Giuseppologia

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San Giuseppe e l'infante Gesù (Guido Reni, c. 1640).

La giuseppologia è lo studio teologico di san Giuseppe, padre putativo di Gesù e sposo di Maria. Riferendosi alla Sacra Famiglia di Nazareth, essa è una scienza affine alla cristologia e alla mariologia. Testimonianze di devozioni a san Giuseppe risalgono all'anno 800 e a Dottori della Chiesa come san Tommaso d'Aquino.[1] Negli anni Cinquanta nacquero i primi centri dedicati allo studio di questa disciplina teologica[2], una delle più innovative dell'età moderna.[3]

Contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

L'opera Contra Elvidium di san Girolamo (c. 383) aprì la strada ad aspetti della futura devozione giuseppina con la sua affermazione che Giuseppe rimase sempre vergine, in virtù del futuro dogma della Verginità perpetua di Maria. Nella Chiesa occidentale, la prima testimonianza di una devozione formalmente ufficializzata a san Giuseppe è nel Martirologio di Rheinau nel nord della Francia, risalente all'anno 800. Con lo sviluppo della mariologia, dal IX al XIV secolo continuarono ad aumentare i riferimenti a Giuseppe come nutritor Domini ("educatore/guardiano del Signore").[4] Nel XII secolo, i monaci benedettini iniziarono a inserire l suo nominativo nei calendari liturgici e nei martirologi.[5][6]

Nel XIII secolo, il domenicano san Tommaso d'Aquino discusse la necessità della presenza di Giuseppe nel piano dell'Incarnazione perché se Maria non fosse stata sposata, i suoi compagni ebrei l'avrebbero lapidata a morte in quanto sarebbe stata reputata adultera. Inoltre, l'infante Gesù, vero Dio e vero Uomo, per via della sua umanità, avrebbe comunque avuto necessità della cura e della protezione amorevole di una figura paterna umana.[7] L'adozione da parte di Giuseppe è un momento-chiave nella geneaologia di Gesù poiché il padre putativo discende direttamente da re Davide. La giuseppologia dell'Aquinate procedeva spesso con la giustapposizione di Giuseppe e Maria.[8]

Nel XV secolo, Bernardino da Siena, Pierre d'Ailly e Jean Gerson, cancelliere della Cattedrale di Notre Dame a Parigi, compirono importanti passi avanti. Gerson scrisse un lungo trattato in francese intitolato Consideration sur Saint Joseph, oltre ad un poema latino in 120 versi, a lui dedicato. Dal 1416 al 1418, Gerson predicò sermoni su San Giuseppe al Concilio di Costanza in cui mutuò molti concetti da tematiche mariologiche.[9]

XVI-XIX secolo[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1540 fu consacrata la prima chiesa in onore di san Giuseppe, la Chiesa di San Giuseppe dei Falegnami in Roma, che giaceva proprio nel Foro Romano, sopra il carcere che per tradizione aveva ospitato gli apostoli Pietro e Paolo.[10] Nel 1597 fu pubblicata a Roma la prima versione delle Litanie a san Giuseppe e, nel 1697, fu fondata la prima confraternita del santo, l'Arciconfraternita della Corda di san Giuseppe ad Anversa, avente sede nella Chiesa di San Rocco in Roma. Nel 1850 fu introdotta la Coroncina di San Giuseppe, suddivisa in quindici gruppi di quattro grani composti da uno bianco e tre viola; nel 1880 fu approvata la Scapolare di san Giuseppe dei Cappuccini.[11] La venerazione formale della Sacra Famiglia iniziò nel XVII secolo ad opera di Mons. François de Laval.

Dal XVI secolo in poi, numerosi santi cattolici pregarono San Giuseppe, invocarono il suo aiuto e la sua protezione e incoraggiarono altri a farlo. Nell'Introduzione alla vita devota, Francesco di Sales incluse Giuseppe e la Vergine Maria fra i santi da invocare durante la preghiera che seguiva all'esame di coscienza.[12] Teresa d'Avila attribuì a Giuseppe la sua guarigione e lo raccomandò come avvocato di giustizia.[13] Nella sua biografia intitolata Storia di un'anima, Teresa di Lisieux affermò di aver pregato per qualche tempo quotidianamente "San Giuseppe, padre e protettore delle vergini ..." e di essersi sentita al riparo dal pericolo.[14] Tutti questi tre santi sono Dottori della Chiesa.

