Malattia da deposizione di cristalli di calcio pirofosfato diidrato: differenze tra le versioni

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Nei soggetti con pseudogotta acuta, i trattamenti possibili comprendono l'iniezione intraarticolare di corticosteroidi, l'aasunzione di corticosteroidi per via sistemica, la somministrazione di [[Farmaci antinfiammatori non steroidei]] (FANS) o, occasionalmente, [[colchicina]] di mantenimento. Generalmente la sintomatologia legata allla presenza di versamento articolare acuto si risolve sottoponendo il paziente all'aspirazione del liquido articolare e all'infiltrazione di cortisone nello spazio articolare (tipicamente prednisolone acetato, 40 mg, nel ginocchio).<br>
Nei soggetti con pseudogotta acuta, i trattamenti possibili comprendono l'iniezione intraarticolare di corticosteroidi, l'aasunzione di corticosteroidi per via sistemica, la somministrazione di [[Farmaci antinfiammatori non steroidei]] (FANS) o, occasionalmente, [[colchicina]] di mantenimento. Generalmente la sintomatologia legata allla presenza di versamento articolare acuto si risolve sottoponendo il paziente all'aspirazione del liquido articolare e all'infiltrazione di cortisone nello spazio articolare (tipicamente prednisolone acetato, 40 mg, nel ginocchio).<br>
I FANS (es. indometacina, naprossene o altri) possono essere efficaci e spesso arrestano in breve tempo l'attacco acuto quando vengono somministrati alle consuete dosi antinfiammatorie. Alcuni medici li propongono a basso dosaggio come trattamento preventivo della CPPD.<br>
I FANS (es. indometacina, naprossene o altri) possono essere efficaci e spesso arrestano in breve tempo l'attacco acuto quando vengono somministrati alle consuete dosi antinfiammatorie. Alcuni medici li propongono a basso dosaggio come trattamento preventivo della CPPD.<br>
In caso di insuccesso dei precedenti trattamenti è possibile ricorrere alla [[idrossiclorochina]] o al [[metotrexate]]: l'utilizzo di quest'ultimo farmaco è stato recentemente messo in discussione.<ref name="pmid17265505">{{cite journal |vauthors=Chollet-Janin A, Finckh A, Dudler J, Guerne PA |title=Methotrexate as an alternative therapy for chronic calcium pyrophosphate deposition disease: an exploratory analysis |journal=Arthritis Rheum. |volume=56 |issue=2 |pages=688–92 |date=February 2007 |pmid=17265505 |doi=10.1002/art.22389 |url= |accessdate=2018-02-27}}</ref><ref name="pmid18576339">{{cite journal |vauthors=Doan TH, Chevalier X, Leparc JM, Richette P, Bardin T, Forestier R |title=Premature enthusiasm for the use of methotrexate for refractory chondrocalcinosis: comment on the article by Chollet-Janin et al |journal=Arthritis Rheum. |volume=58 |issue=7 |pages=2210–1 |date=July 2008 |pmid=18576339 |doi=10.1002/art.23552 |url= |accessdate=2018-02-27}}</ref><ref name="pmid25315665">{{cite journal |vauthors=Finckh A, Mc Carthy GM, Madigan A, Van Linthoudt D, Weber M, Neto D, Rappoport G, Blumhardt S, Kyburz D, Guerne PA |title=Methotrexate in chronic-recurrent calcium pyrophosphate deposition disease: no significant effect in a randomized crossover trial |journal=Arthritis Res. Ther. |volume=16 |issue=5 |pages=458 |date=October 2014 |pmid=25315665 |pmc=4223155 |doi=10.1186/s13075-014-0458-4 |url= |accessdate=2018-02-27}}</ref> Più recentemente, e in via sperimentale, è stata anche tentata la rimozione per via chirurgica delle calcificazioni.
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==Note==
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Versione delle 15:31, 27 feb 2018

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Condrocalcinosi
Deposizione di cristalli a livello del disco intervertebrale - Microscopia ottica
Classificazione e risorse esterne (EN)
OMIM600668
MeSHC563162
Sinonimi
Pseudogotta

La condrocalcinosi o pseudogotta (nota anche con il nome di malattia da deposizione di cristalli di calcio pirofosfato diidrato) è una malattia reumatologica, un'artrite causata dal deposito di cristalli di pirofosfato di calcio diidrato (PPCD) nelle articolazioni e nei tessuti connettivi. È una malattia monoarticolare, che colpisce una sola articolazione per volta, in particolare il ginocchio, ma anche spalla e caviglia[1][2].

