Discussione:Caterina Sforza

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Collegamenti esterni modificati[modifica wikitesto]

Gentili utenti,

ho appena modificato 1 collegamento esterno sulla pagina Caterina Sforza. Per cortesia controllate la mia modifica. Se avete qualche domanda o se fosse necessario far sì che il bot ignori i link o l'intera pagina, date un'occhiata a queste FAQ. Ho effettuato le seguenti modifiche:

Fate riferimento alle FAQ per informazioni su come correggere gli errori del bot.

Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 05:35, 24 mag 2019 (CEST)[rispondi]

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Saluti.—InternetArchiveBot (Segnala un errore) 20:56, 5 mar 2020 (CET)[rispondi]

Errori nelle note[modifica wikitesto]

Segnalo gravi disfunzioni nel funzionamento nelle note, che scompaiono da sole, cambiano ordine e si posizionano nel paragrafo sbagliato, non solo in questa ma anche in voci simili. Attualmente non riesco proprio a sistemarle meglio di così, mi dispiace. --Beaest (msg) 22:12, 13 gen 2022 (CET)[rispondi]

Neutralità[modifica wikitesto]

@Shivanarayana vorrei comparire in favore dell'utente anonimo, che non può difendersi granché. Per quanto una voce possa essere neutrale, non si può negare che il comportamento di Caterina in certi frangenti sia stato eroico e che abbia difeso Forlì fino all'ultimo, dunque non ci vedo nulla di esagerato nell'incipit. Non voglio adesso mettermi a fare una rassegna delle fonti, ma tutte quelle che ho letto finora hanno la stessa opinione. Infine concordo nel dire che non importi a nessuno sapere nell'incipit se fosse una buona madre o altre questioni di natura privata. A me personalmente sta antipaticissima Caterina, ma ci tengo a che sia detta la verità. --Beaest (msg) 13:14, 10 nov 2022 (CET)[rispondi]

Ciao Utente:Beaest, in un'enciclopedia quando si parla di fatti e personaggi storici come saprai già va fatta una separazione tra fatti e valutazioni o giudizi morali. C'è un pilastro fondamentale che è il WP:NPOV e c'è uno stile enciclopedico che dev'essere per forza molto lontano ad esempio da narrazioni su base storiche proprie di molti ottimi autori che però escono dal binario propriamente storico per fare in qualche misura narrativa. Ed anche dallo stile di alcuni storici veri e propri, imho comprese le fonti ottocentesche che spesso ti trovi ad utilizzare (che non ho letto puntualmente credo, ma ti potrei citare opere simili che ho letto, afflitte dallo stile dei loro tempi).
Tirando fuori la questione mi metti non poco in difficoltà :-) Questo perché avevo rilevato problemi simili leggendoti per caso nelle ultime modifiche tempo addietro. Ravvisando nel tuo operato oltre alla buona fede anche una passione vera e propria per l'argomento, temendo di far danno ero incerto su come affrontare la questione con te e alla fine ho lasciato perdere.
In particolare leggendoti al volo sulla discesa di Carlo VIII in Italia a inizio 2022. Si tratta di argomenti che io conosco solo amatorialmente. Visto che da parecchio non leggevo al riguardo, avevo anche acquistato e letto rapidamente "Le guerre d'Italia" di Pellegrini, che mi risulta essere uno dei migliori libri in argomento usciti negli ultimi anni in Italia.
Leggendo ora al volo alcuni tuoi contributi più recenti mi sembra che tu abbia mantenuto queste leggere tonalità o coloriture WP:POV (che, generalizzando, consistono nella drammatizzazione degli eventi descritti, ponendo ad esempio cause prevalentemente "romantiche" nell'azione politica, e nell'esaltazione di alcune figure, spesso femminili) nonché l'utilizzo prevalente di fonti piuttosto vecchie, tipo Pietro Verri.
Questa ovviamente è solo una mia opinione, che tu probabilmente puoi pensare raffiguri poco fedelmente la tua contribuzione o poco conti, e non è assolutamente mia intenzione "rompere il vaso e lasciare i cocci". La questione quindi è se tali mie impressioni siano confermabili (per quanto WP:NPOV sia questione prevalente rispetto a WP:Consenso non sono certo il depositario ultimo di cosa sia o non sia sufficientemente neutrale). A meno di non averti già convinto con le mie parole che un problema ci sia e tu sia in grado di risolverlo in autonomia, se sei d'accordo allargherei quindi a una platea più ampia la discussione per verificare con migliore dettaglio i punti che ho sollevato, cordiali saluti.--Shivanarayana (msg) 16:38, 10 nov 2022 (CET)[rispondi]
@Shivanarayana come già ti avevo accennato tempo addietro, non sono nient'affatto femminista, piuttosto quasi misogina, perciò al massimo l'unica figura femminile che posso aver esaltato è Beatrice d'Este, perché esula largamente dal suo genere. Leggo tutte le fonti che ho a disposizione dal 1400 al 2023, non è colpa mia se gran parte delle ricerche storiche sugli Sforza si concentrano tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900. Conosco a fondo la materia e posso dirti che gli storici moderni non hanno fatto altro che masticare e sputare le opere dei loro predecessori ottocenteschi, perciò tra gli uni e gli altri è meglio citare quelli che hanno fatto il vero lavoro. Gli storici moderni che hanno proseguito le ricerche, che infatti cito sempre nelle fonti, sono quelli che trascrivano e commentano le lettere inedite. Ora mi puoi dire che sono di parte, perché lo sono senz'altro, ma quello che faccio non lo definirei romanticizzare, dal momento che le guerre sono fatte da esseri umani che hanno motivazioni personali oltre che politiche. Semmai sono gli storici dalla metà del Novecento in poi, pasciuti di una educazione strettamente scientifica, che dimenticano di avere a che fare con persone e trattano le guerre come se fossero il semplice frutto di concause economiche e sociali. Io naturalmente, per evitare di cadere nel giudizio personale, ho sempre cercato di lasciare questo onore agli storici, inserendo direttamente le loro citazioni in corpo di testo. Più di così non posso fare. Non credo che una persona nata e vissuta nel 2000 (non parlo di te, ma degli storici) debba avere la superbia di credere di saperne più di uno nato e vissuto nel Quattrocento che quelle guerre le ha sentite sulla propria pelle. Se Bernardino Corio e Jacopo d'Atri - fra gli altri - dichiarano espressamente che la guerra nacque dall'ostilità tra Isabella d'Aragona e Beatrice d'Este, e altri storici novecenteschi, fra cui Paolo Negri, lo confermano, non vedo perché debba essere considerata una romanticizzazione. Anche Silvio Biancardi, che ho infatti citato, ne parla nella sua La chimera di Carlo VIII. Tutto visto e considerato non mi sento d'essere in colpa, e, tornando a Caterina Sforza, non vedo perché definire la sua resistenza "eroica" sia romanticizzare. Basterebbe semplicemente citare la fonte, ma io non ho studiato la sua figura e non ho intenzione di lavorare alla sua biografia. Inserisco solo le informazioni che trovo qua e là. Tra l'altro l'aggettivo "eroica" era già stato inserito da tempo, l'utente anonimo si è limitato a riformulare, giustamente, il periodo, perché non era reso bene. Se preferisci estendere la discussione ad altrui, per me non c'è problema. --Beaest (msg) 17:05, 10 nov 2022 (CET)[rispondi]