Nel 1870, papa Pio IX proclamò San Giuseppe "Patrono della Chiesa universale". Nel 1889, papa Leone XIII pubblicò l'enciclica Quamquam Pluries in cui esortava i cattolici a pregare Giuseppe come patrono della chiesa. Ciò era in vista delle sfide che la Chiesa era chiamata ad affrontare, come la crescente depravazione morale delle giovani generazioni. Il Sommo Pontefice prescrisse che ogni ottobre al Rosario fosse aggiunta una Preghiera a san Giuseppe, con annesse indulgenze.

Sviluppo moderno[modifica | modifica wikitesto]

Con lo sviluppo della mariologia, iniziò a crescere anche lo studio teologico di Giuseppe per discutere il suo ruolo nell'economia della salvezza. Negli anni '50 furono costituiti tre centri di giuseppelogia: a Valladolid, in Spagna, presso l'Oratorio di San Giuseppe a Montreal, e nel teologato di Viterbo.[15]

In occasione del centenario dell'enciclica Quamquam pluries nel 1989, papa Giovanni Paolo II pronunciò l'esortazione apostolica Redemptoris custos ("Custode del Redentore"). Questa esortazione faceva parte dei "documenti di redenzione" emanati dal Papa e seguiva all'enciclica mariana Redemptoris Mater. Essa discusse l'importanza di San Giuseppe nella Sacra Famiglia ed espose il punto di vista del papa sul ruolo di San Giuseppe nel piano della Redenzione. Giovanni Paolo II presentò San Giuseppe come colui che spezzò l'antico vizio del dominio familiare paterno di tipo patriarcale e lo propose come modello di padre amorevole.[16][17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Per una disamina della giuseppologia dell'Aquinate si veda: A Thomistic Josephology a cura di James J Davis 1967, Università di Montreal, ASIN B0007K3PL4
  2. ^ P. de Letter, "The Theology of Saint Joseph", The Clergy Monthly, marzo 1955, JSTOR 27656897
  3. ^ Sunday - Catholic Magazine, su sunday.niedziela.pl.
  4. ^ The liturgy and time a cura di Irénée Henri Dalmais, Aimé Georges Martimort, Pierre Jounel 1985 ISBN 0-8146-1366-7 p. 143
  5. ^ Holy people of the world: a cross-cultural encyclopedia, Volume 3 a cura di Phyllis G. Jestice 2004 ISBN 1-57607-355-6 p. 446
  6. ^ Bernard of Clairvaux and the shape of monastic thought a cura di M. B. Pranger 1997 ISBN 90-04-10055-5 p. 244
  7. ^ The childhood of Christ, Thomas Aquinas, Roland Potter, 2006 ISBN 0-521-02960-0 pp. 110-120
  8. ^ Aquinas on doctrine a cura di Thomas Gerard Weinandy, John Yocum 2004 ISBN 0-567-08411-6 p. 248
  9. ^ Medieval mothering a cura di John Carmi Parsons, Bonnie Wheeler 1999 ISBN 0-8153-3665-9 p. 107
  10. ^ The Roman Forum a cura di David Watkin 2009 ISBN 0-674-03341-8 p. 128
  11. ^ Ann Ball, 2003, Encyclopedia of Catholic Devotions and Practices ISBN 0-87973-910-X p. 520
  12. ^ Introduction to the Devout Life by St. Francis de Sales ISBN 0-7661-0074-X Kessinger Press 1942 p. 297
  13. ^ The interior castle by Saint Teresa of Avila, Paulist Press 1979, ISBN 0-8091-2254-5 p. 2
  14. ^ The Story of a Soul, Therese De Lisieux, Bibliolife 2008 0554261588 p. 94
  15. ^ P. de Letter, "The Theology of Saint Joseph", The Clergy Monthly, marzo1955, JSTOR 27656897
  16. ^ Cradle of redeeming love: the theology of the Christmas mystery by John Saward 2002 ISBN 0-89870-886-9 p. 230
  17. ^ Divine likeness: toward a Trinitarian anthropology of the family by Marc Ouellet ISBN 0-8028-2833-7 p. 102

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Discovering Saint Joseph a cura di Andrew Doze 1991 ISBN 0-85439-383-8
  • Josephology and its advancement since the time of Pius IX a cura di Jean Edward Furey, 1961 St. Bonaventure University Press

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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