Enrico di Cinq-Mars

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Enrico di Cinq-Mars
Enrico di Cinq-Mars
Marchese di Cinq Mars
Stemma
Stemma
In carica1632 – 1642
PredecessoreAntoine Coëffier de Ruzé, marchese di Effiat
Nascita1620
MorteLione, 12 settembre 1642
Enrico di Cinq-Mars
Nascita1620
MorteLione, 12 settembre 1642
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Enrico Coiffier de Ruzé, marchese di Cinq-Mars (AFI: /sɛ̃ maʁ/) (1620Lione, 12 settembre 1642), era figlio del Maresciallo di Francia Antoine Coëffier de Ruzé, marchese di Effiat (15811632), un amico intimo del cardinale Richelieu, che alla morte del padre ne prese sotto la sua protezione il figlio dodicenne.

Vicenda[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1639 il Richelieu aveva presentato il Cinq-Mars a Luigi XIII nella speranza che ne potesse diventare un favorito.[1] Il Cinq-Mars divenne presto Gran Maestro della Guardaroba del re e poi primo Grande Scudiere di Francia e Luigi XIII gli offrì pure il titolo di conte di Dammartin. Dopo essersi distinto nell'assedio di Arras, aspirò a più elevati compiti militari, nonché al matrimonio con la Duchessa di Mantova, Maria Gonzaga, di rango assai superiore al suo.

Richelieu si oppose al progetto, ufficialmente per la differenza eccessiva di rango e di età fra i due (Maria aveva dieci anni più di Enrico), ma più probabilmente per il timore non infondato che in questo modo il giovane, ormai palesemente sfuggito al suo controllo e deciso a giocare da solo, puntasse a consolidare la propria posizione a Corte e prendere il ruolo di Richelieu. Da questo punto in poi i due avversari puntarono in effetti alla reciproca eliminazione. Cinq-Mars si accordò così con François Auguste de Thou e con il fratello del re Gastone (che puntava a spodestare il re e prenderne il posto) per complottare con il partito filo-spagnolo.

Il complotto (a cui forse prese parte anche la moglie del re) prevedeva la cacciata od anche l'uccisione del Richelieu, e la firma di un trattato di pace tra Francia e Spagna, con la rinuncia a tutti i territori conquistati fino a quel momento. Il 13 marzo 1642 i congiurati firmarono a proprio nome a Madrid un trattato di pace in questo senso, senza averne avvisato il re. Gli spagnoli ammassarono perciò un esercito di 18.000 uomini nella zona di Sedan, pronti a intervenire militarmente a sostegno dei congiurati.

Ma un corriere segreto del marchese fu intercettato dalla polizia del Richelieu e questi scoprì il complotto. Traditi nella fiducia riposta nel marchese, sia Richelieu che Luigi XIII decisero di punire con la morte il traditore: imprigionato nella prigione di stato del Castello di Pierre-Scize, il Cinq-Mars ed il Thou furono decapitati a Lione. La madre del Cinq-Mars fu mandata in esilio in Turenna, il fratello fu privato dei benefici di abate ed il castello di famiglia fu fatto radere “a livello di infamia”. Conseguenza ulteriore della cospirazione fallita fu la registrazione in Parlamento della dichiarazione con cui il fratello del re, Gastone, veniva privato del diritto alla reggenza. Gli furono però restituiti i suoi appannaggi, in cambio della denuncia dei nomi di tutti i suoi complici.

Letteratura e teatro[modifica | modifica wikitesto]

L'episodio del Cinq-Mars ispirò ad Alfred de Vigny un romanzo dal titolo Cinq-Mars, pubblicato nel 1826. Nel 1877 Charles Gounod musicò un'opera lirica dal medesimo titolo. Barbara Strozzi pubblicò nell'Opus 2 (Cantate, ariette, e duetti, 1651) il Lamento, dedicato all'esecuzione capitale di Cinq-Mars.[2]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Con questa espressione non si indica necessariamente un legame di tipo sessuale (omo- od etero-) ma spesso solo di un intimo amico, che godeva di gran fiducia da parte del sovrano (o della sovrana) ed i cui consigli erano più facilmente accettati di quelli di altri personaggi della corte, che pur godevano anch'essi della stima dei sovrani. Alcuni di coloro che credono alla bisessualità di Luigi XIII avanzano l'ipotesi che il gioco di Richelieu consistesse nel tentativo di farne l'amante, credendo a torto di poter influenzare più facilmente il re per mezzo del ragazzo. Tallemant des Réaux testimonia nelle sue Histoiriettes di come la relazione fra Luigi XIII e il suo favorito andasse oltre il livello platonico; si tratta, però, di un editorialista notoriamente nemico del Richelieu. Pierre Chevalier, in "Louis XIII, roi cornélien" ha definito tali racconti come semplici calunnie.
  2. ^ Barbara Strozzi, Il lamento, in Cantate, ariette, e duetti, Venezia, Gardano, 1651. URL consultato il 6 marzo 2024. Reso accessibile online da Cor Donato Editions.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gedeon Tallemant des Réaux, Historiettes, passim.
  • Alfred de Vigny, Cinq-Mars, ou une conjuration sous Louis 13 [1826], Gallimard, Paris 1999. Traduzione italiana: Il marchese di Cinq Mars: una congiura sotto Luigi XIII, Bur, Milano, 1956.
  • Anaïs Bazin (Anaïs de Raucou, detta), Histoire de France sous Louis XIII, Chamerot, Paris, 1846.
  • Francesco Guidi, Enrico di Cinq-Mars. Ballo storico in otto quadri del coreografo Emanuele Viotti da rappresentarsi nel Teatro Regio il carnevale dell'anno 1849-50, Officina tip. e lit. di Giuseppe Fodratti, Torino, s.d. ma 1849.
  • AA.VV., La conjuration de Cinq-Mars: recit de Montglat, Fontrailles, Tallemant des Reaux etc. (1642), L. Hachette, Paris, 1853.
  • Charles Gounod, Cinq Mars. Opera in quattro atti. Riduzione per canto colle voci di sop. e tenore in chiave di sol con accomp. di pianoforte. Parole di P. Poirson e L. Gallet, versione italiana di A. De Lauzieres, musica di Carlo Gounod, Stabilimento musicale F. Lucca, Milano, s.d. ma circa 1877.
  • Jeanne Pauline Basserie, La conjuration de Cinq-Mars, Perrin et cie, Paris, 1896.
  • Henry Robert, Le proces de Marie Stuart, l'affaire Cinq Mars, le proces de Nicolas Foucquet, un profiteur du grand siècle, Payot, Paris, 1926.
  • Pierre De Vaissiere, Conjuration de Cinq-Mars, Libraire Hachette, Paris, 1928.
  • Philippe Erlanger, Le mignon du roi, Editions Pocket, 1973.
  • Charles Pasteur, Le beau vice, ou l'homosexualité à la Cour de France, Balland, Paris, 1999.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Gran scudiero di Francia Successore
Roger de Saint-Lary 1639 – 1643 Enrico di Lorena-Harcourt
Controllo di autoritàVIAF (EN57424682 · ISNI (EN0000 0000 7248 4973 · BAV 495/65614 · CERL cnp00555789 · LCCN (ENn50054513 · GND (DE119438747 · BNF (FRcb133325190 (data) · J9U (ENHE987007277664505171 · WorldCat Identities (ENlccn-n50054513