Taglio "famiglia d'origine"[modifica wikitesto]

Recupero qui la sezione eliminata sulla famiglia d'origine, che nella biografia di Caterina non ha senso. Se qualcuno volesse riutilizzarla altrove: Il capostipite degli Sforza, Muzio Attendolo (1369-1424), faceva parte di una famiglia della nobiltà minore residente a Cotignola[1], dove i genitori, Giacomo Attendolo ed Elisa de' Petrascini, si dedicavano all'attività contadina. Muzio, all'età di tredici anni, scappò di casa con un cavallo rubato al padre, per seguire i soldati di Boldrino da Panicale[2], che passava da quelle parti per cercare nuove reclute, e, poco tempo dopo, passò nella compagnia di ventura di Alberico da Barbiano, il quale lo soprannominò "Lo Sforza"[3], e divenne uno dei condottieri più noti del suo tempo, ponendosi al servizio di diverse città d'Italia, dal nord al centro, fino a quella di Napoli.

Anche il nonno di Caterina Francesco Sforza (1401-1466), figlio di Muzio Attendolo, si distinse nell'esercitare la carriera di condottiero, fino a essere considerato dai contemporanei uno dei migliori. Grazie alla sua abilità politica riuscì ad avere in sposa Bianca Maria, figlia di Filippo Maria Visconti, ultimo duca della famiglia Visconti di Milano. Bianca Maria seguì sempre il marito nella sua attività di condottiero e condivise con lui le decisioni politiche e amministrative. Fu proprio grazie al suo matrimonio con l'ultima rappresentante della dinastia Visconti, che Francesco venne riconosciuto come Duca di Milano nel 1450, quando l'Aurea Repubblica Ambrosiana terminò di esistere. Francesco e Bianca Maria, diventati signori di Milano, si dedicarono ad abbellire la città, ad aumentare il benessere economico dei suoi abitanti e a consolidare il loro fragile potere.

Anche Galeazzo Maria (1444-1476), loro primogenito ed erede, intraprese la carriera militare. Non riuscì però a ottenere la fama dei suoi avi: era considerato troppo impulsivo e prepotente[4] e, inoltre, la gloria militare e il governo del ducato non erano i suoi unici interessi: infatti, si dedicava spesso e più volentieri alle battute di caccia, ai viaggi e alle belle donne. Caterina nacque dalla relazione tra Galeazzo e la sua amante, Lucrezia Landriani. --Beaest (msg) 18:51, 16 mag 2023 (CEST)[rispondi]

  1. ^ Cecilia Brogi. Caterina Sforza, Arezzo, Alberti & C.Editori, 1996, p. 9.
  2. ^ Brogi, p. 11
  3. ^ Le origini del soprannome "Sforza" sono riportate in modo diverso dalle varie fonti: alcune si riferiscono direttamente alla forza fisica di Muzio, altre al suo carattere testardo e violento.
  4. ^ Galeazzo Maria era una persona con un carattere pieno di contrasti. È stato scritto di lui che: "Era un mostro di vizi e di virtù". Egli non conosceva limiti, era allo stesso tempo generoso e cattivo, grande d'animo e meschino. (Antonio Perria, I terribili Sforza. Trionfo e fine di una grande dinastia, Milano, SugarCo Edizioni Srl, 1981 p. 97)