Vasco Agosti

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Vasco Agosti
NascitaCadelbosco di Sopra, 29 maggio 1888
MorteRarati, 8 agosto 1937
Cause della mortecaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
CorpoAlpini
Regio corpo truppe coloniali d'Eritrea
Reparto26º Reggimento fanteria
8º Reggimento alpini
Anni di servizio1909 - 1937
GradoTenente colonnello
GuerrePrima guerra mondiale
Guerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere[1]
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Vasco Agosti (Cadelbosco di Sopra, 29 maggio 1888Rarati, 8 agosto 1937) è stato un militare italiano, che con il grado di tenente colonnello nel Corpo degli Alpini fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria[2] durante il corso delle operazioni di grande polizia coloniale (1937-1938) in Africa Orientale Italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Villa Seta di Cadelbosco di Sopra[3] (provincia di Reggio Emilia) il 29 maggio 1888,[4] figlio di Graziano e Maria Luisa Tregni. Si arruolò nel Regio Esercito, e il 31 gennaio 1909 viene ammesso a frequentare, in qualità di Allievo Ufficiale di Complemento, il corso presso il 1º Reggimento fanteria.[3] Promosso al grado di sottotenente il 3 aprile 1910,[3] entrò in servizio permanente effettivo il 21 ottobre 1913 dopo aver frequentato il corso preparatorio presso la Scuola di Applicazione di Parma.[3] In forza all'87º Reggimento fanteria, nel luglio 1914 partì per la Cirenaica da dove fu rimpatriato a causa di una malattia verso la fine dello stesso anno.[3] Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia,[3] avvenuta il 24 maggio 1915, prese parte alle operazioni belliche presso il 26º Reggimento fanteria,[4] venendo ferito durante un combattimento a Tolmino.[3] Decorato con la Medaglia d’argento al valor militare, fu promosso tenente il 15 luglio 1915, e capitano il 15 febbraio 1916.[3] Trasferito in servizio al Battaglione alpini "Cividale"[4] dell’8º Reggimento alpini, nel luglio dello stesso anno fu nuovamente ferito in combattimento a Cima delle Saette.[3] Rientrato in zona di operazioni nel maggio 1917,[3] assegnato al Battaglione alpini "Monte Matajur",[N 1][4] fu in seguito trasferimento al Corpo di spedizione operante nel Mediterraneo orientale.[3] Rientrò in Italia nel 1920,[4] per essere trasferito tre anni dopo, dietro sua domanda, al 3º Battaglione indigeni del Regio Corpo Truppe Coloniali dell'Eritrea[4] con cui partecipò alle operazioni per la riconquista della Libia.[3] Decorato con la Croce di guerra al valor militare, ritornò in Patria verso la fine del 1927, e fu promosso maggiore[4] nel giugno 1928.[3] Successivamente ritornò in Libia per assumere il comando del 5º Gruppo sahariano.[3] Dopo lo scoppio della guerra d'Etiopia[4] partecipò alla operazioni belliche in Africa Orientale, e ad Af Gagà fu decorato con una seconda Croce di guerra al valor militare.[3] Promosso tenente colonnello[3] il 31 dicembre 1936, l'anno successivo, durante le operazioni di grande polizia coloniale,[4] fu decorato con una seconda Medaglia d’argento al valor militare per un combattimento sostenuto a Gogetti,[3] in Africa Orientale. Assunto il comando interinale della 3ª Brigata coloniale,[1] l’8 agosto cade sul campo di battaglia di Rarati con il fucile in mano,[5] e per questo fatto fu decorato di Medaglia d'oro al valor militare[1] alla memoria. Il 30 settembre 1942 viene costituita la Sezione dell'A.N.A. di Reggio Emilia che gli fu intitolata, così come una via e una scuola.