Fossorio: differenze tra le versioni

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== Rettili fossori ==
== Rettili fossori ==
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Una dei due maggiori raggruppamenti tassonomici dell'[[Ordine (tassonomia)|ordine]] dei [[Serpentes|serpenti]], l'[[infraordine]] [[Scolecophidia]]<ref>Da alcuni considerato una [[superfamiglia (tassonomia)|superfamiglia]] ([[Typhlopoidea]])</ref>, comprende oltre 400 [[specie]], tutte caratterizzate da abitudini fossorie<ref>{{cita pubblicazione |autore=Vidal N, Marin J, Morini M, Donnellan S, Branch WR, Thomas R, Vences M, Wynn A, Cruaud C, Hedges SB |titolo=Blindsnake evolutionary tree reveals long history on Gondwana |rivista=Biology letters |anno=2010 |volume=23 |numero=6(4) |pagine=558-61 |url=http://rsbl.royalsocietypublishing.org/content/6/4/558|lingua=en}}</ref><ref>{{cita pubblicazione |autore=Wegener J.E., Swoboda S., Hawlitschek O., Franzen M., Wallach V., Vences M., Nagy T., Hedges S.B., Köhler J. & Glaw F.|anno=2013 |titolo=Morphological variation and taxonomic reassessment of the endemic Malagasy blind snake family Xenotyphlopidae (Serpentes, Scolecophidia) |rivista=Spixiana |volume=36 |numero=2 |pagine=269–282 |lingua=en |url=http://www.pfeil-verlag.de/04biol/pdf/spix36_2_10.pdf|cid=Wegener et al, 2013}}</ref>. Si tratta di serpenti di piccole dimensioni, comunemente denominati "serpenti verme", che in genere non superano i 30&nbsp;cm di lunghezza, e che hanno una conformazione cilindrica, con la testa difficilmente distinguibile dal resto del corpo, e occhi [[Vestigia (biologia)|vestigia]]li. Trascorrono la loro esistenza sottoterra, nutrendosi di [[formiche]], [[termiti]] e delle loro [[larve]].<br/>
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Lo stile di vita fossorio caratterizza anche alcune specie di [[Sauria|sauri]] tra cui
Lo stile di vita fossorio caratterizza anche alcune specie di [[Sauria|sauri]] tra cui
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gli [[Scincidae|scincidi]] <!-- ''[[Paracontias minimus]]'' e ''[[Paracontias rothschildi]]''.<ref>{{cita|Wegener et al, 2013|p.273}}</ref> -->e i [[dibamidae|dibamidi]].


==Anfibi fossori ==
==Anfibi fossori ==

Versione delle 12:47, 15 dic 2015

In zoologia il termine fossòrio (dal latino fossorius, derivante da fodĕre = "scavare") indica un organismo con abitudini fossorie, cioè che trascorre la propria esistenza scavando il terreno. Il termine può stare ad indicare anche il particolare adattamento delle zampe di alcuni insetti come i grillotalpidi (cosiddette zampe fossòrie) o di alcuni mammiferi come le talpe.[1]

Abitudini di vita fossorie si riscontrano tra i mammiferi, i rettili, gli anfibi e in molti raggruppamenti di invertebrati (insetti, molluschi, vermi, etc.)

Mammiferi fossori

Talpa europaea

Hanno stile di vita fossorio le talpe eurasiatiche e nordamericane, le talpe dorate sudafricane e le talpe marsupiali australiane. Pur appartenendo ad ordini differenti ed essendosi evolute in zone geografiche molto distanti tra loro, hanno occupato la stessa nicchia ecologica e per convergenza evolutiva hanno sviluppato caratteri anatomici, quali le zampe anteriori, larghe e munite di unghia corte e molto robuste, e meccanismi di adattamento fisiologico estremamente simili.[2]
Hanno abitudini fossorie anche molti roditori, tra i quali va segnalato, per la particolarità dei meccanismi di adattamento alla vita sotterranea, l'eterocefalo glabro (Heterocephalus glaber), un piccolo mammifero a sangue freddo diffuso nelle zone aride dell'Africa orientale.[3]

Rettili fossori

File:Helminthophis flavoterminatus 01.jpg
Helminthophis flavoterminatus
(Scolecophidia)

Una dei due maggiori raggruppamenti tassonomici dell'ordine dei serpenti, l'infraordine Scolecophidia[4], comprende oltre 400 specie, tutte caratterizzate da abitudini fossorie[5][6]. Si tratta di serpenti di piccole dimensioni, comunemente denominati "serpenti verme", che in genere non superano i 30 cm di lunghezza, e che hanno una conformazione cilindrica, con la testa difficilmente distinguibile dal resto del corpo, e occhi vestigiali. Trascorrono la loro esistenza sottoterra, nutrendosi di formiche, termiti e delle loro larve.
Lo stile di vita fossorio caratterizza anche alcune specie di sauri tra cui gli scincidi e i dibamidi, caratterizzati da corpi affusolati con arti vestigiali. Alcuni scinchi, tra cui l'africano Scincus scincus, sono detti "pesci del deserto" per la loro capacità di "nuotare" all'interno dei terreni sabbiosi[7][8].

