Dionisie

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Le Dionisie erano delle celebrazioni liturgiche dedicate al dio Dioniso nell'antica Grecia. Nel corso di tali festività gli autori erano chiamati a gareggiare in agoni tragici. Gli agoni comici, inizialmente presenti alle Dionisie, si sarebbero poi svolti durante un'altra festività sempre dedicata a Dioniso ma di istituzione successiva, le Lenee.

Origine

L'istituzione delle Dionisie è generalmente attribuita al tiranno Pisistrato e riconducibile agli anni compresi tra il 535 ed il 532 a.C. circa. L'importanza di celebrare questo culto ha radici profonde, da ricercarsi non solo in ambito religioso ma in quello più strettamente culturale e socio-politico.

Se da un lato il culto di Dioniso era prassi attestata già da diversi secoli, dall'altro vi si legge la necessità di creare un evento di straordinaria e completa partecipazione collettiva al fine di veicolare ed integrare i cittadini al nuovo ordinamento rappresentato dalla tirannide.

Durante le Dionisie ogni attività della città si fermava, ed i cittadini tutti erano invitati a collaborare all'evento. Tale era la necessità di coesione sociale che i procedimenti legali venivano interrotti mentre i reclusi nelle carceri venivano temporaneamente rilasciati per partecipare alle feste.

Le Dionisie cittadine o Grandi Dionisie

Le Grandi Dionisie si svolgevano ad Atene tra il 9 ed il 14 circa del mese di Elafebolione del calendario attico, corrispondente ai mesi di marzo-aprile del calendario giuliano.

Luogo e periodo non sono certo casuali: a primavera, infatti, le condizioni di navigabilità del mar Egeo erano ottimali, garantendo alla polis la presenza di un numero considerevole di stranieri, tra commercianti ed alleati della lega delio-attica. Questa particolare condizione di cosmopolitismo permetteva agli ateniesi sia di mostrare la propria superiorità culturale, sia di farne occasione di propaganda politica e militare di fronte alle altre città greche.

All'apertura degli agoni tragici, infatti, dopo una processione di vergini, un araldo presentava agli spettatori gli orfani di guerra che avevano raggiunto l'età efebica: questi ultimi venivano rivestiti di un'armatura, segno di maturità, e prendevano posto in teatro. La vestizione degli efebi era seguita dalla celebrazione della potenza militare di Atene ma anche dell'istituzione civica stessa, in quanto i giovani orfani erano allevati e vestiti a spese dello stato. In quell'occasione venivano esposti anche i tributi che ogni anno le città alleate versavano ad Atene, segno anche questo distintivo di un'egemonia della polis sulle altre.

Il cosmopolitismo che si respirava nel corso delle Dionisie cittadine si riflesse anche sugli argomenti delle tragedie presentate, che affrontavano temi di ampio respiro.

L'organizzazione delle feste era affidata all'arconte eponimo.

L'arconte eponimo, appena assunta la carica, provvedeva a scegliere tre dei cittadini più ricchi ai quali affidare la "coregia", cioè l'allestimento di un coro tragico: nell'Atene democratica i cittadini più abbienti erano tenuti a finanziare servizi pubblici come "liturgia", cioè come tassa speciale (oltre alla coregia una delle liturgie più importanti era ad esempio l'allestimento di una nave per la flotta, la Trierarchia).

Possibile calendario delle feste

Le Dionisie seguivano un calendario predeterminato, di cui non abbiamo però notizie certe: di sicuro lo svolgimento degli agoni e delle liturgie variò nel corso dei secoli, ponendo il dubbio della ricostruzione, da parte dello storico, dello svolgimento degli avvenimenti. Un possibile calendario del V secolo a.C. prevedeva quanto segue.

Il giorno 8 di Elafebolione si svolgeva il proagone, a cui partecipavano in pompa magna gli autori, i coreghi, i musicisti, i coreuti e gli attori che informavano il pubblico dell'argomento delle tragedie in programma.

Probabilmente il 9 veniva invece fatta una processione nel corso della quale la statua di Dioniso veniva trasportata dal tempio al teatro dopo un percorso specifico. Usuali erano riti sacrificali ed offerte votive.

Il giorno 10 iniziava la festa vera e propria: aveva infatti luogo una solenne processione cui partecipavano tutti gli ateniesi e gli stranieri presenti in città e che culminava con il sacrificio di un toro e con offerte votive a Dioniso. La festa religiosa era intesa come momento di grande coesione sociale.

Nel corso del pomeriggio si svolgevano forse gli agoni ditirambici istituiti nel 508 a.C.. La competizione vedeva in gara dieci cori, ciascuno in rappresentanza di una delle dieci tribù in cui l'Attica era divisa.

Probabilmente la stessa notte aveva luogo una sorta di baldoria istituzionalizzata che durava fino a tardi e alla quale il vino, il furore orgiastico e l'euforia non dovevano essere estranei.

L'11 si presentavano in teatro cinque commedie, ridotte poi a tre nel corso della guerra del Peloponneso per via delle condizioni economiche nelle quali Atene versava. La riduzione del numero delle commedie diminuì la durata delle Dionisie di un giorno, perché le tre rappresentazioni furono spostate ciascuna in coda ad una tetralogia, che venivano messe in scena in tre giorni differenti. Gli agoni comici si svolsero a partire dal 486 a.C. circa.

Proprio gli ultimi tre giorni festivi, dal 12 al 14 di Elafebolione, erano dedicati allo svolgimento degli agoni tragici, nel corso dei quali veniva proposta la rappresentazione di una tetralogia per giorno.

Principali vincitori degli agoni teatrali

Agoni tragici

Agoni comici

Le Dionisie rurali o Piccole Dionisie

Le Dionisie rurali, anche dette piccole Dionisie, erano celebrazioni liturgiche organizzate dai demi dell'Attica principalmente nel mese di Posideone del calendario attico, corrispondente al dicembre del calendario giuliano. Probabilmente i diversi demi celebravano Dioniso in date differenti, perché è noto che gli appassionati erano soliti assistere a celebrazioni in luoghi diversi.

L'organizzazione della festa era in mano al demarco, e la struttura della stessa doveva ricalcare, seppur in forma minore, quello delle Dionisie cittadine.

Elemento centrale delle Dionisie rurali erano le falloforie, processioni solenni con le quali si pregava per la fertilità dei campi. Anche le rappresentazioni tragiche e comiche erano presenti, anche se non si hanno notizie precise riguardo la loro struttura e svolgimento che possano consentire ricostruzioni più fedeli. Non è certo, inoltre, se si svolgessero degli agoni teatrali.

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