Gaetano Franco

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Gaetano Franco
NascitaGrumo Appula, 8 novembre 1912
MorteDannò -Moché, 23 agosto 1937
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
RepartoGruppo Bande dell’Altipiano Eritreo
Anni di servizio1934 - 1936
GradoTenente in s.p.e.
GuerreGuerra d'Etiopia
CampagneArbegnuoc
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Gaetano Franco (Grumo Appula, 8 novembre 1912Dannò -Moché, 23 agosto 1937) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale in Africa Orientale Italiana[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Grumo Appula, provincia di Bari, l'8 novembre 1912, figlio di Domenico e Maria Scaglione.[2] Arruolatosi nel Regio Esercito fu ammesso a frequentare la Regia Accademia Militare di Fanteria e Cavalleria di Modena il 22 ottobre 1932, uscendone due anni dopo, il 1 ottobre 1934, con il grado di sottotenente assegnato all'arma di fanteria.[1] Frequentato il Corso di applicazione d'arma a Parma fu assegnato dapprima al 47º Reggimento fanteria e, dal 28 agosto 1935, al 14º Reggimento fanteria con il quale poco tempo dopo partì per l'Africa Orientale sbarcando a Massaua, Eritrea, il 30 settembre.[1] Partecipò alle operazioni iniziali della guerra d'Etiopia, e il 7 gennaio 1936 otteneva il trasferimento al Gruppo Bande dell’Altipiano Eritreo.[1] Decorato con una croce di guerra al valor militare, nel gennaio 1937 ottenne la promozione a tenente con anzianità 1º ottobre 1936.[1] Cadde in combattimento nel corso delle grandi operazioni di polizia coloniale a Dannò-Moché il 23 agosto 1937, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Si offriva volontario per ricuperare la salma di un collega caduto. Assalito da preponderanti forze avversarie le contrattaccava, con ducendo poi i propri gregari in reiterati assalti di posizioni dominanti tenute dai ribelli. Ferito continuava a dirigere il combattimento. Ferito ancora non desisteva fino a quando non cadeva nuovamente colpito ed a morte dal piombo nemico, incitando i propri gregari e gridando: « Vìva l’italia ». Mirabile esempio di cameratismo e preclari virtù militari. Dannò - Moché, 23 agosto 1937.[3]»
— Regio Decreto 20 gennaio 1939.
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Subalterno di banda irregolare, in oltre cinque mesi di aspra campagna, rivelava doti di sagace comandante appassionato. In combattimento teneva contegno esemplare per serena azione di comando e per valore. Coleza, 2 marzo 1936 – Lemà Lemò, 23 marzo 1936 – Gondar, 1 marzo 1936 – Lago Tana, 12 aprile 1936 – Sorgenti del Nilo Azzurro, 24 aprile 1936 – Debra Marcos, 4 giugno 1936

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 244.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 244.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco, Gaetano, su Combattenti Liberazione. URL consultato l'11 gennaio 2022.