Zarifa Ghafari

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Zarifa Ghafari

Sindaco di Maidanshahr
Durata mandatomarzo 2019 –
agosto 2021

Dati generali
UniversitàUniversità del Punjab
ProfessioneImprenditrice

Zarifa Ghafari (in pashtu: ظریفه غفاری; Kabul, 1992) è una politica afghana, sindaco di Maidanshahr dal 2019[1][2] al 2021.

Tra le poche donne afgane ad essere state nominate sindaco, è anche la più giovane ad aver assunto questa carica, ricevuta all'età di 26 anni. Nonostante la nomina da parte del Presidente Ashraf Ghani risalga all'estate 2018, Ghafari ha potuto iniziare il suo mandato solo nel 2019.

Ha ricevuto riconoscimenti per i suoi sforzi nell'emancipazione femminile e nell'affermazione dei diritti delle donne in Afghanistan.[3]

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nata nel 1992 a Kabul,[1] ha frequentato la Halima Khazan High School nella provincia di Paktia per l'istruzione primaria e ha proseguito gli studi superiori presso l'Università del Punjab a Chandigarh, in India.[1]

Nel luglio 2018 è stata ufficialmente nominata sindaco di Maidanshahr dal presidente in carica Ashraf Ghani;[4] la sua nomina è stata poi convalidata dal Presidente della provincia di Vardak, che ha segnato la cerimonia del suo insediamento per il mese di dicembre dello stesso anno. L'inizio del suo mandato ha tuttavia subito un ritardo a causa dell'intervento di Haji Ghulam Mohammad, fratello del consigliere del Presidente Haji Mohammad Musa.[5] Zarifa ha prestato giuramento come sindaco di Maidanshahr nel marzo 2019.

Nel suo primo giorno da sindaco, ha affrontato le molestie da parte di un gruppo di uomini che hanno assalito il suo ufficio intimandole di dimettersi dalla carica.[6] Ha anche affrontato minacce di morte da parte dei talebani e dell'ISIS dopo aver assunto le sue funzioni di sindaco.

Durante il suo mandato ha introdotto una campagna contro l'abbandono dei rifiuti nella sua città ed è diventata un modello da seguire per altre donne. È sopravvissuta anche a diversi tentativi di omicidio; dopo che suo padre è stato ucciso da uomini armati il 5 novembre 2020, ha detto: "Sono i talebani. Non mi vogliono a Maidanshar. Ecco perché hanno ucciso mio padre".[7] Il 15 agosto 2021, dopo la caduta di Kabul in mano ai talebani, disse: "Sono seduta qui ad aspettare che arrivino. Non c'è nessuno che aiuti me o la mia famiglia. Sto sola seduta con loro e mio marito. E verranno per le persone come me e mi uccideranno".[8] Dopo la presa del governo da parte dei talebani, il 18 agosto Ghafari è riuscita a fuggire dal paese arrivando a Istanbul insieme al marito, alla madre e a cinque sorelle.[9][10] In seguito si è stabilita a Bonn, in Germania.[11]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

È stata elencata tra le 100 donne stimolanti e influenti di tutto il mondo per il 2019 dalla BBC.[12] Ghafari ha ricevuto anche il premio International Woman of Courage nel 2020 dal Segretario di Stato Mike Pompeo.[13]

Cultura di massa[modifica | modifica wikitesto]

Nel 2022 Netflix realizza un film documentario prodotto da Hillary e Chelsea Clinton, In Her Hands.[14]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c (EN) Ghafari, Zarifa Mrs., su afghan-bios.info. URL consultato il 17 agosto 2021.
  2. ^ (EN) ROKH: Interview with Zarifa Ghafari, the Mayor of Maidan Wardak province, su Ariana News. URL consultato il 17 agosto 2021.
  3. ^ (EN) Sabera Azizi, Education Is the Key to Empowering Afghan Women, su thediplomat.com, 23 ottobre 2019. URL consultato il 17 agosto 2021.
  4. ^ (EN) Copia archiviata, su therealistwoman. URL consultato il 20 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 17 gennaio 2021).
  5. ^ (EN) Newly-appointed female Afghan mayor barred from taking office, in Khaama Press, 16 dicembre 2018. URL consultato il 17 agosto 2021.
  6. ^ (EN) Fatima Faizi e Rod Nordland, Afghan Town’s First Female Mayor Awaits Her Assassination, in The New York Times, 4 ottobre 2019, ISSN 0362-4331 (WC · ACNP). URL consultato il 17 agosto 2021.
  7. ^ Fatima Faizi e Thomas Gibbons-Neff, An Afghan Mayor Expected to Die. Instead, She Lost Her Father., in The New York Times, 6 novembre 2020. URL consultato il 16 agosto 2021.
  8. ^ Antonio Planas, Female mayor in Afghanistan says she's waiting for Taliban to 'come ... and kill me', in NBC News, 16 agosto 2021. URL consultato il 16 agosto 2021.
  9. ^ Rainer Schulze: Rettung auf der „Frauenschiene“, faz.net, 19 August 2021 (in German)
  10. ^ (EN) These Female Afghan Politicians Are Risking Everything For Their Homeland, su NPR.org. URL consultato il 19 agosto 2021.
  11. ^ (DE) "Es ist grausam, aus seiner geliebten Heimat gerissen zu werden", su spiegel.de, 24 agosto 2021.
  12. ^ (EN) BBC 100 Women 2019: Who is on the list?, 16 ottobre 2019. URL consultato il 20 novembre 2019.
  13. ^ (EN) 2020 International Women of Courage Award Recipients Announced, su 2017-2021.state.gov, Dipartimento di Stato, 3 marzo 2020. URL consultato il 17 agosto 2021.
  14. ^ In Her Hands: recensione del documentario Netflix, su cinematographe.it.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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