Umberto Allemandi (azienda)

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Società Editrice Umberto Allemandi
StatoBandiera dell'Italia Italia
Forma societariaSocietà a responsabilità limitata
Fondazione1982
Fondata daUmberto Allemandi
Sede principaleTorino
SettoreEditoria
Prodottilibri, periodici
Sito webwww.allemandi.com

La Umberto Allemandi è una casa editrice italiana con sede a Torino, specializzata nella pubblicazione di libri e periodici d'arte e d'architettura.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

La società editrice Umberto Allemandi è stata fondata nel 1982 a Torino da Umberto Allemandi.

La prima iniziativa, che vide la luce nel maggio del 1983[1], è stata il mensile Il Giornale dell'Arte, edito anche in lingue diverse dall'italiano e distribuito a livello internazionale attraverso la controllata Umberto Allemandi & Co. Publishing Ltd, con i titoli The Art Newspaper (edito a Londra e New York) Ta Nea tis Technis (edito ad Atene dal 1992) e Le Journal des Arts (edito a Parigi dal 1994).

A partire dal 2002 la casa editrice cura anche la pubblicazione del mensile Il Giornale dell'Architettura, che tratta di architettura, urbanistica, design e ambiente.

Autori e pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fra i suoi autori la casa editrice annovera John Pope-Hennessy, Clement Greenberg, Federico Zeri, Michael Jaffé, Francis Haskell, Jean Clair, Rafael Moneo, Ignasi de Solá-Morales, Renzo Piano.

Nel 1995, in associazione con la Réunion des Musées Nationaux, ha vinto la prima gara in Italia per l'istituzione di librerie nei musei statali italiani, realizzando la grande libreria SACS, progettata da Michele De Lucchi, nella Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma. In seguito ha gestito numerose altre librerie, tra le quali quelle della Galleria civica d'arte moderna e contemporanea di Torino, del Castello Sforzesco di Milano, del Museo egizio di Torino, della Reggia di Venaria e del Museo di antichità di Torino.

Ha pubblicato cataloghi per autorevoli musei tra i quali il Museum of Modern Art di New York, il Musée d'Orsay di Parigi, Palazzo Grassi a Venezia, il Museo Poldi Pezzoli di Milano, la Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea di Roma e i Musei Vaticani.

Ha pubblicato volumi per primari istituti di credito, tra i quali la Banca Commerciale Italiana, il Monte dei Paschi di Siena, l'Istituto San Paolo di Torino nonché per fondazioni quali la Compagnia di San Paolo, la Fondazione CRT, la Fondazione di Venezia, la Fondazione di Roma, Venice in peril, la Fondazione Fendi, l'Aga Khan Trust for Culture di Ginevra, la Fondazione Gulandris di Atene e l'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti.

Ha prodotto opere per aziende industriali come Fiat, Martini & Rossi e Max Mara; per enti fieristici quali la Fiera di Milano, il Lingotto di Torino, la Fiera di Bologna e la Biennale di Firenze nonché per gallerie d'arte e antiquari di vari Paesi.

Tra le principali opere editoriali si segnala il Dizionario Universale Allemandi dell'Architettura del XX Secolo in sei volumi, del quale nel 2004 ha curato un'edizione in quattro volumi per l'Istituto dell'Enciclopedia Italiana.

Premi e riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1992 la Umberto Allemandi & C. ha ricevuto dall'allora Presidente del Consiglio Carlo Azeglio Ciampi il Premio Nazionale per la Cultura[2] per l'editoria (insieme a Renzo Piano per l'architettura, Luciano Berio per la musica, Alberto Burri per la pittura, Vittorio Gassman per il teatro, Emilio Servadio per la medicina e Sergio Quinzio per la filosofia).

Inoltre, tra vari altri premi, la casa editrice ha ricevuto il Premio National Art Collection Fund di Londra; l'Art Director's Club Merit Award di New York; il premio OAT Cultori dell'Architettura per essere stata l'editore del quotidiano del Congresso mondiale degli architetti (2008); il premio Media Awards (2008) quale Miglior Mensile d'arte per Il Giornale dell'Arte.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Umberto ha fatto trenta, in Il Sole 24 ore, 26 maggio 2013. URL consultato il 7 settembre 2018.
  2. ^ Umberto Allemandi & C., su provincia.torino.gov.it, Provincia di Torino. URL consultato il 7 settembre 2018 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2018).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN311378706 · GND (DE5101781-7 · WorldCat Identities (ENviaf-311378706