Utente:Archeorosati/Sandbox/Rocca

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N.B.: contenuto da far confluire nella già esistente voce della Rocca abbaziale di Subiaco, implementandone contenuti e magari ristrutturando un po' la forma della voce esistente.


La Rocca Abbaziale[modifica | modifica wikitesto]

La storia del palazzo storico in cui è situato il Museo delle Attività Cartarie e della Stampa di Subiaco è legata alla successione dei proprietari che hanno costruito, allargato, rinforzato e abbellito la Rocca Abbaziale in cui il Museo è ospitato.

La data di fondazione della fortezza risale al X secolo d.C., la prima menzione in cui i monaci benedettini del protomonastero Sublacense detengono il Castellum è datata all'anno 937.[1]

La Rocca dell'abbate Giovanni V[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la fondazione si ha notizia di notevoli successivi allargamenti e interventi di potenziamento militare di questa fortezza alla metà dell'XI secolo. Una serie di forti terremoti hanno distrutto in gran parte il castello originario nel XIV secolo in due riprese nel 1304 e nel 1349.

Il Palazzo Borgia[modifica | modifica wikitesto]

Nei secoli successivi la Rocca è stata riedificata, in particolare la possente torre rettangolare corpo di fabrica che si trova a sinistra dell'attuale portale d'ingresso è conosciuta con il nome di "Palazzo Borgia". È stata costruita a partire dal 1456 per volere dell'abate Juan de Torquemada primo abate commendatario di Subiaco ma il principale impulso alla realizzazione della costruzione è stato dell'abate commendatario Rodrigo Borgia divenuto poi Papa Alessandro VI, che ha ultimato la fortezza nel 1476.

L'austera torre doveva essere più alta rispetto dell'odierno palazzo, svettando sul colle doveva incutere timore e rispetto. In tal senso politico questa fortezza venne pensata ed edificata dall'illustre architetto Baccio Pontelli, ed è stata progettata come ulteriore bastione a difesa della vecchia fortezza di Giovanni V, con la quale comunicava attraverso un corridoio assai angusto e provvisto di trabocchetto. La torre doveva essere corredata di merlature e feritoie, baluardi e spazi adibiti a carceri, ed è stata l’espressione-sintesi del programma politico del Borgia a Subiaco. Papa Alessando VI la disse eretta in onore di S. Benedetto, a tutela dei monaci, dei castelli abbaziali e dei confini dello Stato Pontificio. In tal senso infatti parla l’epigrafe, incassata tuttora nella parte occidentale della torre.

Personaggi storici nati nel "Palazzo Borgia"[modifica | modifica wikitesto]

La Rocca Abbaziale diede i natali, vide l'infanzia e i primi anni di formazione di Cesare Borgia (1475-1507), conosciuto con il soprannome de "Il Valentino", "Il Principe" a cui Niccolò Machiavelli dedicò l'omonima e celebre opera. Certamente nacque qui anche la sorella di Cesare, la celebre Lucrezia Borgia (1480-1519).

Gli affreschi grotteschi e gli abbati commendatari Colonna[modifica | modifica wikitesto]

Al piano terra di quest’ala turriforme del palazzo che oggi ospita il MACS, vi sono le cucine e nel pavimento di una delle sale può vedere una botola per accedere ad una cisterna. Il primo piano, o piano nobile, fu abbellito con affreschi cinquecenteschi appartenenti alla scuola pittorica di Perin del Vega.

L'opera di ornamento dell'austero Palazzo Borgia era iniziata sotto il dominio della stessa famiglia Borgia, con l'inserimento in facciata di almeno 3 stemmi marmorei e di una epigrafe con dedica a Papa Alessandro VI. Gli affreschi dei piani nobili del complesso sono stati poi realizzati e ultimati durante il dominio commendatario su Subiaco della Famiglia Colonna. La tradizione pittorica più importante per questa epoca nella Rocca di Subiaco è composta dagli affreschi in stile grottesco che ricolmano le pareti del palazzo. Tali pitture richiamano in maniera calligrafica ciò che gli artisti e gli umanisti dell'epoca (XV-XVI secolo d.C.) potevano ammirare esplorando le volte e gli ambienti della Domus Aurea dal 1480. Sono annoverabili tra le sale di questo periodo storico la Sala dei Banchetti, la Sala di Rappresentanza, la Sala dello Zodiaco, lo studiolo segreto di Marcantonio Colonna.

