Chiesa dei Santi Vittore e Corona (Grazzano Badoglio)

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Chiesa dei Santi Vittore e Corona
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
LocalitàGrazzano Badoglio
IndirizzoVia SS. Vittore e Corona, 6, 14035 Grazzano Badoglio AT
Coordinate45°02′22.99″N 8°18′49.79″E / 45.03972°N 8.31383°E45.03972; 8.31383
Religionecattolica di rito romano
TitolareSanti Vittore e Corona
Diocesi Casale Monferrato
Consacrazione1580
Inizio costruzioneXVI secolo

La chiesa dei Santi Vittore e Corona è la parrocchiale di Grazzano Badoglio, in provincia di Asti e diocesi di Casale Monferrato[1]; fa parte della zona pastorale della Madonna di Crea.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Si dice che l'abbazia di Grazzano sia stata fondata nel 912 dal conte Guglielmo di Monferrato, ma è più probabile che a farlo sia stato suo figlio Aleramo del Monferrato, verso il 960[2][3]; il monastero e la chiesa, assegnate all'arcidiocesi di Torino[4], erano dedicate inizialmente a Dio Salvatore, alla Vergine e ai santi Pietro e Cristina[2][3].
In un documento del 1027 si legge che la chiesa era intitolata a Dio Salvatore e ai Santi Vittore e Corona[5], in uno del 1156 solo ai santi Vittore e Corona[2].

Il campanile

Nel 1408 il monastero abbracciò la riforma di Santa Giustina e divenne immediatamente soggetto alla Santa Sede[5], per poi passare dapprima all'arcidiocesi di Vercelli e nel 1474 alla diocesi di Casale Monferrato[5]; all'inizio del Cinquecento i benedettini vennero allontanati e il monastero divenne un'abbazia con a capo un abate commendatario a cui era concesso il titolo di conte di Grazzano[5].
Nel 1566 la chiesa divenne parrocchiale e fu riedificata nel decennio successivo, per poi venir consacrata nel 1580 dal vescovo Alessandro Andreasi[5].
Nel 1802, con la soppressione del titolo abbaziale, la chiesa passò sotto il diretto controllo del vescovo di Casale Monferrato[5]; sempre nel XIX secolo fu realizzata la nuova facciata[5].
Nel 1907 crollò una parte del campanile, il quale nel 1910 venne ripristinato e sopraelevato[5] su progetto di Crescentino Castelli[4]; negli anni '30 la chiesa fu restaurata dall'ingegner Vittorio Tornielli grazie al finanziamento del maresciallo Pietro Badoglio[5].
Nel 1998 una folgore danneggiò il tiburio, che dovette essere rifatto l'anno successivo[5].

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

La facciata, caratterizzata da un oculo in cui vi è un busto in terracotta raffigurante Gesù Cristo realizzato da Agostino Redoglia[5], è tripartita da quattro lesene che poggiano su dei basamenti e che sorreggono il timpano[5].
Opere di pregio conservate all'interno, che è ad un'unica navata con sei cappelle laterali, sono l'altare maggiore, impreziosito da quattro busti dei Dottori della Chiesa e da un Crocifisso del 1870[5], gli stalli del coro in legno di noce, realizzati nel 1591 e provenienti dalla chiesa della Santa Croce di Casale Monferrato, ove rimasero sino al XVIII secolo[5], la pala della Morte di San Francesco Saverio, eseguita da Andrea Pozzo tra il 1675 e il 1676[5], due dipinti parietali del 1939 di Isotta e Fausto Manzoni ritraenti Mosè che fa scaturire l'acqua dalla roccia, e Gesù che parla alle folle[5], gli affreschi del soffitto raffiguranti Aleramo a cavallo, San Vittore davanti ai giudici e Santa Corona condotta al martirio[5], la statua di Santa Teresa del Bambin Gesù, l'apparato di stucchi seicentesco della Madonna del Rosario, la pala dell'Incoronazione della Vergine, risalente al XVII secolo[5], dei frammenti di un mosaico del XII secolo[3][5], la tela del 1646 probabilmente di fattura romana avente come soggetto la Vergine venerata dai Santi Vittore e Corona[5], la pala con la Madonna col Bambino e i Santi Vittore e Corona, opera forse di Guglielmo Caccia[5], la statua della Vergine Addolorata, la pala ritraente la Beata Vergine Immacolata, dipinta da Guglielmo Caccia tra il 1610 e il 1615 e restaurata nel 2017[5], l'organo, costruito da Luigi Lingiardi nel 1860 e restaurato nel 1935, nel 1969 e nel 1993[5], e la raffigurazione della Madonna del Rosario, realizzata da Pietro Solari tra il 1720 e il 1730[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Chiesa dei Santi Vittore e Corona, su Le chiese delle diocesi italiane, Conferenza Episcopale Italiana. URL consultato il 31 maggio 2020.
  2. ^ a b c GUIDA TURISTICA - La chiesa parrocchiale, su comune.grazzanobadoglio.at.it. URL consultato il 31 maggio 2020.
  3. ^ a b c Grazzano Badoglio (AT) : antica abbazia di San Salvatore/chiesa dei Santi Vittore e Corona, su archeocarta.org. URL consultato il 31 maggio 2020.
  4. ^ a b CHIESA DEI SANTI VITTORE E CORONA, su cittaecattedrali.it. URL consultato il 31 maggio 2020.
  5. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s t u v w x Chiesa parrocchiale, Ss. Vittore e Corona, su artestoria.net. URL consultato il 31 maggio 2020.

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