Turki II bin Abd al-Aziz Al Sa'ud

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Turkī II bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd
Principe dell'Arabia Saudita
Stemma
Stemma
Nome completoTurkī bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd
NascitaRiad, 1934
MorteRiad, 12 novembre 2016
SepolturaCimitero al-'Ud, 12 novembre 2016
DinastiaDinastia Saudita
PadreAbd al-Aziz dell'Arabia Saudita
MadreHassa bint Ahmad al-Sudayri
ConiugiNura bint Abd Allah bin Abd al-Rahman Al Abd al-Rahman
Hind bint Shams al-Din al-Fassi
FigliPrincipessa al-Jawhara
Principe Khalid
Principe Fahd
Principe Faysal
Principe Sultan
Principessa Dima
Principessa Abeer
Principe Abd al-Rahman
Principessa Samahir
Principe Ahmad
ReligioneMusulmano sunnita
Turkī II bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd

Vice ministro della Difesa e dell'Aviazione
Durata mandatoluglio 1969 –
1978
MonarcaRe Fayṣal
Re Khālid
PredecessoreMuhammed bin Sa'ud Al Sa'ud
Successore'Abd al-Rahman ibn 'Abd al-'Aziz Al Sa'ud

Turkī bin ʿAbd al-ʿAzīz Āl Saʿūd, (in arabo تركي الثاني بن عبد العزيز آل سعود?) (Riad, 1934Riad, 12 novembre 2016[1]), è stato un principe, politico e imprenditore saudita, membro della famiglia reale Al Saʿūd.

Primi anni di vita ed educazione[modifica | modifica wikitesto]

Il principe Turkī è nato nel 1934.[2] È membro dei "sette Sudayrī", una potente famiglia del Najd, alleata storica della famiglia Āl Saʿūd. I suoi genitori erano re ʿAbd al-ʿAzīz e Hassa bint Ahmad al-Sudayri.[3] Egli è conosciuto come "il secondo" (الثاني ath -Thani), perché è il secondo figlio nato del re chiamato "Turkī". Il primo principe Turkī era il figlio primogenito del re, morto nel 1919 a causa della pandemia di influenza spagnola.[2]

Il principe Turkī ha studiato alla scuola dei principi, istituzione fondata dal padre per l'educazione dei figli.[4]

Carriera[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1960, il re ha approvato l'assegnazione del principe Turkī come governatore della provincia di Riyad nel periodo di assenza formale del principe Salmān. In seguito è stato nominato Vice ministro della Difesa nel luglio 1969 con un decreto reale.[5] Il suo mandato durò per nove anni e fu costretto a dimettersi dal suo incarico a causa del matrimonio contratto nel 1978.[6][7]

Polemiche[modifica | modifica wikitesto]

Dopo contrasti con alcuni degli altri principi e l'adesione al "Movimento dei principi liberi", Turkī si trasferì al Cairo e visse in esilio volontario per qualche tempo.[8][9] Tuttavia, in altre ricerche sul movimento non viene menzionato come parte di questo gruppo.[10] Il suo esilio al Cairo si è verificato a seguito del contenzioso intra-familiare a causa del suo matrimonio con Hind al-Fāṣī (Vedi anche qui sotto e la sezione vita personale).

Nel febbraio 1982, Turkī e la sua famiglia, che vivevano a Miami, sono stati accusati di possedere una serva egiziana contro la sua volontà. Gli ufficiali del Miami-Dade Police Department hanno cercato nel suo appartamento con un apposito mandato ma non sono riusciti a trovare la donna. Tuttavia, la polizia ha incontrato una forte resistenza da parte delle guardie del corpo del principe Turkī, che ha citato in giudizio la polizia per ricevere un risarcimento di 210 milioni di dollari. Il Dipartimento di Stato gli ha concesso l'immunità diplomatica nel mese di aprile 1982 e la causa è stata abbandonata nel giugno 1982.[11]

