Flavio Ottaviani

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Flavio Ottaviani
NascitaFoligno, 1911
MortePasso Uarieu, 21 gennaio 1936
Cause della morteCaduto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
RepartoII Gruppo cannoni da 65/17, 2ª Divisione CC.NN. "28 ottobre"
GradoSottotenente di complemento
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Flavio Ottaviani (Foligno, 1911Passo Uarieu, 21 gennaio 1936) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della guerra d'Etiopia[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Foligno, provincia di Perugia, nel 1911, figlio di Fausto e Iole Tradanti.[2] Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria presso l'università di Roma venne chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito, e frequentava la Scuola allievi ufficiali di complemento di Lucca nel novembre 1933 ne uscì con il grado di sottotenente dell'arma di artiglieria nel giugno 1934, assegnato al 9º Reggimento artiglieria da campagna.[1] Mobilitato nel marzo 1935 per esigenze legate alla situazione in Africa Orientale, partì volontario per l'Eritrea con il II Gruppo cannoni da 65/17 della 2ª Divisione CC.NN. "28 ottobre", imbarcandosi a Napoli nell'agosto successivo.[1] A partire dal mese di ottobre prese parte alle operazioni belliche nel corso della guerra d'Etiopia, e cadde in combattimento a Passo Uarieu il 21 gennaio 1936 venendo insignito dapprima di una medaglia d'argento al valor militare successivamente trasformata, per "motu proprio" del re Vittorio Emanuele III in medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Una caserma di Brescia, ospitante un reparto della Brigata meccanizzata "Brescia", ha portato il suo nome.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Volontario di guerra, durante aspro e sanguinoso combattimento si prodigava là dove maggiore era il pericolo, incitando i suoi artiglieri all’ultima disperata difesa dei pezzi contro il nemico che in forze soverchianti si era avvicinato. Ricevuto l’ordine di ripiegare, dopo aver disposto per salvare materiale e personale, saputo che una stazione radio era stata abbandonata, tornava da solo indietro per distruggerla. Riunitosi ai compagni, già in prossimità della ridotta, che sarebbe stata la sua salvezza, venuto a conoscenza che un commilitone gravemente ferito era rimasto sul campo di battaglia, con sublime spirito di solidarietà, ritornava sui suoi passi per salvare il compagno e solo dopo averlo rintracciato riprendeva il cammino verso la ridotta. Circondato dalle orde nemiche cadde eroicamente lottando sino all’ultimo. Magnifico esempio di alta virtù militare e di sublime spirito di sacrificio. Passo Uarieu, 21 gennaio 1936 .[3]»
— Regio Decreto 16 settembre 1937.
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di pattuglia O.C., durante aspro combattimento, contribuiva efficacemente a rendere tempestivo ed efficiente l'intervento dell'artiglieria. Accentuatasi la pressione nemica si univa alle camicie nere combattendo da fante finché cadeva eroicamente colpito a morte. Mai Beles, 21 gennaio 1936
— Regio Decreto 24 luglio 1936.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Combattenti Liberazione.
  2. ^ a b c Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 144.
  3. ^ Medaglia d'oro al valor militare Ottaviani, Flavio, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato l'11 luglio 2021.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Vol. 2: La conquista dell'Impero, Milano, A. Mondadori Editore, 1992.
  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le medaglie d'oro al valor militare Volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 144.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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