Ammasso Arches

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Ammasso Arches
Ammasso aperto
L'ammasso Arches (HST/NICMOS)
Dati osservativi
(epoca J2000)
CostellazioneSagittario
Ascensione retta17h 45m 50,5s
Declinazione-28° 49′ 28″
Distanza25000 a.l.
(8500 pc)
Caratteristiche fisiche
TipoAmmasso aperto
Caratteristiche rilevantiPosto nei pressi del Centro galattico.
Otticamente invisibile.
Mappa di localizzazione
Ammasso Arches
Categoria di ammassi aperti

Coordinate: Carta celeste 17h 45m 50.5s, -28° 49′ 28″

L'ammasso Arches è l'ammasso stellare più denso della Via Lattea, situato a circa 100 anni luce dal centro galattico. Il suo raggio è di circa un anno luce e contiene al suo interno più di 150 giovani stelle, estremamente calde, con masse oltre 20 volte quella del Sole. Il mezzo interstellare all'interno dell'ammasso è reso caldo dalle collisioni tra i venti prodotti dalle stelle. Altre migliaia di stelle meno massicce sono presenti, per una massa totale dell'ammasso equivalente a quella di 10 000 stelle come il Sole.[1]

L'età media dell'ammasso si aggira tra 0,5 e due milioni di anni e si ipotizza che le stelle che lo costituiscono concluderanno entro breve tempo la propria esistenza, esplodendo come supernovae.[2]

Ricerche[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Stelle più massicce conosciute.

Un recente studio dell'astronomo Donald Figer, che lavora presso lo Space Telescope Science Institute di Baltimora, Maryland, ha portato ad ipotizzare che il limite massimo per una stella, nell'attuale era dell'universo, equivalga a 150 masse solari.[3] Egli giunse a questa conclusione dopo varie osservazioni condotte col Telescopio spaziale Hubble, durante le quali scoprì che non vi erano stelle che superassero questo limite, contro le aspettative precedenti. Successivamente però, nel luglio 2010, la scoperta della stella R136a1 (oltre 250 masse solari stimate) ha messo in dubbio la validità di tale ipotesi.

Stelle principali
Stella (B=Blum, F=Figer Tipo spettrale[4] Magnitudine assoluta[4] (bolometrica) Temperatura effettiva[4] Massa
(M☉)[5]
Raggio
(R☉)
B1 WN8-9h −10.1 31,700 50 - 60 32
F1 WN8-9h −11.0 33,200 101 - 119 43
F2 WN8-9h −10.2 33,500 42 - 49 30
F3 WN8-9h −10.5 29,600 52 - 63 43
F4 WN7-8h −11.0 36,800 66 - 76 35
F5 WN8-9h −10.1 32,100 31 - 36 31
F6 WN8-9h −11.1 33,900 101 - 119 44
F7 WN8-9h −11.0 32,900 86 - 102 44
F8 WN8-9h −10.5 32,900 43 - 51 35
F9 WN8-9h −11.1 36,600 111 - 131 38
F10 O4-6If+ −10.1 32,200 55 - 69 24
F12 WN7-8h −10.8 36,900 70 - 82 31
F14 WN8-9h −10.2 34,500 54 - 65 28
F15 O4-6If+ −10.6 35,600 80 - 97 32
F16 WN8-9h −10.0 32,200 46 - 56 29
F18 O4-6I −10.4 36,900 67 - 82 26
F20 O4-6I −10.0 38,200 47 - 57 21
F21 O4-6I −10.1 35,500 56 - 70 25
F28 O4-6I −10.1 39,600 57 - 72 23

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Hubble Zooms in on Arches Cluster, su sci-news.com, 25 marzo 2015.
  2. ^ P. Espinoza, F. J. Selman e J. Melnick, The massive star initial mass function of the Arches cluster, in Astronomy and Astrophysics, vol. 504, n. 2, July 2009, pp. 563–583, Bibcode:2009A&A...501..563E, DOI:10.1051/0004-6361/20078597, arXiv:0903.2222.
  3. ^ NASA's Hubble Weighs in on the Heaviest Stars in the Galaxy, NASA News, 9 marzo 2005. URL consultato il 4 agosto 2006.
  4. ^ a b c Martins, F.; Hillier, D. J.; Paumard, T.; Eisenhauer, F.; Ott, T.; Genzel, R., The most massive stars in the Arches cluster, in Astronomy and Astrophysics, vol. 478, n. 219, 2008.
  5. ^ Gräfener et al., The Eddington factor as the key to understand the winds of the most massive stars. Evidence for a Gamma-dependence of Wolf-Rayet type mass loss (PDF), 2011.arΧiv:1106.5361

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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