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Scuola di Scienze Politiche "Cesare Alfieri"
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
CittàFirenze
Dati generali
TipoFacoltà universitaria
FacoltàClasse accademica di scienze politiche e sociali
PresidenteFulvio Conti


Storia[modifica | modifica wikitesto]

Gli obiettivi[modifica | modifica wikitesto]

Carlo Alfieri di Sostegno convoca una riunione agli Uffizi il 15 giugno 1871 per discutere della fondazione di un istituto per l'insegnamento delle Scienze morali e politiche. Partecipano esponenti politici della Destra e del patriziato fiorentino. L'obiettivo è quello di formare una nuova classe dirigente più competente, introducendo nel processo di selezione elementi meritocratici e riducendo il peso derivante dalla posizione sociale, così da rendere più dinamico il meccanismo di accesso alle cariche pubbliche. La molteplicità delle funzioni statali, inoltre, rende necessaria la presenza di funzionari maggiormente specializzati. La scelta di Firenze come sede della scuola riflette il pensiero anti-centralista di Carlo Alfieri, sostenitore delle autonomie locali, per evitare che l'accentramento accresca il potere degli organismi burocratici a scapito dell'azione politica. Il modello a cui pensa è l'Ecole libre des sciences politiques, nata a Parigi nel 1871 ad opera di Émile Boutmy per formare una classe dirigente capace di guidare la neonata Terza Repubblica. Un secondo punto di riferimento è quello della Scuola di Manchester, che mira a educare un nuovo tipo di amministratore e di diplomatico in grado di affiancare alle competenze professionali, capacità di governo. Anche in relazione all'organizzazione della scuola, l'idea è quella del college inglese privo di regolamenti coattivi, in cui lo studente organizza liberamente l'orario di studio.[1] [2][3]

La nascita della Scuola di scienze sociali[modifica | modifica wikitesto]

Nella riunione si decide di dare vita a una scuola di scienze sociali nell'ambito dell'Istituto di studi superiori pratici e di perfezionamento di Firenze. Quest'ultimo, però, fatica ad affermare la propria identità ed il Comune di Firenze, anche a causa del forte indebitamento, non approva la proposta di Alfieri, che fonda, così, una scuola autonoma basata sull'iniziativa privata. Dal 1875 fino al 1888 la scuola viene finanziata direttamente dai soci fondatori.

Convinto della necessità di rafforzare il suo progetto, Alfieri dà vita, nel 1873, alla Società italiana di educazione liberale, che riunisce nel comitato promotore, personalità politiche come Leopoldo Galeotti, Riccardo Dalla Volta, Manfredo Da Passano.

Sulla carta l'istituzione è articolata in tre sezioni - elettorale e parlamentare, propaganda e pubblicità, educazione liberale per la nuova classe politica. ma solo l'ultima sezione viene attivata. il 21 novembre 1875, dopo l'approvazione da parte del principe Umberto di Savoia dello Statuto della società italiana di educazione liberale, nasce, così, la Scuola di scienze sociali.[4] Tra i fondatori si accende una discussione intorno alle finalità della scuola. Si polarizzano due linee di pensiero: un gruppo, sostenuto da Carlo Alfieri, intende formare i rampolli dell'aristocrazia alla vita politica, l'altro, rappresentato da Luigi Federico Menabrea, propone di orientare la formazione verso sbocchi professionali specifici, come la carriera diplomatica ed amministrativa. La tesi sostenuta da Alfieri prevale e, nei primi anni di vita dell'Istituto, viene offerta agli studenti un'educazione liberale dalle prospettive concrete incerte.

L'istituto si propone di dare una formazione di ampio respiro rivolta:

«{ a) ai giovani che per la loro condizione sociale e per le attitudini loro possono essere chiamati a partecipare alla vita pubblica; b) a coloro che vogliono rendersi atti a pubblici impieghi; c) a coloro che senza aver bisogno di un diploma per esercitare una speciale professione vogliono educarsi nelle scienze sociali»

La scuola incontra l'ostilità dell'Istituto Superiore di studi pratici e di perfezionamento e dell'ambiente ecclesiastico a cui si aggiunge l'incomprensione dell'opinione pubblica .

Molte delle aspirazioni dei fondatori sono quindi destinate a rimanere tali.[5]

Da Scuola di scienze sociali a Istituto Cesare Alfieri[modifica | modifica wikitesto]

Il programma ha durata triennale, con cinque materie per ogni anno:

Nel 1882 viene permesso ai diplomati di partecipare al concorsi per le carriere presso il Ministero dell'Interno e le prefetture. Nel 1888 vengono stipulate delle convenzioni con il comune e la provincia di Firenze per allocare al neo-istituto fondi pubblici. Il 24 maggio del 1888 la Scuola di scienze sociali diventa finalmente un'entità autonoma, intitolata al padre di Carlo Alfieri: l'Istituto di scienze sociali Cesare Alfieri.[6] [7]

Facoltà di scienze politiche[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1919, l'Istituto torna nella sua sede storica, in Via Laura, adibita, durante la prima guerra mondiale, a ospedale militare di riserva. Nel 1923 una riforma[8] ne modifica la struttura. Il nuovo statuto, approvato nel 1924, trasforma l'istituto in università libera che conferisce la laurea in scienze sociali politiche ed economiche dopo quattro anni di corso ed è accessibile solo tramite la maturità scientifica o classica. Il programma prevede 21 materie obbligatorie. Nel 1928. vengono introdotti insegnamenti come scienza politica, storia coloniale, storia delle dottrine e delle istituzioni politiche. E' previsto un primo biennio comune, seguito poi da un indirizzo amministrativo-sindacale, uno diplomatico consolare e uno coloniale.

