Franco Monticone

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Franco Monticone
Franco Monticone
NascitaAsti, 13 febbraio 1940
MorteRoma, 17 agosto 2022
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armata Esercito Italiano
Specialità Incursore Paracadutista
GradoGenerale di Corpo d'Armata
GuerreGuerra del Golfo
CampagneOperazione Provide Comfort
Comandante di 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin"

Brigata Paracadutisti "Folgore"

Forza d'Intervento Rapido

Studi militariAccademia militare di Modena
Fonti citate nel corpo del testo
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Franco Monticone (Asti, 13 febbraio 1940Roma, 17 agosto 2022[1]) è stato un generale italiano, già Comandante del 9º Battaglione d'assalto paracadutisti "Col Moschin" e della Brigata paracadutisti "Folgore". La sua carriera è stata indirizzata essenzialmente verso gli aspetti organizzativi ed esecutivi dei settori addestrativo ed operativo.

È stato Presidente Onorario della Sezione di Roma della Associazione Nazionale Paracadutisti d'Italia.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Carriera militare[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un Sottufficiale della Marina Militare ha vissuto a Genova sino al 1958, quando è stato ammesso al 15º Corso dell'Accademia militare di Modena nella quale, al termine del biennio, è risultato tra i primi in graduatoria di merito.

Dopo la frequenza della Scuola d’Applicazione d’Arma, nel 1963 è stato assegnato al Battaglione Alpini “Aosta”, che aveva funzione di reparto sperimentale per l’impiego di un nuovo tipo di armamento: la conseguente intensa attività addestrativa consentì all'allora Tenente Monticone di acquisire un’importante esperienza nell'impiego delle Minori Unità.

Già in possesso dal 1961 dell’abilitazione al lancio con paracadute, nel 1964 ha conseguito il brevetto di “Istruttore militare di alpinismo” ed è successivamente stato trasferito al 1º Reggimento Paracadutisti a Livorno, dove ha comandato per due anni il plotone e per altri due anni la 15ª Compagnia “Diavoli Neri”, peraltro costantemente citata come esempio nelle direttive addestrative del Comando Brigata Paracadutisti “Folgore”.

Nel 1968 è stato destinato al Battaglione Sabotatori, diventato in seguito il 9º Reggimento d'assalto paracadutisti "Col Moschin", dove ha conseguito le qualifiche di “Guastatore paracadutista” e di “Operatore subacqueo”.

Nel 1970 ha frequentato la Scuola di Guerra, al termine della quale è stato assegnato al settore operativo del Comando della Brigata “Folgore”, e successivamente destinato allo Stato Maggiore Esercito.

9º Battaglione d’Assalto - Costituzione UNIS[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1978 assume il comando del 9º Battaglione d’Assalto Paracadutisti “Col Moschin” dove, come primo compito su impulso degli alti vertici politici e militari, ha avuto l’incarico di creare e addestrare quella che in Italia fu tra le prime Unità di Intervento Speciale (UNIS)[2], nell’ambito della primissima attenzione dello Stato dedicata al controterrorismo.

L’elaborazione delle modalità d’impiego per situazioni e obiettivi diversi da quelli consueti di tipo militare (ma tipici della eversione, non solo italiana ma anche europea, emersa in quegli anni) e la preparazione del personale svolta in condizioni di massimo realismo, hanno costituito per l’Italia una prima barriera alle aggressioni terroristiche, e per l’Ufficiale un’ulteriore esperienza circa l’impiego delle Forze speciali.

Brigata Paracadutisti "Folgore"[modifica | modifica wikitesto]

Dal 1980 al 1985 ha ricoperto prima l’incarico di Capo di Stato Maggiore della Brigata “Folgore” e, una volta promosso al grado di Colonnello, quello di Vice Comandante. Dopo ulteriori incarichi presso lo Stato Maggiore Esercito, viene promosso Generale di Brigata e nel 1988 assume il comando della Brigata Paracadutisti "Folgore", mantenuto sino al 1991. Durante questo comando il Gen. Monticone, avvalendosi di collaboratori attentamente selezionati, ha notevolmente migliorato la sicurezza d’impiego del paracadute Irvin 80 B. Mentre infatti in precedenza tale paracadute aveva presentato non pochi problemi di funzionamento, nei quattro anni successivi non si verificarono incidenti di rilievo.

