Fritz Osswald

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Fritz Osswald (1913)

Fritz Osswald (Zurigo, 23 giugno 1878Starnberg, 24 agosto 1966) è stato un pittore svizzero. Artista del post-impressionismo tedesco, fu attivo nella Secessione di Monaco e ospite della colonia degli artisti di Darmstadt.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Fritz Osswald nasce a Zurigo il 23 giugno 1878. Figlio dello scultore Albert Osswald, trascorre l'infanzia tra Zurigo e Winterthur, dove frequenta le scuole primarie; dopo alcuni anni di collegio nella Svizzera romanda, viene iscritto agli istituti d'arte di Zurigo e Monaco di Baviera. Nel 1897, Osswald inizia a frequentare l'Accademia di Belle Arti di Monaco,[1] dove segue i corsi di Wilhelm von Diez e Nikolaos Gysis,[2] ricevendo due medaglie d'onore. Dal 1904, partecipa alle mostre della Secessione di Monaco, riscuotendo un discreto successo e vendendo le prime opere ai musei. Apprezzato come artista emergente e paragonato dalla critica a nomi già quotati,[3] Osswald si sposa nel 1907 con Elsbeth Leopold, che darà alla luce la figlia Agnes Hildegard, detta Hilla, nel maggio dell'anno seguente. L'artista viaggia molto tra Italia, Austria, Paesi Bassi, Svizzera, Mare del Nord e Mar Baltico fino a quando, nel 1913, gli giunge l'invito del granduca d'Assia Ernst Ludwig von Hessen a fare parte della Colonia degli artisti di Darmstadt,[4] culla e roccaforte dello Jugendstil. Qui Osswald, sulla breccia dell'onda, decora sale da ricevimento per l'alta borghesia e dispone di uno studio privato all'interno del castello, dove dipinge febbrilmente scorci urbani, fabbriche renane, vasi di fiori e grandi paesaggi invernali. I quadri dell'artista elvetico suscitano l'euforia delle maggiori gallerie tedesche da Monaco ad Amburgo, da Stoccarda a Berlino, da Heidelberg a Dresda. È l'apice del successo. Allo scoppio della Grande Guerra, Fritz Osswald è richiamato in Svizzera per adempiere agli obblighi militari, ma viene congedato per sopraggiunti limiti di età e torna a Darmstadt dove, nel frattempo, ha ottenuto il titolo di professore d'arte; lascia la colonia nel 1919 per trasferirsi nei pressi di Zurigo, dove risiede fino al 1922, quando acquista la grande casa di Starnberg (Baviera) in cui vivrà con la famiglia fino alla morte, che lo coglie senza particolare clamore il 24 agosto del 1966, dopo decenni di produzione artistica ininterrotta.

Lavori[modifica | modifica wikitesto]

"So che in inverno ogni mattina, dietro l'Hofgarten, nel parco di Nymphenburg e in altri luoghi nei dintorni di Monaco, con le mani nascoste in spesse manopole, dipinge, specialmente nei giorni gelidi, e ha fatto del quadro invernale, del simbolo della nostra esistenza che con la luce del sole e l'atmosfera glaciale diventa una parabola della vita che sfiorisce, una specialità della sua arte". (Georg Biermann su Velhagen & Klasings Monatshefte, 1909)[5]

Fritz Osswald attraversa da protagonista assoluto ed eccentrico la stagione epica dell'arte del primo Novecento, scandita da 'avanguardie' e da 'ritorni all'ordine'. Collaborando intensamente con i grandi mercanti d'arte come Ernst Arnold[6] e le gallerie Heinemann,[7] Thannhauser e Brakl,[8] l'artista originario di Zurigo conosce un vasto successo di critica e di pubblico fino alla metà degli anni Trenta. A Osswald, nel cinquantenario della morte, è stata dedicata una grande mostra dal 29 maggio al 2 ottobre 2016 presso il museo Casa de Rodis di Domodossola. Organizzata da "L'école des Italiens - Museo Immaginario" e dalla Fondazione Poscio, la mostra "Fritz Osswald - Il senso della neve" ha esposto circa 70 dipinti[9][10] ed è stata corredata di un volume dallo stesso titolo, pubblicato da Umberto Allemandi & C. con Mme Webb Editore. La mostra "Fritz Osswald - Il senso della neve"[11] si è ripetuta dal 1º luglio all'8 ottobre 2017 presso il Palazzo Assessorile[12] di Cles (Trento). Opere del pittore svizzero sono conservate presso il Museo regionale d'Assia, Mathildenhöhe,[13] il Museum Starnberger See[14] e la Fundaziun Capauliana di Coira.[15]

Esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • 1904 Monaco di Baviera (Secessione)
  • 1905 Zurigo (Künstlerhaus)
  • 1906 Monaco di Baviera (Glaspalast)
  • 1906 Zurigo (Esposizione nazionale d'arte svizzera)
  • 1909 Le Locle (Société Suisse des Beaux Arts)[16]
  • 1910 Dresda (galleria Ernst Arnold)
  • 1910-1929-1936 Monaco di Baviera (galleria Heinemann)[17][18]
  • 1921 Zurigo (Kunsthaus)
  • 1922 Monaco di Baviera (gallerie Thannhauser[19] e Brakl)
  • 1936 Monaco di Baviera (Galleria Civica)
  • 1952-1954-1956 Monaco di Baviera (Haus der Kunst)
  • 1977 Darmstadt (Museo regionale d'Assia, Mathildenhöhe)
  • 1979 Fürstenfeldbruck (Klostergalerie)
  • 2006 Starnberg (Kreissparkasse e Galleria Civica)
  • 2013 Domodossola (L'école des Italiens - Museo Immaginario)[20]
  • 2016 Domodossola (Casa de Rodis)[21][22]
  • 2016 Domodossola (L'école des Italiens - Museo Immaginario)
  • 2017 Cles (Palazzo Assessorile)[23]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Fritz Osswald, registro 1884–1920
  2. ^ Auktionshaus Michael Zeller, indice degli artisti
  3. ^ Articolo del Dr. Hans Graber sulla rivista Westermann’s illustrierte deutsche Monats-Hefte 58. Jahrgang – 115. Band, 2. Teil Gebundene Ausgabe – 1914
  4. ^ Breve profilo di Fritz Osswald sul sito dell'Institut Mathildenhöhe Darmstadt
  5. ^ Rivista d'arte "Velhagen & Klasings Monatshefte", n. XXVII, 1913
  6. ^ La figura di Ernst Arnold in un articolo della Frankfurter Allgemeine dell'8 agosto 1998
  7. ^ Mostra "La galleria Heinemann presenta Fritz Osswald" organizzata da "L'école des Italiens - Museo Immaginario" a Domodossola da maggio a ottobre 2016
  8. ^ La "Kunsthaus Brakl" di Franz Josef Brakl a Monaco di Baviera descritta da Emanuel Von Seidl in un articolo della rivista Deutsche Kunst und Dekoration
  9. ^ Blogspot dell'associazione culturale domese "L'école des Italiens - Museo Immaginario"
  10. ^ Intervista della Radiotelevisione Svizzera Italiana al giornalista e scrittore Davide Brullo
  11. ^ La mostra "Fritz Osswald - Il senso della neve" a Cles (Tn) da 01/07/2017 a 08/10/2017
  12. ^ Il Palazzo Assessorile di Cles (Tn)
  13. ^ Mathildenhöhe, Darmstadt
  14. ^ Museo di Starnberg
  15. ^ Le opere di Osswald conservate alla Fundaziun Capauliana di Coira
  16. ^ Catalogo della mostra
  17. ^ Storia della galleria Heinemann
  18. ^ Archivio digitalizzato della galleria Heinemann Archiviato l'8 luglio 2010 in Internet Archive. presso il Germanisches Nationalmuseum di Norimberga
  19. ^ Die Münchner Moderne Galerie dalla rivista Sport & Salon, 16 aprile 1910, p. 13
  20. ^ Mostra "Fritz Osswald (1878-1966)
  21. ^ Casa de Rodis a Domodossola Archiviato il 23 dicembre 2016 in Internet Archive.
  22. ^ Fritz Osswald – Il senso della neve Immagini dalla mostra di Domodossola ("L'école des Italiens - Museo Immaginario", Collezione Poscio), da YouTube
  23. ^ Registro dei visitatori della mostra "Fritz Osswald - Il senso della neve" a Cles

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Wilhelm Michel: Maler Fritz Osswald - München In: Deutsche Kunst und Dekoration: illustrierte Monatshefte für moderne Malerei, Plastik, Architektur, Wohnungskunst u. künstlerisches Frauen-Arbeiten, 24/1909, pp. 190–196 Versione digitale
  • Georg Biermann: Ein Münchener Maler In: Velhagen & Klasings Monatshefte, 1909 Versione digitale
  • Hermann Uhde-Bernays: Fritz Osswald - München In: Deutsche Kunst und Dekoration: illustrierte Monatshefte für moderne Malerei, Plastik, Architektur, Wohnungskunst u. künstlerisches Frauen-Arbeiten, 32/1913, pp. 86–94 Versione digitale

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN2757145857036122921174 · ULAN (EN500092834 · LCCN (ENno2017036057 · GND (DE117155241 · WorldCat Identities (ENlccn-no2017036057