Giovanni Francesco Bellezia

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Giovanni Francesco Bellezia, o Giò Francesco Bellezia o Gianfrancesco Bellezia (Torino, 26 novembre 1602Torino, 13 marzo 1672), è stato un politico italiano, sindaco di Torino durante la peste del 1630.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Appartenente a una famiglia originaria di Lanzo, nacque a Torino nel 1602 e si laureò in legge all'Università di Torino nel 1622. Dal 1612 è proprietario di una vigna nei pressi dell'attuale strada San Mauro, ai piedi della collina di Torino; è l'attuale Villa d'Agliè. Ereditata dal padre, la utilizzerà come residenza alternativa a quella nel centro della città, utilizzandola anche come rifugio sicuro durante l'epidemia di peste a Torino, pur senza abbandonare la città. È a lui che si deve la realizzazione dei muraglioni che sostengono il giardino della villa, creando la spianata che caratterizza il piazzale antistante.

Nel 1625 fu eletto decurione e nel 1628 fu nominato primo sindaco della città. Due anni dopo, nel 1630, Torino fu colpita da una gravissima epidemia di peste che uccise 8.000 persone e causò un esodo che ridusse la popolazione a soli 3.000 abitanti. Bellezia rimase sempre a Torino, anche quando fu abbandonata dalla famiglia Savoia, rifugiatasi a Cherasco, e da tutti gli altri magistrati. Fu colpito egli stesso dalla peste, ma affrontò con risolutezza tutte le emergenze, tra cui l'isteria popolare nei confronti dei presunti untori e gli episodi di sciacallaggio.

Fu inoltre il principale rappresentante del Ducato di Savoia ai negoziati della pace di Vestfalia nel 1648, nonché giudice della Camera dei conti e infine presidente del Senato piemontese[1].

Morì a Torino nel 1672 e venne sepolto nella chiesa dei Santi Martiri.

Omaggi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • La sua figura è ricordata anche nei Ragionamenti di Cesare Cantù.
  • Per i meriti acquisiti, che rimasero nella memoria della città, nel 1635 il Duca Vittorio Amedeo I lo nominò consigliere senatore ed avvocato patrimoniale generale della Camera dei Conti. In seguito divenne anche conte, ambasciatore e presidente del Senato.
  • La città lo ha ricordato intitolandogli nel 1807 una delle vie più antiche nella zona del cosiddetto "quadrilatero romano" e collocando nel 1866 una lapide presso la sua residenza cittadina nell'attuale via Bellezia 4.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Anthony L. Cardoza e Geoffrey W. Symcox, Storia di Torino, Torino, Einaudi, 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Mario Caffaratto Tirsi, Elogio del sindaco Giovanni Francesco Bellezia in occasione del terzo centenario della sua morte, Tipografia G. Capella, Cirié, 1972
  • Luigi Gramegna, Il barbiere di Sua Altezza, Viglongo, Torino 1999, ISBN 88-7235-193-6 (romanzo storico sulla peste del 1630)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]


Predecessore Sindaco di Torino Successore
Giovanni Antonio Bergera Giacomo Sumo 1629 - 1630 Giovanni Battista Beccaria Amedeo Cappone
Controllo di autoritàVIAF (EN175566885 · ISNI (EN0000 0003 5594 911X · BAV 495/173848 · CERL cnp01298769 · GND (DE1014246679
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