Comandante ITALPAR[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1991 è stato impiegato nel Kurdistan iracheno[3] nell'ambito della Operazione Provide Comfort, come Comandante del Contingente ITALPAR, che costituiva la componente operativa schierata nel nord dell’Iraq, facente parte di un contingente internazionale comandato dal Generale statunitense. La missione ebbe pieno successo per i rapporti di fiducia instaurati con la popolazione curda e per la collaborazione operativa realizzata con i Peshmerka. Nei confronti dell’Esercito Italiano e verso l'operato del Generale Monticone fu manifestata ampia stima dal Comando alleato.

Il falso golpe[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1993 fu coinvolto, assieme ad alti vertici militari, nel c.d. Affare Lady Golpe, nato dal fatto che l’estremista Gianni Nardi avesse svolto il proprio servizio militare come paracadutista.[4] L'epilogo giudiziario fu chiaro e vide condannati per calunnia ed autocalunnia gli accusatori del Generale, con la piena destituzione da ogni fondamento di tutte le accuse che lo riguardavano tanto che fu successivamente promosso al grado di corpo d’armata. Di certo gli anni ‘90, periodo antecedente alla nascita della c.d. “Seconda Repubblica”, furono anni particolarmente tumultuosi e caratterizzati da notevoli trasformazioni politiche e sociali[5], che videro nascere diversi casi nazionali dai contorni oscuri e mai completamente chiariti[6], che favorirono lo sviluppo di vicende evidentemente destinate a distrarre l’attenzione dell’opinione pubblica.[7]

Organizzazione Forze Speciali e Studio "Sistema Soldato"[modifica | modifica wikitesto]

Il Gen. Monticone ha frequentato il Centro Alti Studi per la Difesa ed è stato Comandante della Forza d'intervento rapido.

Dal 1994 è stato impiegato presso lo SME con il compito di studiare l’organizzazione delle Forze Speciali dell’Esercito: il risultato di tale attività è stata la creazione di un Reggimento Ranger e di un Reggimento Acquisizione Obiettivi, il 185° RAO. Nel contempo ha per primo ricoperto l’incarico di Capo del Gruppo di lavoro deputato al nuovo studio riguardante lo sviluppo e la configurazione del “Sistema Soldato”, che continua sino ad oggi con la nuova dizione di “Soldato sicuro”.

Franco Monticone ha lasciato il servizio dopo aver conseguito il grado di Generale di Corpo d'Armata. Nel campo delle aviotruppe ha conseguito l’Abilitazione ai lanci in caduta libera, l’Abilitazione ai lanci da alta quota con apparecchiature ad ossigeno, il brevetto di Istruttore militare di paracadutismo e le qualifiche di Direttore di lancio e di Comandante di pattuglia guida.

Principali Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

  • Due Croci d’argento al merito dell’Esercito[8]
  • Medaglia d’argento al merito di lungo comando nell’Esercito.
  • Medaglia d’oro al merito di lunga attività di paracadutismo.
  • Croce commemorativa per la partecipazione alle operazioni in Kurdistan.
  • Croce commemorativa per la partecipazione alle operazioni in Bosnia.
  • Medaglia di bronzo al merito della Croce Rossa.
  • Medaglia per meriti di servizio (U.S.A.).
  • Grande Ufficiale al merito della Repubblica Italiana
Croce d'argento al merito dell'Esercito - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante delle Forze Operative del Contingente Italiano in IRAK settentrionale, operava con instancabile tenacia e ferrea determinazione, realizzando in tempi brevissimi, nonostante le difficoltà dell'ambiente, una organizzazione di soccorso e protezione a favore della popolazione curda quanto mai efficiente. Con un'azione di comando caratterizzata da eccezionale spirito di sacrificio e di dedizione, riusciva a garantire costantemente un elevato livello di sicurezza ai rifugiati curdi, che accettavano di rientrare in massa nelle loro case in territorio irakeno posto sotto il controllo delle Forze Italiane. Il sentito riconoscimento e l'ammirato plauso palesati in numerose circostanze dalla popolazione curda e l'incondizionato apprezzamento dichiarato dagli Alleati, hanno costituito la più valida dimostrazione di tale operato. Comandante di grande valore ha contribuito, con l'esemplare affermazione delle Forze da lui comandate, ad elevare il prestigio e l'onore dell'Esercito Italiano in ambito internazionale. ZAKHO (Irak) maggio-luglio 1991.»
— Data conferimento 6 settembre 1991

