Utente:Facquis/Sandbox/6

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Il regime fascista

Storia[modifica | modifica wikitesto]

[1][2]

Politica[modifica | modifica wikitesto]

Ideologia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Fascismo.

Simbologia fascista

Governo[modifica | modifica wikitesto]

Ordinamento giudiziario[modifica | modifica wikitesto]

Polizia[modifica | modifica wikitesto]

Politica coloniale[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Politica economica fascista § Italia fascista.

Politica agraria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Politica agraria del fascismo italiano.

Società[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Società italiana durante il fascismo e Sport e fascismo.

Politiche sociali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Politica sociale (fascismo).

Istruzione[modifica | modifica wikitesto]

Un'aula scolastica nel 1930 in cui sulla parete dietro la cattedra si notano ai lati del crocefisso i ritratti del re Vittorio Emanuele III e del duce, oltre a un ritratto di un militare (forse eponimo dell'istituto), mentre sulla cattedra c'è un fermacarte a forma di fascio littorio e a fianco un apparecchio radio tipo "Radio Rurale" con evidenti impianti elettrici e di riscaldamento

Il sistema scolastico italiano iniziò ad essere modificato in maniera organica già nel 1923 con la riforma Gentile. Ideata dal ministro dell'istruzione Giovanni Gentile, la riforma riorganizzò la struttura scolastica secondo un sistema strettamente gerarchico, introdusse l'esame di stato, consentendo così di equiparare le scuole cattoliche e private a quelle pubbliche e rese obbligatorio l'insegnamento della religione cattolica alle scuole elementari. La riforma inoltre venne basata sui principi dell'idealismo, di conseguenza fu deciso di dare maggiore importanza alle discipline umanistiche rispetto a quelle scientifiche e tecnologiche, identificando nel liceo classico la scuola adatta alla formazione della classe dirigente italiana.[3]

Nel 1929 in seguito alla firma dei Patti Lateranensi l'insegnamento della religione cattolica fu esteso a tutti gli ordini scolastici,[4] e nello stesso anno fu adottato il testo unico di Stato per le scuole elementari contenente tutti programmi di tutte le materie insegnate nelle scuole sia pubbliche che private.[5] Nel 1932 le associazioni degli insegnanti furono sottoposte alle dipendenze del PNF e l'amministrazione scolastica fu ulteriormente centralizzata nel 1936 dal Ministero dell'educazione nazionale guidato da Cesare Maria De Vecchi, che in questo periodo introdusse per le scuole medie anche l'insegnamento della cultura militare. Sulla stessa linea proseguì anche il ministro Giuseppe Bottai che nel 1938 promosse l'applicazione delle leggi razziali in ambito scolastico e che con la "Carta della scuola" del 1939 e un'apposita legge propose di rendere l'istruzione accessibile anche ai ceti sociali meno abbienti.[6]

Nel 1924 viene riconosciuta l'Università Cattolica del Sacro Cuore e introdotto il giuramento di fedeltà alla patria. La Scuola Normale Superiore di Pisa ritrovo di filosofi fascisti, Gentile direttore dal 1932. Nel 1931 Giuramento di fedeltà al fascismo, 12 rifiutarono, altri anche se antifascisti come Benedetto Croce e Luigi Einaudi giurarono per poter continuare a insegnare. Negli anni venti nacquero le prime facoltà di Scienze politiche e successivamente nel 1929 la Scuola di Scienze corporative.[7]

Gruppi Universitari Fascisti (GUF) Scuola di mistica fascista[8]

[6]

Religione[modifica | modifica wikitesto]

Resistenza al regime[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Antifascismo italiano § L'antifascismo fino al 1945.

Discriminazioni e leggi razziali[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Leggi razziali fasciste.

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Propaganda fascista.

Censura[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Censura fascista.

