!", mentre passava davanti alle loro celle poco prima di essere giustiziato.[20][21][22]

Sviluppi successivi[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la pronuncia delle sentenze, la NAACP e l'Amnesty International fecere campagna per commutare le pene.[23] La NAACP chiese che la pena di morte fossse revocata poiché emersero pregiudizi razziali verso gli accusati durante il processo. Notarono che gli accusati erano neri, mentre le vittime e i giurati erano bianchi. Amnesty International denunciò che l'unico membro di colore della giuria fu perentoriamente scartato dalla selezione della giuria;[24] tuttavia fu rilevato che il giurato fu scartato perché era un ufficiale delle forze dell'ordine."

Andrews accusò che il sistema giudiziario era razzista. In un'intervista a USA Today, disse che non voleva uccidere alcuna persona.

Dopo la morte di Pierre, la Commissione interamericana dei diritti umani fecero delle petizioni per sospendere la pena di Andrews.[25]. Nonostante ciò tutte le sentenze vennero confermate.[26] Nel dicembre 1996 la Commissione biasimò gli Stati Uniti perché non avevano concesso ad Andrews un processo senza pregiudizi razziali.[25]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Hi-Fi evidence unpacked, sorted, su Desert News, 9 agosto 1992. URL consultato il 1º luglio 2023.
  2. ^ Utah Executes Andrews 18 Years After Brutal Robbery, in The Herald Journal, 20 luglio 1992. URL consultato il 19 giugno 2011.
  3. ^ Black 'murderer' who did not kill faces needle of death, in The Independent, 30 luglio 1992. URL consultato il 19 giugno 2011.
  4. ^ a b B. Cortney Naisbitt (obituary), in The Salt Lake Tribune, 14 luglio 2002. URL consultato il 4 giugno 2016.
  5. ^ Forty Years Later, the Ogden Hi-Fi Murders Are Still the Worst, su rebelcircus.com, 4 agosto 2017. URL consultato il 27 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 23 giugno 2018).
  6. ^ The Hi-Fi Murderers Were Inspired To Use Drano As A Form Of Torture From The Film 'Magnum Force', su ranker.com. URL consultato il 27 settembre 2018.
  7. ^ a b Gary Kinder, Victim: The Other Side of Murder, Delacorte Press, 1982, ISBN 978-0-385-29105-7.
  8. ^ 2 Hill airmen arrested in brutal Ogden killings, in Deseret News, 24 aprile 1974, pp. B1, B2.
  9. ^ a b Beverly DeVoy, Hi Fi Tragedy Lives on for Victims' Family, in The Deseret News, 23 agosto 1989. URL consultato il 4 giugno 2016.
  10. ^ Hi-Fi Torture Victim Dies 28 Years Later, in The Salt Lake Tribune, 15 luglio 2002.
  11. ^ Marcos Ortiz, Ogden Hi-Fi murders revisited, in ABC4, 28 giugno 2012. URL consultato il 9 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2012).
  12. ^ a b c d e (EN) Killers planned the Hi-Fi robbery well, officers who handled case say, su Deseret News, 30 luglio 1992. URL consultato il 1º luglio 2023.
  13. ^ John E. Douglas, Ann W. Burgess, Allen G. Burgess e Robert K. Ressler, Crime Classification Manual: A Standard System for Investigating and Classifying Violent Crime, John Wiley & Sons, 15 aprile 2013, p. 157, ISBN 978-1-118-30505-8.
  14. ^ John E. Douglas e Mark Olshaker, The Anatomy of Motive: The FBI's Legendary Mindhunter Explores the Key to Understanding and Catching Violent Criminals, New York, Scribner, 1999, pp. 91–109, ISBN 978-0-684-84598-2.
  15. ^ (EN) Torture Survivor Says Pierre Selby Should Die, su AP NEWS. URL consultato il 2 febbraio 2022.
  16. ^ (EN) Three Inmates Executed in Same Day, su AP NEWS. URL consultato il 4 febbraio 2022.
  17. ^ Black 'murderer' who did not kill faces needle of death, in The Independent. URL consultato il 27 settembre 2018.
  18. ^ (EN) Marianne Funk, Andrews Executed By Lethal Injection, su Deseret News, 30 luglio 1992. URL consultato il 17 febbraio 2020.
  19. ^ Ogden Hi-Fi murders revisited, in ABC4. URL consultato il 1º agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 23 luglio 2012).
  20. ^ John E. Douglas e Mark Olshaker, The Anatomy of Motive: The FBI's Legendary Mindhunter Explores the Key to Understanding and Catching Violent Criminals, Simon & Schuster, 11 agosto 1999, p. 91, ISBN 978-0-684-85779-4. URL consultato il 14 febbraio 2016.
  21. ^ Jerry Spangler, Selby Pays for 1974 Hi-Fi Murders: Injections painlessly end life of killer by 1:12 a.m., in The Deseret News, 28 agosto 1987. URL consultato il 29 luglio 2012.
  22. ^ Larry McShane, Last Words of Those Executed Express Variety of Emotions, in Daily News, 24 aprile 1992. URL consultato il 29 luglio 2012.
  23. ^ Dirk Johnson, Utah Execution Hinges on Issue of Racial Bias, in The New York Times, 19 luglio 1992.
  24. ^ United States of America: Death by Discrimination - The Continuing Role of Race in Capital Cases, su amnesty.org, Amnesty International.
  25. ^ a b Inter-American Commission on Human Rights, Case 11.139, Petition, su cidh.org, 28 luglio 1992.
  26. ^ Mike Carter, 'Hi-Fi Killer': U.S., Utah Violated Black Man's Human Rights, Commission Says, in Los Angeles Sentinel, 18 marzo 1998. URL consultato il 20 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2018). Ospitato su HighBeam Research.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]