L'istituto di Scienze politiche "Cesare Alfieri" viene coinvolto nel processo di aggregazione in università degli Istituti di istruzione superiore,[9] diventando Facoltà di scienze politiche.

In seguito alla liberazione di Firenze nel 1944, una circolare del Ministero della Pubblica Istruzione sospende le iscrizioni alle facoltà di scienze politiche per quattro anni. La facoltà rinasce dopo il secondo conflitto mondiale con la presidenza di Giuseppe Maranini.[10] E' la più antica scuola di Scienze politiche d’Italia. In Europa condivide il primato con l'Istituto di studi politici di Parigi, essendo nate entrambe nel 1875.i[11]

Dal 2011 fa parte del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali (DSPS) dell'Università di Firenze.

Sede[modifica | modifica wikitesto]

Via Laura, sede storica del Cesare Alfieri
Il Polo delle Scienze Sociali di Novoli

Fin dalla sua fondazione, l'Istituto Cesare Alfieri ha sede nei locali del cinquecentesco Convento della Crocetta, in Via Laura, nel centro storico di Firenze. L'edificio viene ristrutturato tra il 1949 e il1956, dall'architetto Nello Baroni ed ospita anche la facoltà di Economia e commercio e, dal secondo dopoguerra, la facoltà di Giurisprudenza[12]. Dal 2004 la sede viene trasferita presso il Polo delle scienze sociali di Novoli, in Via delle Pandette, 21.

Allievi e docenti[modifica | modifica wikitesto]

Diciannovesimo secolo[modifica | modifica wikitesto]

Pasquale Villari è il primo docente di scienza politica. insegna a Firenze fino al 1912, dopo un breve periodo di docenza alla scuola all'Istituto di studi politici parigino.[13] Augusto Franchetti ha la cattedra di diritto costituzionale nel 1884, mentre nel 1887 passa a quella di storia moderna. Riccardo Dalla Volta è docente di politica e legislazione economica. Odoardo Luchini, il primo docente di diritto amministrativo e di scienza dell'amministrazione. A Domenico Zanichelli sono assegnate due cattedre: quella di diritto costituzionale e quella di storia delle costituzioni. Niccolò Rodolico insegna storia e, dal 1939 al 1943 è anche preside dell'istituto.[14]

Ventesimo secolo[modifica | modifica wikitesto]

Sandro Pertini nel 1924 ottiene la seconda laurea in scienze politiche con una tesi intitolata La cooperazione.[15] Giovanni Spadolini dal 1950 è professore di storia contemporanea. Ennio di Nolfo occupa la cattedra di storia delle relazioni Internazionali dal 1978 al 2000. Giovanni Sartori è studente dal 1946. Diventa poi docente e, tra il 1968 e il 1971, preside della facoltà. Mario Draghi è docente ordinario di economia e politica monetaria dal 1981 al 1991. Antonio Cassese è professore di diritto Internazionale.[16] Irene Castagnoli, console generale a Parigi dal 31 agosto 2020 si è laureata alla Cesare Alfieri.[17]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ "A quel punto la burocrazia diventa una casta, tanto più intoccabile quanto più il potere politico dislocava ai vertici dei ministeri uomini incompetenti, impreparati, scelti solo in base alle loro benemerenze patriottiche , neanche sempre sicure e comunque non affidanti" (Giovanni Spadolini, Il "Cesare Alfieri" nella storia d'Italia, Felice le Monnier, 1975, p. 20.
  2. ^ Spadolini, Giovanni., Il "Cesare Alfieri" nella storia d'Italia., 1975, OCLC 163995086. URL consultato il 9 luglio 2021.
  3. ^ Alfieri, Carlo., Chi ha tempo non aspetti tempo! : pareri di un senatore, Forni, 1972, OCLC 799980868. URL consultato il 9 luglio 2021.
  4. ^ Sistema Bibliotecario di Ateneo, Statuto della società fondatrice della Scuola di scienze sociali - Eventi e mostre - SBA: Sistema Bibliotecario di Ateneo - UniFI, su www.sba.unifi.it. URL consultato il 9 luglio 2021.
  5. ^ Spadolini, Giovanni., Il "Cesare Alfieri" nella storia d'Italia., 1975, OCLC 163995086. URL consultato il 9 luglio 2021.
  6. ^ Giovanni Spadolini, p. 360-362
  7. ^ Carlo Curcio, Carlo Alfieri e le origini della scuola fiorentina di scienze politiche, Milano, DOTT.A. GIUFFRE', 1º gennaio 1963, pp. 40-52.
  8. ^ Varata con regio decreto del 30 settembre 1923.
  9. ^ Con regio decreto n. 1855 del 1938.
  10. ^ Sandro Rogari, Il "Cesare Alfieri" da Istituto a Facoltà di scienze politiche, in Rassegna Toscana, vol. 51, 2005, pp. 145-165.
  11. ^ Presentazione Corso, su sc-politiche.unifi.it.
  12. ^ Repertorio delle architetture civili di Firenze, su palazzospinelli.org, 22 settembre 2020.
  13. ^ Biografia, su treccani.it.
  14. ^ Carlo Curcio, pp.109-113
  15. ^ Fabrizio Boschi, L'officina del potere che ha sfornato premier e presidenti, in 25 maggio 2018, 22 settembre 2020.
  16. ^ Associazione Alumni Cesare Alfieri, su alumnicesarealfieri.it.
  17. ^ La console generale a Parigi, su consparigi.esteri.it, 24 settembre 2020.