Arte[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Arte nell'Italia fascista.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1918-1925, in Italia, Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  2. ^ 1925-1943, in Italia, Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
  3. ^ Tacchi, p. 47.
  4. ^ Tacchi, p. 89.
  5. ^ Legge 7 gennaio 1929, n. 5, in materia di "Norme per la compilazione e l'adozione del testo unico di Stato per le singole classi elementari"
  6. ^ a b Tacchi, p. 90.
  7. ^ Tacchi, p. 76.
  8. ^ Tacchi, p. 79.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]


Lecco[modifica | modifica wikitesto]

Origine del nome[1][2][3]

Altro[4]

Numismatica[modifica | modifica wikitesto]

[5]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

L'economia del Regno Lombardo-Veneto dalla sua fondazione è stata sommariamente imperniata attorno all'agricoltura, la quale ha sempre rivestito un ruolo fondamentale soprattutto nella Lombardia dell'Oltrepò. Le coltivazioni essenziali, che consentivano il sostentamento dello Stato e le esportazioni, consistevano in frumento, orzo, segale e soprattutto riso.

Nella stessa città di Milano, inoltre, era molto attivo il commercio legato alle grandi industrie produttive e manifatturiere comprese i calzaturifici e le fonderie di metalli. A Venezia era invece assai diffusa la pesca e le attività di produzione delle navi in quanto la città, assieme a Trieste, rappresentava il porto principale dell'Impero Austriaco e l'unico grande sbocco verso il Mar Mediterraneo.

Monetazione e francobolli[modifica | modifica wikitesto]

Numismatica lombardo-veneta[modifica | modifica wikitesto]

Fiorino da 3 lire austriache
Lo stesso argomento in dettaglio: Lira austriaca.

Proseguendo nella strada già tracciata sotto il dominio francese, dal 1822 il Lombardo-Veneto conobbe una radicale trasformazione anche in cambio monetario.

Il sistema di conto scelto fu quello milanese, restaurato dopo la parentesi napoleonica e preferito in quanto già armonizzato ai modelli tedeschi, mentre non fu restaurato l'antico retaggio di epoca medievale della complessa monetazione della Repubblica di Venezia. La coniazione austro-milanese consisteva in una monetazione nei classici tre metalli (oro, argento, rame), la quale andò a differenziarsi e perfezionarsi sotto i diversi sovrani che regnarono. All'epoca della sua fondazione nel Regno Lombardo-Veneto circolavano ancora le valute francesi, in quanto i pesanti debiti contratti in guerra non permettevano un'immediata coniazione. Fu solo dal 1822 che vennero proposte le nuove monete:

  • Sovrana
  • 1/2 Sovrana
  • Scudo Nuovo da 6 lire
  • 1/2 Scudo Nuovo (o fiorino)
  • 1 lira austriaca
  • 1/2 lira austriaca
  • 1/4 di lira austriaca
  • 5 centesimi (o soldo, in quanto un ventesimo di lira)
  • 3 centesimi
  • 1 centesimo

Fu Francesco Giuseppe ad apportare le prime variazioni nel sistema monetario Lombardo-Veneto: egli infatti eliminò il 1/4 di lira austriaca, sostituendolo con una moneta in rame da 15 centesimi, aggiungendone anche una da 10 centesimi. Successivamente alla Seconda guerra d'indipendenza, nel Veneto entrò in vigore come moneta spicciola il soldo e i 5/10.

Il governo austriaco, inoltre, abolì definitivamente tutta una serie di zecche minori che già si trovavano poco attive sul finire del Settecento e sotto l'amministrazione di Maria Teresa e Giuseppe II, mantenendo attive unicamente le zecche di Milano e Venezia.

Parallelamente a questa circolazione di monete, erano usate come monete di libero scambio anche quelle dell'Impero Austriaco (austriaca e ungherese), che seguivano una tipologia di monetazione differente: il calibro in questi casi era costituito dal peso effettivo del metallo della moneta.

Filatelia lombardo-veneta[modifica | modifica wikitesto]

Serie completa dei francobolli in centesimi circolanti nel Regno Lombardo-Veneto dal 1850 al 1858.

La storia filatelica del Lombardo-Veneto è assai più giovane rispetto a quella numismatica in quanto i primi francobolli stampati ufficialmente (e quindi non a timbro) vennero realizzati a partire dal 1º giugno 1850 sotto l'amministrazione di Francesco Giuseppe che regolamentò anche questi valori tassati con precise normative.

A Milano come a Venezia si diffusero in parallelo anche i valori tassati per i giornali, gli almanacchi e le pubblicazioni e all'amministrazione austriaca va anche il merito di aver introdotto in queste regioni le marche da bollo e i valori tassati per la grande quantità di documentazione cartacea che andava producendosi negli uffici governativi.

