Giugno la falce in pugno

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Giugno la falce in pugno è un proverbio a sfondo laico, dato che si occupa delle abitudini indotte dalle esigenze dell'agricoltura, considerando che giugno è il mese delle messi.[1]

Significato[modifica | modifica wikitesto]

Il proverbio ricorda che questo può essere il mese della mietitura, che però potrebbe avvenire anche all'inizio di luglio, a seconda del clima e della latitudine. Il grano va anche battuto, quindi il lavoro per il contadino si conclude nell'aia.

Il proverbio ricorda inoltre che il tempo può impedire al grano di maturare e restare quindi un po' avvizzito. Anche il contadino, dal canto suo, non deve avere fretta di segare il grano.

Diffusione[modifica | modifica wikitesto]

Il proverbio, nella variante "Giugno, la falce in pugno; se non è in pugno bene, luglio ne viene", è segnalato in letteratura, con riferimento alla diffusione in Toscana, secondo Gino Capponi già nel 1853[2] e nel 1858.[3] Una variante parzialmente diversa, "Giugno, la falce in pugno; se non è in pugno bene, luglio sen viene", è segnalata nel 1857 fra i detti popolari del Veneto.[4]

Varianti regionali[modifica | modifica wikitesto]

In letteratura si segnalano alcune varianti regionali: in lombardo si trovano due forme, "De Zögn la ranza 'n pögn; se no l'è be' n mà löi no 'l se fa spetà", rintracciabile in un testo del 1858,[3] e la più stringata "Giugn streng el pugn", registrata nel 1857,[5] mentre in siciliano si attesta la forma, parzialmente diversa da quella toscano-veneta, "Giugnu, fauci 'n pugnu, si 'n pugnu nun po stari, torna maju a fischiari", segnalata nel 1857[4] e riportata da Giuseppe Pitrè nella Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane del 1880 con la sola variante friscari al posto di fischiari.[6] Pitrè, tuttavia, riferisce di un'altra forma in lingua siciliana più simile a quella toscano-veneta, indicandone la diffusione in Calabria: "A giugnu, u 'ranu c' 'u pugnu; a giugnettu, u 'ranu è nettu".[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni, I proverbi del mese, ed. Garzanti, 1985, p. 159
  2. ^ Giuseppe Giusti, Raccolta di proverbi toscani: con illustrazioni, a cura di Gino Capponi, Firenze, Le Monnier, 1853, pagina 29. URL consultato il 29 ottobre 2009.
  3. ^ a b Bonifacio Samarani, Proverbi lombardi: raccolti ed illustrati dal professore Samarani Bonifacio, Milano, 1858, pagina 435. URL consultato il 29 ottobre 2009.
  4. ^ a b Cristoforo Pasqualigo, Raccolta di proverbi veneti, Venezia, 1857, Volume II, pagina 106. URL consultato il 29 ottobre 2009.
  5. ^ Giuseppe Banfi, Vocabolario milanese-italiano: ad uso della gioventù, Milano, 1857, pagina 382. URL consultato il 29 ottobre 2009.
  6. ^ a b Giuseppe Pitrè, Biblioteca delle tradizioni popolari siciliane, Palermo, L. Pedone-Lauriel, 1880, volume VIII, pagina 46. URL consultato il 29 ottobre 2009.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Carlo Lapucci e Anna Maria Antoni, I proverbi del mese, Garzanti, 1985.
  • U. Rossi, Proverbi agricoli, Firenze, 1931.
  • A. Pochettino, Tradizioni meteorologiche popolari, Torino, 1930.
  • A. Arthaber, Dizionario comparati di proverbi e modi proverbiali, Milano, 1929.
  • N. Castagna, Proverbi italiani raccolti e illustrati, Napoli, 1869.
  • T. Buoni, Nuovo thesoro de' proverbij italiani, Venezia, 1604.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]