Utente:Lorenz-pictures/Silvio Berlusconi/Attività politica

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La discesa in campo[modifica | modifica wikitesto]

Da sinistra, Jacques Chirac, George W. Bush, Tony Blair e Silvio Berlusconi

Nel 1994 Silvio Berlusconi entra esplicitamente nella politica attiva fondando Forza Italia, un nuovo movimento e partito politico.

La creazione di Forza Italia ha un notevole impatto sulla scena politica italiana. Con un partito nato ufficialmente solo due mesi prima delle elezioni politiche del 1994, Berlusconi vuole attirare l'elettorato italiano di centro e centro-destra rimasto senza partiti rappresentativi dopo gli scandali di Tangentopoli, in seguito ai quali gli elettori indignati avevano decretato la fine del partito della Democrazia Cristiana. La scena politica italiana è in fermento, nonostante alcuni analisti considerino tardiva l'entrata in scena di Berlusconi (a soli due mesi dalle elezioni), egli riesce a sfruttare con successo la propria immagine di uomo nuovo ottendendo la vittoria alle elezioni politiche del 1994.

Campagna elettorale ed elezioni del 1994[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Legislature della Repubblica Italiana/XII Legislatura.

Grazie anche ad una massiccia campagna elettorale in cui Berlusconi sfrutta pienamente i propri canali mediatici e che scatena polemiche che scaturiscono nella discussa par condicio, le elezioni politiche del 27 marzo 1994 si concludono con un successo del partito di Berlusconi consociatosi in un'alleanza con Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini e con la Lega Nord di Umberto Bossi. Ma la prima esperienza di governo di Silvio Berlusconi ha vita dura e breve, e si conclude nel dicembre dello stesso anno, quando la Lega Nord ritira l'appoggio al Governo. Il 22 dicembre Berlusconi rassegna le proprie dimissioni al Capo dello Stato.

Campagna elettorale 1996 e capo dell'opposizione fino al 2001[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Legislature della Repubblica Italiana/XIII Legislatura.

Le successive elezioni sono vinte da L'Ulivo (con l'appoggio esterno di Rifondazione Comunista), la coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi. Berlusconi guida l'opposizione di centrodestra fino al 2001.

Durante la legislatura collabora con Massimo D'Alema alla Bicamerale, che si occupa principalmente di riforme costituzionali e giudiziarie (per approfondimenti si veda la voce sulle riforme giudiziarie dell'Ulivo).

Campagna elettorale 2001 e capo del governo fino al 2006[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Legislature della Repubblica Italiana/XIV Legislatura.

Le elezioni del 2001 portano alla vittoria la coalizione di centrodestra capeggiata da Silvio Berlusconi, grazie al ritrovato accordo con la Lega Nord e alle divisioni del centrosinistra. Durante la campagna elettorale Berlusconi sigla, presso la trasmissione Porta a Porta di Bruno Vespa, il noto Contratto con gli italiani: un accordo fra lui ed i suoi potenziali elettori in cui si impegna, in caso di vittoria, a realizzare ingenti sgravi fiscali, il dimezzamento della disoccupazione, l'avviamento di decine di opere pubbliche, l'aumento delle pensioni minime e la riduzione del numero di reati; impegnandosi altresì a non ricandidarsi alle successive elezioni nel caso in cui almeno quattro dei cinque punti principali non fossero stati mantenuti.

Berlusconi viene per la seconda volta nominato Presidente del Consiglio, dando inizio al Governo Berlusconi II.

Nella primavera del 2005 a seguito della sconfitta della Casa delle Libertà alle elezioni regionali si apere una celere crisi di governo: Berlusconi si dimette il 20 aprile e dopo solo due giorni viene varato il Governo Berlusconi III che ricalca in gran parte come composizione e azione politica il precedente Governo Berlusconi II.

Campagna elettorale 2006[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Legislature della Repubblica Italiana/XV Legislatura.
Lo stesso argomento in dettaglio: Elezioni politiche italiane del 2006.

L'esito delle elezioni del 2006 è caratterizzato da una forte incertezza perdurata fino al termine dello scrutinio delle schede e si risolve con una leggera prevalenza della coalizione di centrosinistra capeggiata da Romano Prodi, che vince le elezioni.

Il periodo preelettorale è infiammato dalla pubblicazione di sondaggi che prevedono una vittoria dell'Unione con circa il 5% di scarto, commissionati prevalentemente da quotidiani nazionali ed emittenti televisive. Solo tre sondaggi elaborati su commissione di Berlusconi da una società statunitense attribuiscono un lieve vantaggio per la Casa delle Libertà. Per spiegare la diversità di risultati, Berlusconi denunzia più volte una simpatia verso sinistra dei sondaggisti italiani.

La stretta vittoria della coalizione di centro sinistra giunge dopo un accesissimo confronto iniziato già alcuni mesi prima delle elezioni.

Nel marzo 2006 Berlusconi (così come Prodi), si reca a Vicenza al convegno biennale di Confindustria dove critica quei giornali che, a suo parere, poiché schierati a sinistra spargono pessimismo e continuano a sostenere che in Italia ci sia crisi a causa del suo governo. Inoltre si scaglia con veemenza contro "gli imprenditori, come Diego Della Valle, che appoggiano la sinistra perché hanno scheletri nell'armadio e sono sotto il manto di Magistratura Democratica", ricevendo applausi dalla maggior parte della platea. I vertici di Confindustria, seduti in prima fila, si dissociano senza applaudire l'intervento. Il presidente di Confindustria Montezemolo non commenterà le parole di Berlusconi dichiarando seccamente: "Ho troppo rispetto delle istituzioni repubblicane per commentare". [1]

Berlusconi in seguito sostiene due dibattiti televisivi col suo avversario Prodi andati in onda su Raiuno in prima serata. Il primo moderato dal giornalista Clemente Mimun, il secondo dal conduttore Bruno Vespa. Nel secondo dibattito, andato il onda il 3 aprile (sei giorni prima del voto), Berlusconi annuncia, a sorpresa, di voler eliminare l'Ici sulla prima casa qualora avesse vinto le elezioni, mentre alcuni giorni dopo annunzia che avrebbe abolito la tassa sui rifiuti, affermazioni che infiammano il dibattito politico e nell'opinione pubblica.

Dopo l'esito del voto, Berlusconi contesta il risultato delle votazioni denunciando brogli e chiedendo il riconteggio dei voti.

Successivamente propone, dato il "sostanziale pareggio" emerso dalle urne, di formare un governo istituzionale di coalizione ispirato alla "Grosse Koalition" tedesca. La proposta è però rifiutata dai partiti del centrosinistra e da alcuni partiti minoritari di centro destra come la Lega Nord.

Governi presieduti[modifica | modifica wikitesto]


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