Megachirella wachtleri

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Megachirella
Fossile originale di Megachirella wachtleri, esposto al Museo di Scienze Naturali dell'Alto Adige a Bolzano, Italia.
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Reptilia
Superordine Lepidosauria
Genere Megachirella
Renesto & Posenato, 2003
Nomenclatura binomiale
Renesto & Posenato
† Megachirella wachtleri, 2003

Megachirella è un genere estinto di rettile squamato vissuto nel Triassico medio, circa 240 milioni di anni fa (Anisico), i cui resti fossili sono stati ritrovati in Italia (Alto Adige). Il genere contiene una singola specie, ossia M. wachtleri, considerata il più antico squamato noto.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questo rettile è conosciuto esclusivamente per uno scheletro parziale, conservato in connessione anatomica. Il reperto comprende cranio quasi completo, la metà anteriore del corpo e parte delle zampe anteriori. Il cranio, benché privo della parte anteriore del muso, sembrerebbe essere stato piuttosto robusto e grande; il collo era moderatamente allungato e le zampe anteriori erano decisamente grandi e forti. Le dimensioni non dovevano superare i 15 centimetri di lunghezza, e l'aspetto doveva richiamare quello di una lucertola dalle zampe robuste.

Classificazione[modifica | modifica wikitesto]

Fossile di M. wachtleri

Questo rettile è stato scoperto nella zona di Braies, in Alto Adige, ed è stato descritto nel 2003. Megachirella è stato inizialmente classificato come un membro basale dei lepidosauromorfi, il grande gruppo di rettili diapsidi comprendente lucertole, serpenti e alcune forme estinte come i plesiosauri. In particolare, il fossile mostra alcune somiglianze (principalmente nel cranio) con alcune forme primitive come i cosiddetti Eolacertilia. La mancanza di alcune parti dello scheletro, però, non permettono una classificazione più chiara. Un'analisi filogenetica del 2013 ha confermato che si trattava di un lepidosauromorfo strettamente correlato al gruppo corona di Lepidosauria.[1]

Uno studio pubblicato nel 2018 ha individuato in Megachirella il più antico tra gli squamati, il grande gruppo di lepidosauromorfi a cui appartengono lucertole, serpenti e anfisbene. Questo studio, che ha utilizzato scansioni del fossile tramite tomografia assiale computerizzata ad alta risoluzione, ha rivelato nuovi dettagli della sua anatomia. Questi dati, comparati con un dataset filogenetico che combinava dati morfologici e filogenetici di 129 taxa di rettili viventi ed estinti, hanno condotto gli studiosi a comprendere che Megachirella era dotata di caratteristiche esclusive degli squamati; lo studio, inoltre, indica che i gechi furono i primi squamati a differenziarsi, e non le iguane come precedentemente ritenuto.[2][3]

Ricostruzione del cranio di Megachirella wachtleri in vista dorsale

Paleobiologia[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante sia stato ritrovato in depositi marini, il fossile di Megachirella non mostra alcun adattamento alla vita acquatica. Al contrario molte caratteristiche inducono a pensare che questo animale fosse ben adattato a uno stile di vita terrestre: le zampe anteriori robuste, la forma degli artigli, il carpo ben ossificato e le costole cave. Si suppone che l'esemplare sia stato trasportato insieme ad alcune piante in un ambiente costiero di acque basse.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Silvio Renesto e Massimo Bernardi, Redescription and phylogenetic relationships of Megachirella wachtleri Renesto et Posenato, 2003 (Reptilia, Diapsida), in Paläontologische Zeitschrift, vol. 88, n. 2, 23 luglio 2013, pp. 197–210, DOI:10.1007/s12542-013-0194-0, ISSN 1867-6812 (WC · ACNP).
  2. ^ Tiago R. Simōes, Michael W. Caldwell, Mateusz Talanda, Massimo Bernardi, Alessandro Palci, Oksana Vernygora, Federico Bernardini, Lucia Mancini e Randall L. Nydam, The origin of squamates revealed by a Middle Triassic lizard from the Italian Alps, in Nature, vol. 557, n. 7707, 30 maggio 2018, pp. 706–709, DOI:10.1038/s41586-018-0093-3, PMID 29849156. URL consultato il 31 maggio 2018.
  3. ^ Mindy Weisberger, This 240-Million-Year-Old Reptile Is the 'Mother of All Lizards', in Live Science, Purch Group, 30 maggio 2018. URL consultato il 2 giugno 2018.
  4. ^ Silvio Renesto e Renato Posenato, A new lepidosauromorph reptile from the Middle Triassic of the Dolomites (Northern Italy), in Italian Journal of Paleontology and Stratigraphy, vol. 109, 24 gennaio 2009, pp. 463–474, DOI:10.13130/2039-4942/5517, ISSN 2039-4942 (WC · ACNP). URL consultato il 29 agosto 2015.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Renesto S. and R.Posenato (2003) A new lepidosauromorph reptile from the Middle Triassic of the Dolomites. Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia 109 (463-474).
  • Renesto, S.; Bernardi, M. (2013). "Redescription and phylogenetic relationships of Megachirella wachtleri Renesto et Posenato, 2003 (Reptilia, Diapsida)". Paläontologische Zeitschrift.
  • Tiago R. Simões, Michael W. Caldwell, Mateusz Tałanda, Massimo Bernardi, Alessandro Palci, Oksana Vernygora, Federico Bernardini, Lucia Mancini, Randall L. Nydam. 2018a. The origin of squamates revealed by a Middle Triassic lizard from the Italian Alps. Nature; 557 (7707): 706 DOI: 10.1038/s41586-018-0093-3
  • Tiago R. Simoes, Michael W. Caldwell, Mateusz Talanda, Massimo Bernardi, Alessandro Palci, Oksana Vernygora, Federico Bernardini, Lucia Mancini, Randall L. Nydam. 2018b. X-ray computed microtomography of Megachirella wachtleri. Scientific Data 5, Article number: 180244

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