Elie Azagury

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Elie Azagury (in arabo إيلي أزاڭوري?; Casablanca, 1918Casablanca, 2009) è stato un architetto marocchino; uno dei principali esponenti del Groupe des Architectes Modernes Marocains in seguito all'indipendenza del Marocco nel 1956, è considerato il primo architetto modernista marocchino; molti dei suoi lavori sono stati realizzati a Casablanca, Tangeri e Agadir.[1] Di fede comunista, fu attivo nel promuovere progetti di edilizia pubblica, come a Hay Hassani a Casablanca.[2][3] I suoi lavori sono caratterizzati da un'unione tra l'architettura locale e moderna[4][5].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel 1918 a Casablanca da una famiglia ebraica marocchina originaria del Marocco settentrionale. Il padre era uomo d'affari nel settore dell'edilizia. Nel corso della sua gioventù, fu amico di Jean-François Zevaco e lavorò come apprendista per Marius Boyer.[2][6] Nel 1937 si trasferì a Parigi e nel 1939 entrò nell'École nationale supérieure des beaux-arts per studiare architettura. In seguito all'invasione tedesca nell'ambito della seconda guerra mondiale, fuggì a Marsiglia, dove approfondì gli studi sull'architettura statunitense. Dopo un'esperienza a Megève, tornò a Parigi, dove conseguì la laurea in occasione della liberazione di Parigi.[7]

Emigrò a Stoccolma, dove rimase per due anni lavorando con Ralph Erskine. Tornò poi a Parigi, dove entrò in contatto con gli ambienti della sinistra politica.[1][7] Rientrò a Casablanca nel 1949, dove progettò varie ville ed edifici scolastici, come l'edificio del reparto scientifico del Liceo Lyautey.

Entrò a far parte del Groupe des Architectes Modernes Marocains, nel quale ebbe contrasti con Michel Écochard che sosteneva che i marocchini non potessero essere in grado di vivere nei grattacieli. In seguito all'indipendenza divenne guida del gruppo, realizzando tra il 1957 e il 1960 il progetto abitativo di Derb Jdid a Hay Hassani.[7] Azagury contribuì ampiamente alla ricostruzione di Agadir, distrutta in seguito al terremoto del 1960.[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (AR) إيلي أزاجوري.. استعادة عميد المعماريين المغاربة, su alaraby.co.uk.
  2. ^ a b (FR) Elie Azagury (1918-2009) - le doyen des architectes Marocains, su YouTube, 21 gennaio 2020.
  3. ^ Kurzbein.
  4. ^ (FR) Adaptations of Vernacular Modernism in Casablanca, su thepolisblog.org.
  5. ^ (FR) Du béton des entrepreneurs et des ingénieurs à celui des architectes, su Chantiers du Maroc, 13 febbraio 2019.
  6. ^ (FR) Elie Azagury (1918-2009) - Centenaire du doyen des architectes marocains, su MAMMA. URL consultato il 14 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2023).
  7. ^ a b c d Chaouni, pp. 210–216.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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