Troglohyphantes vignai

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Troglohyphantes vignai
Immagine di Troglohyphantes vignai mancante
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Protostomia
Phylum Arthropoda
Subphylum Chelicerata
Classe Arachnida
Ordine Araneae
Sottordine Araneomorphae
Superfamiglia Araneoidea
Famiglia Linyphiidae
Sottofamiglia Micronetinae
Genere Troglohyphantes
Specie T. vignai
Nomenclatura binomiale
Troglohyphantes vignai

Troglohyphantes vignai è un ragno endemico italiano appartenente alla famiglia Linyphiidae.

Morfologia[modifica | modifica wikitesto]

La lunghezza del corpo varia dai 3,05 mm (maschi) ai 3,35 mm (femmine).[1] La specie mostra spiccati adattamenti alla vita sotterranea, quali la perdita di pigmento e una marcata regressione oculare[2].

Sinonimie[modifica | modifica wikitesto]

T. vignai fu descritto da Pier Marcello Brignoli sulla base di individui raccolti da Augusto Vigna Taglianti nella grotta Buco di Valenza, sita nei pressi delle grange Schiliere, provincia di Cuneo. Nello stesso lavoro, Brignoli descrisse anche T. rupicapra[2]), distinguendolo dalla prima specie sulla base di leggere differenze nell'epigino. Recentemente, la validità della specie T. rupicapra è stata messa in discussione da Pesarini, il quale ha proposto la sinonimia "T.vignai" = "T. rupicapra"[3]. La similarità tra le due specie è anche stata dimostrata su base genetica[4].

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

T. vignai è endemico delle alpi occidentali[5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Troglohyphantes vignai - araneae, su araneae.unibe.ch. URL consultato il 20 dicembre 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2015).
  2. ^ a b P. M. Brignoli, Note su ragni cavernicoli italiani (Araneae)., in Fragmenta entomologica, 7: 121-229., 1971.
  3. ^ C. Pesarini, Note sui Troglohyphantes italiani, con descrizione di quattro nuove specie (Araneae, Linyphiidae)., in Atti della Società Italiana di Scienze Naturali e del Museo Civico di Storia Naturale di Milano 142(1):109–133., 2001.
  4. ^ Stefano Mammola, Marco Isaia e Miquel A. Arnedo, Alpine endemic spiders shed light on the origin and evolution of subterranean species, in PeerJ, vol. 3, https://plus.google.com/110790984027519549760, DOI:10.7717/peerj.1384.
  5. ^ Isaia, M., Paschetta, M., Lana, E., Pantini, P., Schönhofer, A. L., Christian, E. & Badino, G., Subterranean arachnids of the western Italian Alps. Museo Regionale Scienze Naturali, in Monografie 47, Torino, xi+325 pp., 2011.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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