Secondo le normative postali d'epoca[6] il costo era delle normali lettere era il seguente (1 lega = 7.420 metri):

  • nel circondario di distribuzione dell'ufficio postale di impostazione: cent. 10
  • per una distanza inclusivamente a 10 leghe: cent. 15
  • oltre a 20 leghe: cent. 45

Si considerava lettera semplice quel plico che non superasse in peso un "lotto viennese" che corrispondeva a 17,5 grammi. monete usare nel 1859 in italia[7]

cambi[8]

Banconote pontificie[9]

unità di misura

Unità libbra oncia ottava denaro grano
libbre 1
once 12 1
ottave 96 8 1
denari 288 24 3 1
grani 6912 576 72 24 1

10 giulii = 1 ducato

dal 1544 11 giulii = 1 scudo d'oro e 12 giulii = 1 ducato

Moneta Mistura Fino Composizione Composizione* Peso Anni Note
Giulio 1 lib (11⁄12 + 1⁄288) lib Ag Ag 920‰ ? 1504 pag 184
3,87 g 1508
3,82 g 1529
3,65 g 1535
Paolo 3,85 g 1540
3,65 g 1542
67 grani (62 + 10⁄205) grani Ag 926‰ 3,31 g 1545
Scudo Ag 910‰ 1700 1721
Ag 917‰ 1730 1758
Ag 910‰ 1775 1799
Scudo d'oro (68 + 44⁄101) grani (62 + 74⁄101) grani Au Au 917‰ 1596 1719 pag 465

Monete[modifica | modifica wikitesto]

1503-1513
Moneta Valore Descrizione
Peso Composizione
4 Ducati 4 ducati 13,74 g Au
3 Ducati 3 ducati 10,35 g
Doppio ducato di camera 2 ducati 6,75 g
Ducato di camera 11 giulii 3,35 g
Testone 3 giulii (?) 9,69 g Ag
Doppio giulio 2 giulii 7,85 g
Giulio 1 giulio 3,85 g
Mezzo giulio ½ giulio 1,75 g
Terzo di giulio ⅓ giulio 1,26 g
Sesto di giulio 1⁄6 giulio 0,70 g
Quattrino
Picciolo Variabile Cu o lega di Ag
Grosso papale 1/10 fiorino d'oro
Carlino vecchio prima di Giulio II 7 1/2 baiocchi

30 quattrini

Carlino nuovo dopo Giulio II 9 1/4 baiocchi

37 quattrini

Quattrino 1/4 baiocco

1504 riforma monetaria, i carlini cambiano nome in giuli

Moneta Valore Descrizione Anni di conio
Composizione inizo fine
Paolino d'oro 1 Scudo d'oro 917‰ Au 1532 1537
Scudo d'oro 11 Giuli

11 Paoli

100/109 ducati

1545
Ducato di camera 12 Giulii 1544
10 Paoli 1545
Fiorino d'oro di camera 12 Paoli 1545
Testoni 3 Giuli 1551
1/3 grosso papale 10 quattrini argento 1474
Grosso papale 1/10 fiorino d'oro 1348
Carlino vecchio prima di Giulio II 7 1/2 baiocchi

30 quattrini

1509
Carlino nuovo dopo Giulio II 9 1/4 baiocchi

37 quattrini

1509
Quattrino 1/4 baiocco 1509
Quatrino d'oro 5 paoli

50 baiocchi

Au 22 carati 1730 1758
Doppio scudo d'oro o pistola papale 20 paoli 1730
Zecchino papale 205 baiocchi 1730
<noinclude>[[Categoria:Template di navigazione - città d'Italia]]</noinclude>

San Marino usa scudo pontificio[10]

Monete[modifica | modifica wikitesto]