Affresco di Scipione Colonna in trionfo nella Rocca Abbaziale di Subiaco. Scena circondata da pitture in stile grottesco.

Sala dei Banchetti

La datazione degli affresci risale certamente al periodo della commenda di Scipione Colonna (1513 - 28 giugno 1528) rappresentato nel riquadro dell'affresco centrale del "Salone dei Banchetti" del palazzo nelle vesti trionfanti di Pubblio Cornelio Scipione L'Africano. Si notano infatti nella scena dei tratti caratterizzanti del trionfo romano ai quali si aggiunge la presenza di un elefante guidato da un condottiero di origine africana.

La sala di rappresentanza

È la sala attigua a quella "Dei Banchetti", assieme alla sala dello zodiaco ha affreschi databili intorno alla metà del millecinquecento. La commissione è degli Abbati commendatari Francesco e Marcantonio Colonna. Decisamente interessanti sono le lunette alla base della volta dove vennero dipinti i quattro motti della famiglia Colonna.

  • Nec mersa superstant
  • Immota manent
  • Flectimur non rumpimur undis
  • Et in adversis lucet

Vi sono altri stemmi, araldi e figure mitologiche volte ad esaltare l'importanza del casato.

La sala dello zodiaco

Gli affreschi della "Sala dello Zodiaco" nella Rocca Abbaziale di Subiaco.

In questa sala i segni zodiacali sono rappresentati in dodici riquadri bordati di motivi a grottesche. I segni hanno una disposizione non cronologica e vengono raggruppati per caratteristiche simili e affrontati: ai quattro angoli i quadrupedi toro-leone-ariete-capricorno, sui lati corti cancro-scorpione, sui lati lunghi pesci-gemelli, biancia-venere e acquario e sagittario. Vi è poi la rappresentazione dei pianeti allora conosciuti, sole e luna come divinità.

Probabilmente le pitture parietali furono ultimate in queste sale dall'Abate commendatario Francesco Colonna (1529 - 1559) .

Lo studiolo segeto di Marcantonio Colonna

Agli affreschi di queste sale venne aggiunto il ciclo dei dipinti nello studiolo dell'Abate Commendatario Marcantonio Colonna eseguiti tra il 1560 e il 1564. Al suo interno questo studiolo contiene un prezioso affresco con paesaggio di Subiaco, vedute di Roma antica, scene di danza suddivise tra soggetti anziani e giovani.

L'edificio Braschi e gli affreschi di Liborio Coccetti.[modifica | modifica wikitesto]

L'epigrafe con il testo dedicatorio dei restauri avvenuti tra il 1777 e il 1781 effettuati da Papa Pio VI Braschi in cui si evincono le principali fasi costruttive della rocca e la volontà di dare all'edificio un aspetto "più elegante".
Lo stemma di Pio VI che campeggia sulla porta d'ingresso principale dell'Edificio Braschi nella Rocca Abbaziale di Subiaco.

Pietro Camporese il vecchio tra il 1777 e il 1781 costruì per volere di Giovannangelo Braschi al secolo Papa Pio VI l'attuale corpo di fabbrica centrale della Rocca al quale si accede mediante l'elegante scalinata e portale sovrastato dallo stemma pontificio. L'epigrafe dedicatoria presente sull'ingresso ricostruisce per sommi capi la storia delle maggiori fasi costruttive della fortezza.

Fanno parte di questo complesso periodo storico le sette magnifiche sale dipinte dalla mano di Liborio Coccetti, artista Folignate dalle eccezionali doti decorative e dalle sorprendenti capacità nei tratti miniaturistici. Suoi sono il progetto pittorico delle tre sale in cui sono presenti le raffigurazioni dei paesi che all'epoca facevano parte del governo della Commenda Abbaziale. Queste tre sale costituiscono un viaggio pittorico e una testimonianza architettonica e storica dello stato dei paesi e delle maggiori fondazioni ecclesiastiche dei possedimenti sublacensi dell'epoca. Le sale successive vengono decorate con l'intento celebrativo della famiglia Braschi.