Cenni storici

Come entità clinica specifica la pseudogotta fu identificata per la prima volta dagli autori D. Žitňan e Š. Sit'Aj in alcune famiglie slovacche.[3][4][5]

Epidemiologia

La malattia, che può causare notevole dolore, ma non è mai fatale, colpisce persone di tutte le etnie e negli Stati Uniti, colpisce circa il 50% della popolazione oltre gli 85 anni. Un tempo si riteneva che la malattia non presentasse una predilezione per un determinato genere, tuttavia studi più recenti sembrano indicare che le donne abbiano un rischio leggermente più elevato rispetto agli uomini, con un rapporto stimato di occorrenza di 1,4:1. La prevalenza della malattia è circa di un malato ogni mille individui.[2][6]

Eziologia

La malattia può avere, in un quarto dei casi, una causa genetica, con ereditarietà autosomica dominante, dovuta a mutazioni dei geni CCAL1, CCA2 e ANHK.[7][8] Il disturbo può derivare anche da cause metaboliche, in particolare da malattie come l'iperparatiroidismo, la malattia di Wilson, l'emocromatosi, l'ipotiroidismo, l'ipofosfatemia, l'ipomagnesiemia, la gotta e l'ocronosi[2].

Segni e sintomi

Il disturbo è più comune negli individui anziani. La malattia è spesso clinicamente non evidente e viene diagnosticata accidentalmente quando un patologo si trova ad analizzare alcuni campioni ortopedici e viene ad identificare i caratteristici depositi cristallini. La malattia è quindi spesso asintomatica, ma può essere associata ad un'osteoartrite, oppure può presentarsi come un'artrite infiammatoria acuta o cronica che causa dolore in una o più articolazioni. L'artrite acuta, subacuta o cronica può manifestarsi all'articolazione del ginocchio oppure in un'altra grande articolazione (ad esempi l'anca). L'artrite è di solito poliarticolare (cioè comporta il coinvolgimento infiammatorio di diverse articolazioni del corpo), sebbene possa iniziare come monoarticolare (cioè confinata in una sola articolazione). I cristalli di pirofosfato calcico diidrato tendono a formarsi all'interno dei tessuti articolari. Teoricamente qualsiasi articolazione corporea può essere interessata, ma le statistiche mostrano che le ginocchia sono le articolazioni più comunemente interessate, seguite poi dai polsi e dalle anche. Gli episodi di artrite tendono a perdurare per 2-4 settimane e si ripresentano ad intervalli irregolari e si accompagnano a malessere generale e alterazioni aspecifiche delle proteine sieriche.

Diagnosi

La malattia viene sospettata in soggetti anziani, in particolare se affetti da artrite infiammatoria. La diagnosi richiede l'esecuzione di imaging radiologico, ma si basa soprattutto sull'analisi del liquido sinoviale e l'identificazione dei cristalli di pirofosfato calcico diidrato (PPCD). La radiologia ha un ruolo importante nell'identificare marker di condrocalcinosi: sia l'esecuzione di radiografie standard, sia l'ecografia dei tessuti molli e articolare, sia la tomografia computerizzata e/o la risonanza magnetica hanno un ruolo nel processo diagnostico della malattia. Gli esami radiografici possono mettere in evidenza la presenza di multiple calcificazioni, lineari o talvolta punteggiate, in corrispondenza della cartilagine articolare e, in particolare, delle fibrocartilagini. L'ecografia può identificare la presenza di foci ecogenici senza ombra acustica all'interno della cartilagine ialina, reperto suggestivo di condrocalcinosi. Il riscontro di questi reperti può rafforzare il sospetto diagnostico ma quasi mai consente di escludere patologie come la gotta o un processo infettivo dell'articolazione. Le scansioni della TAC e della risonanza magnetica possono mostrare masse calcifiche (solitamente all'interno dei legamenti o della capsula articolare), ma anch'esse raramente forniscono una diagnosi di certezza. In sintesi, nonostante la disponibilità di tutti questi approcci strumentali la la CPPD presenta somiglianze con diverse altre malattie articolari, come la spondilite anchilosante e la gotta.

L'artrocentesi, ovvero l'aspirazione di liquido sinoviale dall'articolazione interessata, viene eseguita per ricercare i cristalli di pirofosfato di calcio diidrato nel liquido sinoviale dei soggetti affetti da pseudogotta. Quando il campione di aspirato viene colorato con colorazione ematossilina eosina, i cristalli di pirofosfato di calcio diidrato appaiono di colore blu scuro ("basofili"). Tuttavia, i cristalli di pirofosfato dicalcio sono molto più noti per il loro caratteristico aspetto romboidale e la mancata birifrangenza (o solo debole birifrangenza) sulla microscopia a luce polarizzata: ancora oggi questo metodo rimane la modalità più affidabile per identificare i cristalli al microscopio. Sfortunatamente anche questo metodo si caratterizza per una scarsa sensibilità e specificità e risente dell'esperienza dell'operatore.

Queste due modalità (imaging radiologico e artrocentesi con analisi del liquido sinoviale) sono attualmente lo standard per la diagnosi di condrocalcinosi, ma mancano di accuratezza diagnostica.

