Grand Hotel San Pellegrino

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Grand Hotel San Pellegrino
Il Grand Hotel prima del restauro
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione  Lombardia
LocalitàSan Pellegrino Terme
IndirizzoViale Bortolo Belotti 7, San Pellegrino Terme
Coordinate45°50′20.91″N 9°40′00.5″E / 45.839142°N 9.666806°E45.839142; 9.666806
Informazioni generali
Condizioniin uso
Costruzione1902-1904
Inaugurazione1905
StileArt Nouveau
Usoalberghiero, visite guidate, ristorazione
Altezza56
Antenna/guglia: 56 m
Tetto: 50 m
Ultimo piano: 48 m
Piani7
Area calpestabile3000 mq
Ascensori3
Realizzazione
ArchitettoRomolo Squadrelli e Luigi Mazzocchi
IngegnereLuigi Marzocchi
ProprietarioComune di San Pellegrino Terme

Il Grand Hotel di San Pellegrino Terme fu un albergo di lusso italiano in stile liberty situato a San Pellegrino Terme. Venne costruito dal 1902 al 1904 a carico della Società Grandi Alberghi. Nel 1905 in occasione della sua inaugurazione vi soggiornò la regina d'Italia Margherita di Savoia.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1902, la Società Grandi Alberghi chiese all'architetto milanese Romolo Squadrelli di progettare in stile Art Nouveau il Grand Hotel in collaborazione con l'ingegnere Luigi Mazzocchi. I due progettarono un edificio monumentale simile ai grandi alberghi europei dell'Ottocento. La peculiarità della costruzione sono la ricchezza dei materiali di costruzione come il marmo di Carrara, le pareti affrescate e le decorazioni esterne raffiguranti putti, festoni, elementi zoomorfi ed altro ancora. Nel 1905 terminò la costruzione e l'inaugurazione venne presieduta dalla regina Margherita che lo definì uno degli hotel più belli dell'epoca.[1] Nel 1929 subì delle importanti modifiche alle decorazioni interne con interventi in stile Art déco.

Conformemente alle regole del regime nel 1943 venne ribattezzato patriotticamente “Grande Albergo” anche se la sua funzione turistica venne ridotta: il piano degli abbaini fu infatti riservato al collegio femminile delle Suore Marcelline di Bergamo mentre un’altra parte dell’edificio divenne sede del Ministero dell’Agricoltura della Repubblica di Salò.

Nel 1979, dopo numerosi cambi di gestione l'hotel chiuse i battenti.[2]

Nel 1992 i proprietari, a causa dei costi insostenibili della struttura, bandirono un'asta per pagare il costo del rifacimento del tetto. Vennero venduti tutti i mobili originali del 1905 ma rimasero i lampadari poiché bene protetto dalla sovraintendenza. Nel 2008 venne effettuato un primo intervento di restauro con il rifacimento della facciata principale; i lavori terminarono nel 2010. Nel 2009, parte del giardino venne adibito a parco giochi.

Nel 2016 partì un secondo stralcio di lavori per l'adeguamento funzionale ad uso alberghiero del piano terra e del piano rialzato. L'intervento consiste nel recupero delle decorazioni originali del 1905, nel restauro dei lampadari e nella ricostruzione totale delle cucine.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Esterno[modifica | modifica wikitesto]

Dal Viale Bortolo Belotti si accede all'edificio tramite una scalinata con tre gradini di pietra preceduta da un portale. Ai lati, in origine c'era un filare di alberi che proseguiva. Superati i gradini si arriva sulla terrazza dell'albergo.

L'ingresso è sovrastato da una tettoia con pilastri finemente decorati in cemento armato.

All'esterno l'edificio presenta una decorazione molto ricca ed accurata; i toni dominanti sono il giallo e l'arancione. Spiccano per la loro ricchezza gli altorilievi che raffigurano putti, festoni ed elementi zoomorfi. Le ampie finestre del piano terra sono protette da un pergolato con pilastri semi portanti di acciaio e ricoperto da plexiglas.

Il corpo centrale dell'edificio è il più imponente. Tutte le stanze sono provviste di balcone, come la suite reale dell'ultimo piano dove nel 1905 soggiornò la regina Margherita di Savoia.

Il tetto è suddiviso in tre corpi, uno centrale di dimensioni maggiori e due laterali, uguali, di dimensioni più contenute. Una volta sulla sommità di esso era presente l'insegna, tutt'oggi ancora visibile ma priva di scritte. Nel tetto sono presenti piccoli lucernari con finestre in corrispondenza delle camere riservate al personale di servizio.

Sul retro sono dislocate le cucine, costruite con una struttura semplice, i vani ascensori, le scale antincendio e al quinto piano una terrazza. Nelle decorazioni posteriori sono assenti i mosaici, gli affreschi e le statue.[3]

Interno[modifica | modifica wikitesto]

Accedendo dal portone centrale si arriva nella hall dominata da un grande lampadario in oro pallido del 1905. L'atrio è diviso in due settori, delimitati da dodici colonne in ghisa, decorate ed intonacate a imitazione del marmo rosso di Verona.

Il soffitto ha una struttura a cassettoni suddivisi da cornici in stile art déco ma con motivi floreali in stile liberty. Sulle pareti sono presenti applique a cinque luci, sia sul portale dello scalone centrale, sia sull'accesso per le stanze laterali. I colori predominanti sono l'azzurro, il rosa, il verde e l'arancione.

Lo scalone è delimitato da ringhiere in marmo di Carrara raffiguranti rami di edera e alloro. Dal secondo piano in poi le ringhiere delle scale sono realizzate in ferro battuto. Sempre al piano terra ci sono le sale da pranzo e le sale da colazione. Nella sala da pranzo è presente una boiserie alternata da una tapezzeria rossa.

Al piano terra il pavimento era di parquet invece ai piani superiori di setacciato veneziano. Tutte le stanze erano composte da una zona notte più un salottino e il bagno.[4]

Filmografia[modifica | modifica wikitesto]

Nel Grand Hotel di San Pellegrino sono stati girati due film:

e due video musicali:

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Michela Offredi, San Pellegrino, viaggio dentro il cantiere che fa rinascere il Grand Hotel, su Corriere della Sera, 29 gennaio 2020. URL consultato il 20 aprile 2020.
  2. ^ Grand Hotel, su Comune di San Pellegrino Terme. URL consultato il 16 aprile 2020.
  3. ^ San Pellegrino, la chiusura 40 anni fa Per il Grand Hotel è l'ora di rinascere, su ecodibergamo.it. URL consultato il 17 aprile 2020.
  4. ^ Michela Offredi, San Pellegrino, viaggio dentro il cantiere che fa rinascere il Grand Hotel, su Corriere della Sera, 29 gennaio 2020. URL consultato il 17 aprile 2020.

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