Dipinto in tempera su muro situato nella Rocca Abbaziale di Subiaco e realizzato tra il 1777 e il 1780 da Liborio Coccetti.

Le tre sale della Commenda[modifica | modifica wikitesto]

A queste sale si accede dall'ingresso principale con scalinata, si sale fino al secondo piano Con stile calligrafico e attento ad ogni dettaglio. Sono dipinti con tempera a muro e l'anno di esecuzione varia tra il 1777 e il 1780. Nella prima sala sono conservati gli eccezionali dipinti dei paesi di Subiaco, Agosta, Marano, Affile e Ponza (Arcinazzo Romano) e i due monasteri benedettini; nella seconda sala Cerreto, Trevi nel Lazio, Jenne, Gerano con la Chiesa di S. Anatolia e i due luoghi di culto sublacensi la Chiesa di S. Lorenzo e il Convento di S. Francesco; nella terza Rocca di Mezzo e Rocca Canterano, Canterano, Cervara di Roma, Camerata Vecchia (oggi Camerata Nuova), Rocca Santo Stefano, Roiate, Civitella (odierna Bellegra) e S. Maria della Valle con il Convento dei Frati Cappuccini di Subiaco.

Ogni paese è raffigurato con una sopraffina attenzione al dettaglio, di particolare interesse il dipinto che raffigura Camerata Vecchia, borgo incendiato nel 1859 che fu riedificato nella pianura ai piedi del colle dove storicamente sorgeva.

La sala dei continenti[modifica | modifica wikitesto]

Questa sala deve il suo nome alle rappresentazioni dei quattro continenti allora conosciuti Europa, Asia, Africa, America. Lungo i lati del soffitto le quattro virtù teologali. Al centro del soffitto campeggia in chiave di volta lo stemma di Papa Pio VI.

La sala del Trono[modifica | modifica wikitesto]

Da questa sala si accede alla Sala del Trono, un vasto ambiente in cui il Pio VI ascoltava le udienze. Il trono papale doveva trovarsi al centro della parete opposta all'ingresso. La volta è decorata con una balaustra vista cielo e un tripudio di immagini e allegorie simboliche del papato. In questa sala Liborio Coccetti lavorò unicamente nel finto basso rilievo, di alto valore artistico, che adorna l'intera sala al di sotto della balaustra. Il pittore riesce qui a collezionare innumerevoli scene bibliche dimostrando ancora una volta le sue grandi abilità pittoriche.

L'Alcova[modifica | modifica wikitesto]

La ricca volta dell'Alcova Papale.

Massimamente scenografica è la sala da letto del pontefice. La sala è divisa in due da una parete in legno decorata da raffinatissimi motivi. L'apertura maggioer era originariamente dotata di tende, ai fianchi due porticine. La tenda occludeva alla vista il letto del pontefice durante il sonno. La stanza così ricavata aveva a sua volta due logge minori in quella a sinistra del letto vi erano i servizi igienici, in quella a destra del letto uno scrittoio. La volta della stanza da letto offre spunti allegorico-religiosi, quella dell'ingresso è ricca di dettagli e grottesche di stile settecentesco. Nella volta dell'ingresso Pio VI sconfigge l'eresia conducendo un carro trainato dai quattro evangelisti rappresentati in base ai loro animali simbolici.

Stato di conservazione[modifica | modifica wikitesto]

All'inizio del 2022 l'intero edificio della Rocca Abbaziale avrebbe oggettivamente bisogno di un profondo restauro, strutturale e pittorico. Per motivi legati alla sicurezza della struttura e alla continua infiltrazione delle acque meteoriche dal tetto che in larga parte su alcune sezioni è assente c'è l'alto rischio di perdere la la gran parte delle opere oggi conservate all'interno di questo monumento di interesse locale e nazionale.[2]

  1. ^ Leone Allodi e Guido Levi, Il Regesto Sublacense dell'XI secolo, in Archivio della Società Romana di Storia Patria, p. 45.
  2. ^ Antonio Mariozzi, Subiaco, chiusa la Rocca dei Borgia: crollati i manti di copertura, su roma.corriere.it, 13 febbraio 2022. URL consultato il 27 febbraio 2022.