Trattamento

Nei soggetti con pseudogotta acuta, i trattamenti possibili comprendono l'iniezione intraarticolare di corticosteroidi, l'aasunzione di corticosteroidi per via sistemica, la somministrazione di Farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) o, occasionalmente, colchicina di mantenimento. Generalmente la sintomatologia legata allla presenza di versamento articolare acuto si risolve sottoponendo il paziente all'aspirazione del liquido articolare e all'infiltrazione di cortisone nello spazio articolare (tipicamente prednisolone acetato, 40 mg, nel ginocchio).
I FANS (es. indometacina, naprossene o altri) possono essere efficaci e spesso arrestano in breve tempo l'attacco acuto quando vengono somministrati alle consuete dosi antinfiammatorie. Alcuni medici li propongono a basso dosaggio come trattamento preventivo della CPPD.
In caso di insuccesso dei precedenti trattamenti è possibile ricorrere alla idrossiclorochina o al metotrexate: l'utilizzo di quest'ultimo farmaco è stato recentemente messo in discussione.[9][10][11][12] Più recentemente, e in via sperimentale, è stata anche tentata la rimozione per via chirurgica delle calcificazioni.

Note

  1. ^ Grassi, pp. 433-5, 2007.
  2. ^ a b c Giordano, pp. 53-5, 2008.
  3. ^ Rosenthal AK, Ryan LM, Crystal arthritis: calcium pyrophosphate deposition-nothing 'pseudo' about it!, in Nat Rev Rheumatol, vol. 7, n. 5, May 2011, pp. 257–8, DOI:10.1038/nrrheum.2011.50. URL consultato il 26 febbraio 2018.
  4. ^ Marson P, Pasero G, Some historical remarks on microcrystalline arthritis (gout and chondrocalcinosis), in Reumatismo, vol. 63, n. 4, January 2012, pp. 199–206.
  5. ^ Zitnan D, Sit'Aj S, Hutll S, Skrovina B, Hanic F, Markovic O, Trnavska Z, Chondrocalcinosis articularis. Section III. Physiopathological study, in Ann. Rheum. Dis., vol. 22, May 1963, pp. 158–64. URL consultato il 26 febbraio 2018.
  6. ^ Patel T, Ryan L, Dubois M, Carrera G, Baynes K, Mannem R, Mulkerin J, Visotcky A, The prevalence of chondrocalcinosis of the symphysis pubis on CT scan and correlation with calcium pyrophosphate dihydrate crystal deposition disease, in Clin. Rheumatol., vol. 35, n. 3, March 2016, pp. 771–3, DOI:10.1007/s10067-016-3193-1. URL consultato il 26 febbraio 2018.
  7. ^ Abhishek A, Doherty M, Pathophysiology of articular chondrocalcinosis--role of ANKH, in Nat Rev Rheumatol, vol. 7, n. 2, February 2011, pp. 96–104, DOI:10.1038/nrrheum.2010.182. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  8. ^ Mitton-Fitzgerald E, Gohr CM, Bettendorf B, Rosenthal AK, The Role of ANK in Calcium Pyrophosphate Deposition Disease, in Curr Rheumatol Rep, vol. 18, n. 5, May 2016, p. 25, DOI:10.1007/s11926-016-0574-z. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  9. ^ Chollet-Janin A, Finckh A, Dudler J, Guerne PA, Methotrexate as an alternative therapy for chronic calcium pyrophosphate deposition disease: an exploratory analysis, in Arthritis Rheum., vol. 56, n. 2, February 2007, pp. 688–92, DOI:10.1002/art.22389. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  10. ^ Doan TH, Chevalier X, Leparc JM, Richette P, Bardin T, Forestier R, Premature enthusiasm for the use of methotrexate for refractory chondrocalcinosis: comment on the article by Chollet-Janin et al, in Arthritis Rheum., vol. 58, n. 7, July 2008, pp. 2210–1, DOI:10.1002/art.23552. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  11. ^ Finckh A, Mc Carthy GM, Madigan A, Van Linthoudt D, Weber M, Neto D, Rappoport G, Blumhardt S, Kyburz D, Guerne PA, Methotrexate in chronic-recurrent calcium pyrophosphate deposition disease: no significant effect in a randomized crossover trial, in Arthritis Res. Ther., vol. 16, n. 5, October 2014, p. 458, DOI:10.1186/s13075-014-0458-4. URL consultato il 27 febbraio 2018.
  12. ^ Pascual E, Andrés M, Sivera F, Methotrexate: should it still be considered for chronic calcium pyrophosphate crystal disease?, in Arthritis Res. Ther., vol. 17, April 2015, p. 89, DOI:10.1186/s13075-015-0598-1. URL consultato il 27 febbraio 2018.

Bibliografia

Voci correlate

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