Utente:Stedibate/Sandbox

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L’Ente mostra dell'artigianato artistico abruzzese ha allestito il museo situato a Guardiagrele, con lo scopo di lasciare tracce e informazioni delle diverse attività artigianali che si svolgono in Abruzzo sin dall'antichità.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

L'Ente nasce nel 1970 a Guardiagrele, con il nome di Mostra dell'artigianato della Maiella. Nel 1981 viene legalmente riconosciuto dalla Regione Abruzzo.[1]

Il 20 dicembre 2006, viene inaugurata la nuova sede permanente dell'Ente mostra dell'artigianato artistico abruzzese, presso il palazzo dell'Artigianato.

Nel 2009 l'esposizione viene riconosciuta come Mostra a carattere nazionale, continuando a preservare le attività artistiche abruzzesi come ricamo, lavori al tombolo, tessiture al telaio, pietra scolpita, lavorazione artistica del legno, ceramica, rame, ferro battuto e oro.[2]

Dall'unione di artisti di vari materiali, nell'edizione del 2018, viene presentata un'opera chiamata REBIRTH ("rinascita"), che prevede l'unione di più arti quali ceramica, ferro battuto e pietra scolpita ed è dedicata interamente alla rinascita della città dell'Aquila, dopo il terremoto del 2009.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Durante la visita, si possono ammirare opere di arte: fabbrile, ceramica, orafa, tessitura, tombolo, vetro, attrezzi in rame e legno. Inoltre non passano in secondo piano i vari laboratori che si svolgono all'interno della rassegna tanto da promulgare comunque la creatività.

Dall'estate del 2007, in ogni domenica d'agosto si svolge la Mostra dell'Artigianato Abruzzese,[1] con 20 stanze dedicate al tema dell'artigianato. In seguito, da fine settembre ad inizio ottobre, si allestisce il museo su due livelli dell'edificio: al piano rialzato si allestiscono 6 stanze dedicate all'artigianato abruzzese; si aggiunge, inoltre, una stanza con un'esposizione di materiale elettronico. Al piano superiore troviamo altri 3 vani con oggetti di artigianato, dove però, in inverno, si svolgono attività formative per la trasmissione degli antichi mestieri artigianali ed altre legate all'enogastronomia. Al piano terra, c'è un grande salone con ingresso a parte, sempre sulla via principale, dove spesso si tengono convegni o attività di riunione. Il museo a luglio viene chiuso e smontato per poter preparare la Mostra e riallestito a fine agosto.

Nel museo ci sono anche i pezzi nati dai vari Concorsi di artigianato che si tengono in estate, come ad esempio i concorsi di oreficeria o di design. A tali concorsi possono partecipare artisti con regolare partita IVA e che siano in grado di realizzare sia il progetto (ideazione o creazione) che il manufatto. Il concorso nazionale di arte orafa è intitolato a Nicola da Guardiagrele e avviene ogni due anni; si aggiunge "La Fucina del Vulcano" che concerne l'arte fabbrile, molto praticata in Abruzzo.

All'interno del Museo permanente dell'artigianato artistico abruzzese si possono inoltre trovare i capolavori della Bottega Ranieri (fine '800 inizi '900) dei maestri del ferro battuto Antonio & Felice.

A Santa Maria Maggiore di Guardagrele avviene la cerimonia di presentazione del restauro della Croce di Nicola da Guardiagrele. Piero Ferretti e Sergio Boccelli si sono occupati del progetto del restauro della suddetta Croce, della quale molti frammenti erano stati trafugati ed altri conservati gelosamente.[4] Ottimo connubio è quello che si è creato, col passare delle edizioni di questa Mostra, tra l'artigianato e l'arte culinaria del territorio abruzzese.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b L'Ente, su artigianatoabruzzese.com. URL consultato il 20 novembre 2018.
  2. ^ Filmato audio Guardiagrele - Al via la mostra dell’artigianato. URL consultato il 20 novembre 2018.
  3. ^ Filmato audio Ente Mostra Artigianato Artistico Abruzzese - Rrinascita monumento per l'Aquila. URL consultato il 20 novembre 2018.
  4. ^ Filmato audio Croce Nicola da Guardiagrele - Cerimonia Presentazione Restauro. URL consultato il 20 novembre 2018.
  5. ^ Locandina artigianato e sapori, su artigianatoabruzzese.com. URL consultato il 20 novembre 2018.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]