Moneta Valore Descrizione Anni di conio Cambio lire

italiane 1861

Peso Diametro Composizione Bordo inizo fine
Quattrino 0,2 baiocchi Cu 950‰ 1835 1854
½ Baiocco 0,5 baiocchi 1835 1852
Baiocco 1 baiocco 1835 1853
2 Baiocchi 2 baiocchi 1848 1854
5 Baiocchi 5 baiocchi 1849 1854
Grosso 5 baiocchi Ag 900‰ 1835 1866 0,27 L.
Paolo 10 baiocchi 1836 1863 0,53 L.
Papetto 20 baiocchi 1835 1866 1,06 L.
Testone 30 baiocchi 1836 1846 1,60 L.
½ Scudo 50 baiocchi 1835 1857 2,66 L.
Scudo 100 baiocchi 1835 1856 5,32 L.
Scudo d'oro 100 baiocchi Au 900‰ 1853 1865 5,32 L.
2,5 Scudi 2,5 scudi 4,33 g 19 mm rigato 1835 1863 13,30 L.
5 Scudi 5 scudi 8,67 g 22 mm rigato 1835 1854 26,60 L.
10 scudi 10 scudi 17,33 g 28 mm rigato 1835 1856 53,20 L.

Regno Lombardo Veneto[modifica | modifica wikitesto]

Economia[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo dei Giureconsulti, all'epoca sede della Borsa di Milano

La maggiore piazza commerciale del regno era la Borsa di Milano, confermata con un decreto imperiale del maggio 1816, era gestita dai sindaci di borsa le cui nomine erano effettuate dalla Camera di commercio. L'attività della borsa iniziò a consolidarsi a dopo il 1830 quando il commercio serico ebbe una grande crescita e a seguito della nascita delle moderne reti di trasporto e di comunicazione. Nel 1832 erano trattati quattro titoli del debito pubblico che crebbero a sette nel 1841, infine nel 1858 oltre a otto titoli del debito pubblico apparve il primo titolo azionario, quello della società ferroviaria LVCI[11]. Le merci nazionali maggiormente trattate nella borsa erano le sete seguite da filati, prodotti caseari, grano e metalli. Le merci estere invece erano costituite per la maggior parte da merci coloniali quali lo zucchero, il caffè e le spezie[12].

Agricoltura[modifica | modifica wikitesto]

Settore sviluppato soprattutto in Lombardia dove erano presenti le marcite per il foraggio erano coltivati riso frumento granoturco e lino, in Veneto buon vino. Esporto riso legna. Importo medicine spezie pittura vino olio lana lino cotone pellicce carbon fossile, grano. USati canali per l'irrigazione pavia[13]. Risaie dopo il foraggio. Grano segale orzo avena

. Bovini molti per carne latte animali da lavor, cavalli e asini pochi.molti bovini dalla svizzera. Maiali altro allevamento importante per la carne. Viti gelsi (morus alba), granoturco, grano. Il lino è importante nel cremasco. poche patate. coltivato il ravizzone

Milano: marcite, cereali, vino lino, canapa, legumi, ravizzone, frutta, agrumi gelsi. Molti bovini e cavalli butirro e formaggi. Seta la merce principale anche orafi , cappelli, pellami

Pavia: moltissimi cerali in particolare il riso, molto foraggio e formaggio che viene esportato

Como: pochi cereali molta seta, vino, olio, olio laurino, pesci e cacciagione. cave di marmo, metalli (rame e ferro), pietre e argilla, strumenti tecnici e molti muratori. commercianti

Sondrio: vino rosso ottimo, bovini, ma più pecore, miele, legname

Bergamo: ferro a Gromo, Ardesio, Ogno

Per quanto riguarda le entrate per tassazione, il volume 32 degli Annali universali di statistica (1832), cita i dati statistici di uno studio di Adriano Balbi del 1830, secondo il quale l'ammontare delle rendite è riassumibile in questa tabella:[14]

Territorio Popolazione Esercito Rendita (in franchi)
Regno Lombardo-Veneto ~4.930.000 ~50.000 ~122.000.000
Regno delle due Sicilie 7.420.000 30.000 84.000.000
Regno di Sardegna 3.800.000 23.000 60.000.000
Stato Pontificio 2.590.000 6.000 30.000.000
Granducato di Toscana 1.275.000 4.000 17.000.000

Trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Risorse minerarie[modifica | modifica wikitesto]

Risaie

Industria[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Industria preunitaria lombarda.

Esportato il formaggio parmigiano, il gorgonzola, burro. Carta libri

Bottonificio

Seta[modifica | modifica wikitesto]

Se ne esporta per circa 120000000 di lire all'anno

Filanda nel bergamasco

Trasporti[modifica | modifica wikitesto]

La rete ferroviaria del Regno Lombardo-Veneto nel 1856

Dagli studi condotti già all'epoca[15], apprendiamo che il Regno Lombardo-Veneto si trovava all'avanguardia anche nel campo dei trasporti e delle linee di comunicazione, in particolare se rapportato per l'epoca ad altri stati della Penisola.