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Morto al Celio il generale Monticone, fu comandante Folgore, su adnkronos.com, Adnkronos, 17 agosto 2022. URL consultato il 17 agosto 2022.
  2. ^ Col Moschin 40 anni UNIS, su Difesa Online, 28 novembre 2018. URL consultato il 29 dicembre 2020.
  3. ^ VENTICINQUE ANNI FA L’OPERAZIONE AIRONE IN KURDISTAN – Analisi Difesa, su analisidifesa.it. URL consultato il 29 dicembre 2020.
  4. ^ E TRA GOLPE E AMANTI RISPUNTA IL NERO NARDI, su la Repubblica.it. URL consultato il 29 dicembre 2020.
  5. ^ da "In Italia all’inizio degli anni Novanta esplode:* L’indebolimento della capacità di aggregazione dei partiti; la personalizzazione della vita politica nel senso che alla politica dei partiti si sovrappone e si sostituisce la politica personale dei leaders.* L’esaurirsi delle ideologie e dei sistemi di valori fondati sull'impegno politico, se da un lato toglieva spazio alle ipotesi eversive, dall'altro contribuiva a perpetuare il distacco tra classe politica e società civile, a rafforzare la diffidenza nei confronti dei partiti, a far salire la polemica contro le disfunzioni del sistema. Gli ultimi anni ’80 videro accentuarsi queste difficoltà mentre si faceva più sentita la richiesta di riforme istituzionali.* Nascono nuovi soggetti politici come la Lega di Bossi: le sue qualità tribunizie convivono con neoliberalismo, populismo, rivolta fiscale, ostilità verso la politica meridionalista del governo, che si accusava di farla con le risorse del Nord. * 1992 tangentopoli: anno culminante della diffusione della corruzione in ambienti politici".
  6. ^ da La strategia dell'inganno. Stefania Limiti Descrizione del libro: "Il buco nero della nostra repubblica in una nuova ricostruzione. Un’impressionante sequenza di fatti che portarono al ribaltamento della politica italiana. Un vero golpe non militare. Il cosiddetto golpe Nardi, l’assalto alla sede Rai di Saxa Rubra da parte di un gruppo di mercenari in contatto con la Cia, le stragi di Milano, Firenze, Roma, quelle mafiose di Palermo, il black-out a Palazzo Chigi, e in mezzo Tangentopoli, gli scandali del Sismi e del Sisde, la fine dei partiti storici, la crisi economica. La sequenza di avvenimenti di quel biennio ricostruita in questo libro ha qualcosa di impressionante e fa pensare a una regia che passa attraverso le nostre stesse istituzioni. Come dimostra l’autrice, tutti questi fatti portano il segno di una grande opera di destabilizzazione messa in pratica anche con la collaborazione delle mafie e con l’intento di causare un effetto shock sulla popolazione, creando un clima di incertezza e di paura, e disgregando le nostre strutture di intelligence. Centinaia di testimonianze, inchieste, processi hanno offerto le prove che in Italia è stata combattuta una guerra non convenzionale a tutto campo e sotterranea. Furono azioni coordinate? E se sì da chi? Non lo sappiamo. Di certo tutte insieme, in un contesto di destabilizzazione permanente, provocarono un ribaltamento politico generale. Un golpe a tutti gli effetti".
  7. ^ Enzo Santarelli, Storia critica della repubblica: l'Italia dal 1945 al 1994, Feltrinelli Editore, 1996, ISBN 978-88-07-81374-0. URL consultato il 29 dicembre 2020.
  8. ^ Le onorificenze della Repubblica Italiana, su quirinale.it. URL consultato il 29 dicembre 2020.