Deir el-Shelwit

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Coordinate: 25°41′42.72″N 32°34′42.24″E / 25.6952°N 32.5784°E25.6952; 32.5784
Il tempio di Deir el-Shelwit
Bassorilievi sul propileo
Blocchi riutilizzati nel muro meridionale

Deir el-Shelwit (in arabo دير الشلويط?, Dayr aš-Šalwīṭ, francese: Deir Chelouit[1]) è un antico tempio egizio dedicato ad Iside nel periodo greco-romano.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Si erge sulla riva occidentale del Nilo a Luxor, a 1 km da Malkata e circa 4 km a sud di Medinet Habu.[2]

Quel che resta oggi del tempio è il suo piccolo edificio principale e le rovine del propileo, oltre alle mura in mattoni ed al pozzo.[2] L'intera area del tempio è di 74×51 metri, anche se il tempio in senso stretto è molto più piccolo, 13×16 m.[3] La sua entrata è rivolta verso sud. Le mura esterne non sono molto decorate, ma all'interno i bassorilievi si sono ben conservati. Il santuario è circondato da un corridoio dal quale si aprono cappelle laterali ed un wabet aperto (luogo di lavaggio). Sempre a partire da questo corridoio, alcune scale portavano al tetto.[3] Sul lato meridionale del muro esterno si trovano alcuni blocchi di pietra che sono stati riutilizzati prendendoli da edifici precedenti e, a giudicare dai bassorilievi, molti di loro sembrano provenire dal tempio di Medinet Habu.

Il propileo si trova 60 metri ad est del tempio, ed è riccamente decorato su ogni lato.

L'importanza del tempio di Iside di Deir el-Shelwit deriva dalla rarità degli edifici religiosi di epoca greco-romana in questa zona, e dal fatto che si tratta dell'unico non associato alla triade tebana, ma a Iside.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Secondo le iscrizioni presenti sul propileo, la costruzione del tempio di Iside iniziò attorno all'inizio del I secolo. Non si conoscono edifici precedenti sorti nello stesso posto.[2] Secondo una teoria, la costruzione del tempio ebbe inizio durante il regno di Nectanebo II, e fu completata in epoca greco-romana.[4]

Scavi[modifica | modifica wikitesto]

Il tempio fu esaminato la prima volta da Karl Richard Lepsius a metà del XIX secolo, anche se non ne fece una descrizione dettagliata. Una spedizione francese guidata da Christine Zivie studiò le iscrizioni del propileo e pubblicò i risultati nel 1992.[1] Tra il 1971 ed il 1979 gli archeologi della Waseda University del Giappone lavoraro nel sito, pulendo le mura esterne e l'area interna dai detriti, e scavando il pozzo del tempio che si era nel frattempo riempito di frammenti di ceramica. Nel pozzo furono catalogati trentadue strati di detriti, fino a 4 metri di profondità, punto in cui l'acqua ha reso impossibili gli scavi. I resti trovati nel pozzo dimostrano che il pozzo (e quindi il tempio stesso) era già stato abbandonato e trasformato in discarica in epoca copta.[2]

Decorazione[modifica | modifica wikitesto]

I bassorilievi del tempio risalgono all'era greco-romana, e sono simili a quelli di Dendera e File. Sulle mura del tempio e sul propileo si trovano i cartigli di Adriano, Antonino Pio, Galba, Otone, Vespasiano e Giulio Cesare.[3] Sui blocchi riutilizzati delle mura esterne del tempio si trovano bassorilievi che risalgono al Nuovo Regno.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Christine M. Zivie: Le temple du Deir Chelouit, Il Cairo, IFAO, 1992.
  2. ^ a b c d Sito web della Waseda University, su waseda.jp. URL consultato il 16 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2011).
  3. ^ a b c Dieter Arnold, Sabine H. Gardiner, Nigel Strudwick, Helen Strudwick: Encyclopedia of Ancient Egyptian Architecture, I.B. Tauris, 2003, ISBN 1860644651, 9781860644658
  4. ^ Luxor Online Archiviato il 15 giugno 2009 in Internet Archive.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Antico Egitto: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di antico Egitto