[5]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante interinale di brigata coloniale, nonostante una infermità che da vario tempo gli teneva quasi immobilizzato un braccio, continuava a conservare il comando della sua unità dirigendo e coordinando con sagacia e perizia le operazioni di polizia contro i ribelli. Venuto a conoscenza che un gruppo di armati si era presentato a poche ore di distanza dal suo presidio, messosi alla testa di una piccola colonna attaccava risolutamente l’avversario che metteva rapidamente in fuga ed inseguiva con alcuni suoi elementi. Attaccato da forze preponderanti alle spalle ed ai fianchi, con prontezza e sangue freddo dava immediate disposizioni per fronteggiare la nuova grave situazione, dirigendo personalmente i reparti, che incuorava ed incitava col suo esempio sfidando, in piedi, il piombo nemico, finché cadeva colpito a morte mentre, impugnato egli stesso un fucile, si dirigeva ove maggiore era il pericolo. Comandante di elette virtù militari, animatore dei suoi ascari, dai quali era adorato come padre. Tutta la sua vita di soldato egli dedicò al dovere ed al sacrificio. Rarati, 8 agosto 1937.[1]»
— Regio Decreto 20 febbraio 1939[6]
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ferito durante una ricognizione, compiva ugualmente il suo servizio. Fattosi medicare, volontariamente ricominciava, subito dopo, un’altra ricognizione. Nuovamente e più gravemente ferito al fianco, adempiva completamente il suo compito e, al ritorno, soltanto dopo ordine espresso del comandante di reggimento, si lasciava condurre al posto di medicazione. Santa Lucia di Tolmino, 17 agosto 1915
— Decreto Luogotenenziale 13 settembre 1916
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione indigeni, già distintosi in precedenti azioni durante la campagna in A.O. dava, nell’inseguimento di forze ribelli, ripetute prove di spiccate capacità di comandante e di ardire. Lanciato all’attacco di ben munite posizioni nemiche, sgominava, alla testa del suo battaglione, l’avversario, catturandone i capi. Nobile figura di soldato, combattente valoroso, vigile custode, durante la campagna in A.O., delle eroiche tradizioni del battaglione Galliano, primo sempre ove più forte era il pericolo, destava durante il combattimento di Gogetti, l’ammirazione di tutta la brigata. Gogetti, 20 febbraio 1937
— Regio Decreto 19 ottobre 1938[7]
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante coraggioso spinse i suoi uomini ai più duri cimenti e sprezzante del pericolo, infuse nei dipendenti il proprio spirito battagliero, trascinandoli a numerose vittorie. Hlg-Bardadle, 14-15-16, Colulle ed Eil, 17-18-19 aprile, Eil Ellindra 15 maggio 1926 (Somalia settentrionale)
Croce di guerra al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di battaglione eritreo, teneva saldo al fuoco il suo reparto, respingendo ripetuti contrattacchi del nemico che, sloggiato negli scontri del giorno precedente da forti posizioni, tentava con accanimento di ritornarne in possesso. Af Gagà, 25 dicembre 1935

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Tale battaglione era sempre in forza all'8º Reggimento alpini.

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Bianchi, Cattaneo 2011, p. 5.
  2. ^ Bellocchi 1970, p. 350.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q Bianchi, Cattaneo 2011, p. 6.
  4. ^ a b c d e f g h i Noi Alpini.
  5. ^ a b Bianchi, Cattaneo 2011, p. 7.
  6. ^ Registrato alla corte dei conti lì 1 maggio 1939, registro 4 Africa Italiana, foglio 21.
  7. ^ Registrato alla corte dei conti lì 22 febbraio 1939, registro 2 Africa Italiana, foglio 244.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Ugo Bellocchi (a cura di), Reggio Emilia Vicende e Protagonisti vol. 2, Bologna, Ediz.Edison, 1970.
  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Medagliere, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Alberto Cavaciocchi e Andrea Ungari, Gli italiani in guerra, Milano, Ugo Mursia Editore s.r.l., 2014.
  • Giuseppe Grasselli, L'eroico T. Colonnello Vasco Agosti, Reggio Emilia, 1938.
  • Giuseppe Grasselli, In memoria del T. Colonnello Vasco Agosti, Reggio Emilia, 1937.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]