Tyto

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Tyto
Barbagianni comune
(Tyto alba)
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Sottoregno Eumetazoa
Superphylum Deuterostomia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Infraphylum Gnathostomata
Superclasse Tetrapoda
Classe Aves
Sottoclasse Neornithes
Superordine Neognathae
Ordine Strigiformes
Famiglia Tytonidae
Sottofamiglia Tytoninae
Genere Tyto
Billberg, 1828
Sinonimi

Lechusa
Miller, 1956
Strix
sensu auct. non Linnaeus, 1758

Specie

vedi testo

Tyto (Billberg, 1828) è un genere di uccelli della famiglia Tytonidae, comunemente noti come barbagianni. È l'unico genere della sottofamiglia Tytoninae.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Questi uccelli hanno una colorazione più scura sul dorso, di solito un colore arancio-marrone, che sul ventre quasi sempre bianco o comunque più chiaro, talvolta screziato, anche se c'è una considerevole variazione considerevole tra le specie. I gufi del genere Tyto sono caratterizzati da un disco facciale a forma di cuore, e sono privi di ciuffi auricolari, presenti invece in molti Strigidi. Tendono inoltre ad essere più grandi dei barbagianni del genere Phodilus. Il nome Tyto (τυτώ) è un onomatopeico dal greco per gufo.[1]

Tassonomia e sistematica[modifica | modifica wikitesto]

Durante la loro storia evolutiva, i gufi del genere Tyto hanno dimostrato una migliore capacità di colonizzazione delle isole rispetto ad altri gufi. Molte di queste forme isolane si sono estinte, di cui alcune in tempi relativamente recenti. Un certo numero di barbagianni insulari del Mediterraneo e dei Caraibi erano specie molto grandi e in alcuni casi rappresentavano i superpredatori del loro habitat.

Specie viventi[modifica | modifica wikitesto]

Il genere comprende le seguenti specie viventi:[2]

Specie estinte[modifica | modifica wikitesto]

Conosciute da resti fossili

Estinzioni recenti conosciute da resti subfossili

Fossile di Tyto cavatica
Fossile di Tyto ostologa
  • † Barbagianni del Mussau (Tyto cf. novaehollandiae), ritrovato a Mussau;[3]
  • † Barbagianni della Nuova Irlanda (Tyto cf. novaehollandiae), ritrovato nella Nuova Irlanda;
  • † Barbagianni della Nuova Irlanda minore (Tyto cf. alba/aurantiaca), ritrovato in Nuova Irlanda;[3]
  • † Barbagianni della Nuova Caledonia (Tyto letocarti) ritrovato in Nuova Caledonia;
  • † Barbagianni di Puerto Rico (Tyto cavatica) ritrovato a Porto Rico (forse sopravvissuto fino al 1912; possibile sottospecie di T. glaucops);
  • † Barbagianni di Noel (Tyto noeli), ritrovato a Cuba;
  • † Barbagianni di Rivero (Tyto riveroi) ritrovato a Cuba;
  • † Barbagianni cubano (Tyto sp.) ritrovato a Cuba;
  • † Barbagianni di Hispaniola (Tyto ostologa) ritrovato ad Hispaniola;
  • † Barbagianni di Andros, anche conosciuto come Barbagianni delle Bahamas, Barbagianni maggiore delle Bahamas, o Chickcharney (Tyto pollens) ritrovato ad Andros, Bahamas (potrebbe essere sopravvissuto fino al XVI secolo);
  • † Barbagianni di Barbuda (Tyto neddi) ritrovato a Barbuda, e forse ad Antigua;
  • † Barbagianni maltese (Tyto melitensis ) ritrovato a Malta (precedentemente assegnato al genere Strix, forse rappresenta una paleosottospecie di Tyto alba);

Specie riassegnate[modifica | modifica wikitesto]

Un certo numero di fossili di gufo furono al tempo assegnate al genere Tyto, ma oggi sono state ricollocate in altri generi. Anche se ci sono chiare differenze nell'osteologia tra i veri gufi e i barbagianni, c'è stata un'evoluzione parallela in una certa misura e quindi le ossa fossili isolate non possono essere necessariamente assegnate a nessuna famiglia senza uno studio approfondito. In particolare, il genere Strix è stato applicato erroneamente da molti primi scienziati come "refugium peccatorum" per molti gufi incluso Tyto.[4]

  • Tyto antiqua (Eocene superiore/Oligocene inferiore di Quercy? - Miocene inferiore della France) era un barbagianni del genere preistorico Prosybris; questo taxon potrebbe essere un nomen nudum in quanto la specie è stata originariamente ascritta al genere Strix, ma ciò richiede conferma;[5]
  • Tyto edwardsi (Miocene superiore da Grive-Saint-Alban, Francia) era un gufo strigidae non ancora assegnato a nessun genere; potrebbe appartenere al genere Strix o al gruppo europeo simile Ninox;
  • Tyto ignota (Miocene medio di Sansan, Francia) era un gufo strigidae di affinità poco chiare; potrebbe appartenere al genere Strix, ma ciò richiede conferma;[5]
  • † "TMT 164", un tarsometatarso sinistro distale di un presunto Tyto dal Miocene medio di Grive-Saint-Alban (Francia) potrebbe anche appartenere a Prosybris poiché è simile a Tyto antiqua;[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Ravazzi G., Rapaci, Giunti Editore, 2010, p. 35, ISBN 9788841240052.
  2. ^ (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Tytonidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 28 febbraio 2018.
  3. ^ a b Steadman (2006)
  4. ^ Mlíkovský (2002): p.217
  5. ^ a b Mlíkovský (2002)
  6. ^ Ballmann (1969)

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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