Rilevanti erano stati gli sforzi compiuti per la realizzazione delle strade ferrate che tra Lombardia e Veneto coprivano una distanza notevole che poneva il grande stato di dipendenza austriaca secondo solo al Regno di Sardegna ove, grazie all'impulso del primo ministro Cavour tale opera evolutiva era incominciata alcuni anni prima.

La tratta ferroviaria Novara-Milano venne inaugurata nel maggio del 1859 dopo il frutto di lunghe trattative di collaborazione nei costi tra il Regno di Sardegna e la Lombardia, anche se meno di un mese dopo il milanese sarà conquistato da Vittorio Emanuele II con la Battaglia di Magenta che coinvolgerà direttamente questa ferrovia per l'invasione del territorio austriaco da parte dei piemontesi.

Altro mezzo di trasporto abbondantemente utilizzato nel regno Lombardo-Veneto (data anche la presenza di grandi corsi d'acqua) era il trasporto per mezzo di barche. Le corriere operavano regolarmente lungo il Naviglio Grande e gli altri navigli minori in Lombardia, collegando buona parte della periferia con la Darsena di Milano, mentre a Venezia i traghetti collegavano le isole della laguna tra loro e con la costa illirica.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ lucio-iuos.blogspot.com, https://lucio-iuos.blogspot.com/search?q=lecco.
  2. ^ https://www.araldicacivica.it/stemmi/comune/lecco/
  3. ^ https://books.google.it/books?redir_esc=y&hl=it&id=YPzTAgAAQBAJ&q=lecco#v=onepage&q&f=false p. 304
  4. ^ https://books.google.it/books?id=KIJpAAAAcAAJ&pg=PA11&dq=Lecco+e+il+suo+territorio&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiQqYqs8troAhXtwMQBHahYDOIQ6AEIOjAD#v=onepage&q=Lecco%20e%20il%20suo%20territorio&f=false
  5. ^ https://books.google.it/books?id=x81oAAAAcAAJ&pg=PA80&dq=monete+legge+26+aprile+1804&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwidxZDn1L_oAhVOw4sKHUJkBfgQ6AEINzAC#v=onepage&q=monete%20legge%2026%20aprile%201804&f=false
  6. ^ vedi qui[collegamento interrotto]
  7. ^ books.google.it, https://books.google.it/books?id=1L53m5lea9QC&pg=PA108&dq=ferdinando+I+lira+di+parma&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqvOuBlLfjAhWFDOwKHS5WDw8Q6AEIKDAA#v=onepage&q=lira%20di%20parma&f=false.
  8. ^ books.google.it, https://books.google.it/books?id=2_1nsoVnanQC&pg=PA159&dq=Genova+Parigi+lire+franchi&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjf8d3t3rbjAhUPcZoKHT3FAj8Q6AEIKDAA#v=onepage&q=Genova%20Parigi%20lire%20franchi&f=false.
  9. ^ astebolaffi.it, https://www.astebolaffi.it/it/lot/331/1568/detail.
  10. ^ books.google.it, https://books.google.it/books?id=XgkrDwAAQBAJ&pg=PA89&dq=san+marino+scudo+pontificio&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiDloOi8K_jAhUKIMUKHSQyDkgQ6AEIKDAA#v=onepage&q=san%20marino%20scudo%20pontificio&f=false.
  11. ^ historytour.it (http://www.historytour.it/default.php?idp=s&ids=2&iddoc=61&tipodoc=articolo)
  12. ^ historytour.it, https://www.historytour.it/upload/documenti/pdf/b08.pdf.
  13. ^ pag 442, su books.google.it.
  14. ^ Adriano Balbi, Quadro statistico dei vari stati d'Italia, in Annali universali di statistica, Vol. 31, Milano, Società degli Editori degli Annali Universali delle Scienze e dell'Industria, 1832, p. 313. ISBN non esistente Si osserva che su alcune di tali cifre l'Annale in alcuni così imprecisione di valori
  15. ^ Almanacco Imperiale Regio per la Lombardia, Milano, 1837