Francesco Tamagno

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Francesco Tamagno

Francesco Tamagno (Torino, 28 dicembre 1850[1]Varese, 31 agosto 1905) è stato un tenore drammatico italiano.

Biografia

Di umili origini, nacque nel quartiere di Borgo Dora a Torino in una famiglia numerosissima composta da 15 fratelli e sorelle, 10 dei quali morti in giovanissima età a causa di colera e tubercolosi. Il padre Carlo era l'oste di una modesta trattoria a Porta Palazzo (la Trattoria dei Pesci Vivi), la madre Margherita Protto morì poco dopo quando lui era ancora fanciullo. Lavorò fin da piccolo nella trattoria di famiglia come cameriere.

Suo padre aveva la passione per il canto, che però non coltivò ma trasmise ai suoi figli. Francesco, che il padre giudicò dotato, prese alcune lezioni da un maestro di Torino e faceva settimanalmente i suoi esercizi corali coi suoi compagni sotto le arcate del Ponte Mosca della Dora, luogo sufficientemente lontano dalle abitazioni. Un giorno gli capitò l'occasione della vita: il Teatro Regio aveva urgente bisogno di un tenore per l'opera Poliuto poiché uno dei comprimari si era improvvisamente ammalato. Il maestro che gli insegnava canto, informatone, pensò a lui e segnalò il suo nome. Dopo aver quindi esordito nel 1871 a Torino come comprimario nel Poliuto (Nearco), conquistò il primo rimarchevole successo a Palermo nel 1875 in Un ballo in maschera. Venne quindi scritturato alla Fenice di Venezia e al San Carlo di Napoli, debuttando nel 1878 alla Scala di Milano ne L'Africana di Giacomo Meyerbeer.

Fu il protagonista alla prima assoluta dell'Otello di Giuseppe Verdi il 5 febbraio 1887, ruolo che divenne in seguito il suo cavallo di battaglia.

Fu inoltre il primo Gabriele Adorno nella seconda versione del Simon Boccanegra di Verdi (Scala, 24 marzo 1881), il primo Azaele nel Figliuol prodigo e il primo Didier in Marion Delorme, entrambe di Amilcare Ponchielli.

Ebbe in repertorio anche titoli della prima metà dell'Ottocento come Gli Ugonotti e Il profeta di Meyerbeer e Guglielmo Tell di Rossini.

La sera del 30 agosto 1905, mentre era in visita a Varese da un amico, Tamagno venne colto da una emorragia cerebrale, dalla quale non si riprese. Nella notte venne colto da un secondo attacco, che dopo poche ore di agonia provocò la morte del tenore. Erano le 7,30 del mattino del 31 agosto. Per sua espressa volontà la salma venne imbalsamata e i funerali si tennero il 5 settembre a Torino, sua città natale.[2]. È sepolto in un poderoso mausoleo bianco alto 37 metri, eretto per volontà della figlia Margherita, molto affezionata al padre. Il mausoleo si trova all'interno del Cimitero monumentale di Torino, nella parte antica (quinta ampliazione).

Secondo la critica, la sua voce prodigiosa per potenza, squillo ed estensione, e il suo vocalizzo vigoroso e definito fecero di lui il più grande tenore verdiano ed uno dei massimi artisti lirici della fine del XIX secolo.

La sua tecnica era legata a quella del 'puro' canto di tradizione italiana, che attribuiva ancora grande importanza all'intelligibilità testuale. Le vocali erano ben differenziate, permettendo una chiara comprensione dei significati del libretto, potenziandone così l'interpretazione drammatica. Ascoltando le registrazioni storiche della limpida voce di Tamagno, appare evidente che l'affidamento del ruolo di Otello ad una cosiddetta 'voce scura' di tenore drammatico, confinante con quella del baritono, risulta più un vezzo novecentesco, che una reale scelta artistica voluta da Verdi.

Riconoscimenti

Il tenore dà il nome alla Società Culturale Artisti Lirici Torinese "Francesco Tamagno" di Torino e all'associazione Amici della lirica "Francesco Tamagno" di Varese.

Media

Raro disco di Tamagno. Youtube.

Note

  1. ^ Secondo altre fonti 1851.
  2. ^ Archivio Storico, in La Stampa, http://lastampa.it. URL consultato il 15 apr 2011.

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