Anfibi fossori

Le cecilie (nella foto Caecilia nigricans) sono tipici anfibi fossoriali.

Tra gli anfibi, l'ordine dei Gimnofioni (o Apodi) è quasi interamente composto da specie con stile di vita fossorio, che vivono sottoterra o negli strati di sedimenti sommersi di corsi di acqua dolce. [9]. Si tratta di anfibi con corpo vermiforme ed inanellato, privi di arti, col cranio composto da ossa fuse insieme per formare una solida placca che li aiuta negli spostamenti nel terreno, con occhi ridotti o assenti, dotati di piccoli tentacoli davanti alle narici.
Non mancano esempi di stile di vita fossorio anche tra gli Anuri. Per esempio tra i rappresentanti della sottofamiglia Cophylinae (Microhylidae) la fossorietà si è sviluppata indipendentemente in vari momenti della storia evolutiva della sottofamiglia, che annovera sia specie fossorie, che terrestri che arboricole[10]. Altri esempi di fossorietà si hanno tra i Pelobatidi, piccola famiglia di anuri a cui appartiene l'elusivo pelobate fosco (Pelobates fuscus), rana caratterizzata dalla presenza di speroni metatarsali particolarmente sviluppati, cranio osseo corazzato e corpo globulare con arti poco sviluppati, che conduce esistenza fossoria per gran parte dell'anno, all'infuori della stagione riproduttiva[11].
Tra gli Urodeli con abitudini fossorie possono essere infine citati gli ambistomatidi, noti anche come salamandre del fango[12], alcuni pletodontidi, tra cui gli i geotritoni (Speleomantes spp.)[13], alcuni inobidi e alcuni amfiumidi[14].

Insetti fossori

Note

  1. ^ Fossorio, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ Richard Dawkins, Il racconto della talpa marsupiale, in Il racconto dell'antenato. La grande storia dell'evoluzione, Milano, Mondadori, 2006, pp.205-208, ISBN 88-04-56000-2.
  3. ^ (EN) Jarvis J.U.M., Sherman P.W., Heterocephalus glaber (PDF), in Mammalian Species, vol. 706, 2002, pp. 1–9.
  4. ^ Da alcuni considerato una superfamiglia (Typhlopoidea)
  5. ^ (EN) Vidal N, Marin J, Morini M, Donnellan S, Branch WR, Thomas R, Vences M, Wynn A, Cruaud C, Hedges SB, Blindsnake evolutionary tree reveals long history on Gondwana, in Biology letters, vol. 23, 6(4), 2010, pp. 558-61.
  6. ^ (EN) Wegener J.E., Swoboda S., Hawlitschek O., Franzen M., Wallach V., Vences M., Nagy T., Hedges S.B., Köhler J. & Glaw F., Morphological variation and taxonomic reassessment of the endemic Malagasy blind snake family Xenotyphlopidae (Serpentes, Scolecophidia) (PDF), in Spixiana, vol. 36, n. 2, 2013, pp. 269–282.
  7. ^ Maladen R., Ding Y., Li C. and Goldman D.I., Undulatory swimming in sand: subsurface locomotion of the sandfish lizard (PDF), in Science, vol. 325, 2009, p. 314.
  8. ^ Baumgartner W, Fidler F, Weth A, Habbecke M, Jakob P, et al., Investigating the Locomotion of the Sandfish in Desert Sand Using NMR-Imaging, in PLoS ONE, vol. 3, n. 10, 2008, pp. e3309.
  9. ^ (EN) Wollenberg, K. C., and G. J. Measey, Why colour in subterranean vertebrates? Exploring the evolution of colour patterns in caecilian amphibians, in Journal of Evolutionary Biology, vol. 22, 2009, pp. 1046–1056.
  10. ^ Andreone F, Vences M, Vieites DR, Glaw F, Meyer M, Recurrent ecological adaptations revealed through a molecular analysis of the secretive cophyline frogs of Madagascar, in Molecular Phylogenetics and Evolution 2005; 34: 315-322.
  11. ^ Crottini A., Andreone F., Kosuch J., Borkin L.J., Litvinchuk S.N., Eggert C. & Veith M., Fossorial but widespread: the phylogeography of the common spadefoot toad (Pelobates fuscus), and the role of the Po Valley as a major source of genetic variability (PDF), in Molecular Ecology 2007; 16: 2734-2754.
  12. ^ Animali strani: l'axolotl (Ambystoma mexicanum), su tartarugaradiata.com. URL consultato il 15 dicembre 2015.
  13. ^ I Pletodontidi (Plethodontidae Gray, 1850), su ittiofauna.org. URL consultato il 15 dicembre 2015.
  14. ^ Gli Anfibi (PDF), su parcodelpocn.it. URL consultato il 15 dicembre 2015.

Voci correlate