Enrico Franco

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Enrico Franco
NascitaNiscemi, 5 giugno 1906
MorteTorino, 10 marzo 1941
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
SpecialitàAlpini
Reparto3º Reggimento artiglieria da montagna
Anni di servizio1927-1941
GradoTenente colonnello in servizio permanente effettivo
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941) [1]
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Enrico Vincenzo Mario Franco (Niscemi, 5 giugno 1906Torino, 10 marzo 1941) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Niscemi, provincia di Caltanissetta, il 5 giugno 1906, figlio di Nicola e Marianna Rizzo.[2] Frequentato presso l'Università di Napoli il biennio di matematica nella facoltà di ingegneria, nel 1927 fu arruolato nel Regio Esercito per prestare servizio militare di leva nell'arma di artiglieria come sottotenente di complemento nel 7º Reggimento artiglieria campale, ma rinunciò al grado per entrare alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino.[2] Nominato sottotenente in servizio permanente effettivo nel 1929, dopo la frequenza presso la Scuola di applicazione d'arma venne destinato in servizio, con il grado di tenente al 6º Reggimento artiglieria campale.[2] Nell'aprile 1936 e trasferito al 45º Reggimento artiglieria, e partì per la Libia col I Gruppo mobilitato per esigenze legate alla situazione in Africa Orientale.[2] Rientrato in Patria dopo pochi mesi, nel gennaio 1937 contrasse matrimonio a Torino con Marisa Corrado, e venne destinato al 1º Reggimento artiglieria da montagna con il grado di capitano, conseguito nel gennaio 1938.[2] Dopo avere partecipato, dal 10 giugno 1940, alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera occidentale contro la Francia, fu trasferito al 3º Reggimento artiglieria da montagna, con il quale il 13 febbraio 1941 partì per l'Albania.[2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di elette virtù militari, animatore e suscitatore di ogni energia ed eroismo, comandante di batteria alpina in posizione avanzatissima, per tre giorni consecutivi, noncurante del violento fuoco di artiglieria e mitragliatrici avversarie, svolgeva ininterrotte ed efficaci azioni di fuoco. Nelle fasi più critiche, calmo, sereno, sempre in mezzo ai suoi dove il pericolo era maggiore, dava esempio fulgidissimo di valore. Spintosi oltre la linea dei pezzi per meglio dirigere il tiro della propria batteria, veniva colpito in pieno da una granata nemica che gli stroncava gli arti inferiori. Noncurante della terribile mutilazione, si preoccupava solo di impartire precise disposizioni per la prosecuzione dell’azione di fuoco, che doveva ricacciare l’avversario sulle posizioni di partenza. Si spegneva dissanguato, dolendosi solo di non poter portare i suoi artiglieri alla immancabile vittoria. Pendici orientali di Mali Scindeli (Fronte greco), 10 marzo 1941[3]»
— Regio Decreto 2 ottobre 1942.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.560.
  2. ^ a b c d e f Combattenti Liberazione.
  3. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  4. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 4 novembre 1942, Guerra, registro 41, pagina 207.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 560.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]