In una lettera pubblicata dall'agenzia di stampa "Wagze" nel luglio 2010, il principe Turkī ha avvertito la famiglia regnante dell'Arabia Saudita che avrebbe avuto un destino simile a quello del dittatore iracheno Saddam Hussein e dello Scià Mohammad Reza Pahlavi, invitandoli a fuggire prima che la gente "tagliasse loro la testa per le strade". Egli ha sostenuto che la famiglia reale saudita non è più in grado di "imporsi sulle persone". Ha inoltre esortato "Fatelo oggi, prima di domani finché il denaro che abbiamo è sufficiente per vivere in qualsiasi parte del mondo, dalla Svizzera, al Canada e all'Australia... non dovremmo tornare finché siamo in grado di ottenere un posto sicuro". "Dobbiamo prendere le nostre famiglie in modo rapido e tirarci fuori", continua "non ingannando se stessi affidandosi agli Stati Uniti, alla Gran Bretagna o a Israele, perché non sopravviveremmo alla perdita, l'unica porta aperta adesso è quella dell'uscita e del non ritorno. Andiamo prima che si chiuda". Egli ha infine messo in guardia contro un colpo di Stato militare contro la famiglia regnante, dicendo che "nessuno ci attaccherà da fuori, ma le nostre forze armate attaccheranno noi".[12] Tuttavia, più tardi Turkī ha detto all'Arabia Press Agency che la presunta lettera che circolava su alcuni siti di media e internet era inesistente e fabbricata da nemici che desideravano diffondere la confusione e l'eccitazione.[13]

Un'altra controversia è sorta dopo la morte della moglie Hind al-Fāṣī nel mese di agosto 2010. Suo fratello Allāl al-Fāṣī ha accusato il cognato, il principe al-Fāṣṣī, così come i nipoti, di aver ucciso sua sorella con una overdose di droga. Ha presentato una relazione al procuratore generale e poi è scomparso per 24 ore per riapparire dopo che dopo la relazione medica ha dimostrato che non c'era nulla di strano nel suo organismo, accompagnata dal ritiro di tutte le accuse rivolte a suo cognato.[14] D'altra parte, il figlio del principe Turkī, ʿAbd al-Raḥmān, ha citato in giudizio lo zio Allāl al-Fāṣī, sostenendo che lui e suo padre si erano picchiati nell'ospedale dove morì sua madre.[15]

Opinioni[modifica | modifica wikitesto]

Durante l'invasione irachena del Kuwait nel 1990, il principe Turkī ha sostenuto in una conferenza stampa che l'embargo delle Nazioni Unite "non è sufficiente per combattere l'esercito iracheno in Kuwait". Per lui l'azione militare era necessaria.[16]

Dopo il ritorno in Arabia Saudita nel 2011, il principe Turkī ha pienamente appoggiato le nomine dei suoi fratelli Nāyef e Salmān. Egli ha sostenuto nel mese di ottobre 2011, che la decisione di nominare il defunto principe Nāyef come principe ereditario era assolutamente giusta e che il principe Nāyef era dotato di saggezza, buona capacità di gestione e che vantava una lunga storia di servizio al suo paese.[17]

Vita personale[modifica | modifica wikitesto]

La prima moglie di Turkī, dalla quale ha divorziato per sposare Hind al-Fāṣī, era Nūra bint ʿAbd Allāh bin ʿAbd al-Raḥmēn.[18][19]

La sua seconda moglie era Hind al-Fāṣī, componente della famiglia saudita al-Fāṣī e figlia dello sceicco Shams al-Dīn al-Fāṣī, leader religioso sufi dalla confraternita della Shādhiliyya e nipote del sufi marocchino Imām al-Fāṣī, che si stabilì a La Mecca nel tardo XVIII secolo.[11][18] Turkī ha sacrificato la sua posizione di vice ministro e ha lasciato il regno perché ha rifiutato di divorziare da lei a fine del 1970. Si sono conosciuti quando suo padre lo sceicco al-Fāṣī è stato arrestato per aver guidato un movimento sufi nel Regno. Ella chiese l'aiuto del principe Turkī per il rilascio di suo padre e in seguito lo sposò, anche se la sua famiglia non approvava questo matrimonio. Di conseguenza, perse non solo la sua posizione, ma anche il posto per un'eventuale candidatura a sovrano. Più tardi, con la moglie, si recò in Egitto alla fine del 1970 e non tornò ma più in Arabia Saudita. Morì nel 2010 al Cairo all'età di 57 anni.[8][18] Dopo la sua morte, il principe Turki tornò in patria.[20]

Il principe Turkī ha avuto quattro figli dal suo primo matrimonio, Khālid (nato nel dicembre 1957), Sulṭān (nato nel maggio 1968), Fayṣal (nato nel gennaio 1965) e Fahd (nato nell'agosto 1959).[2][19] Nel 1975, i figli maggiori di Turkī hanno preso 1,1 milioni di dollari in prestito dalla US Export-Import Bank (Eximbank) per finanziare la loro attività in relazione alle risiere in Arabia Saudita.[21]

Una delle figlie del principe Turkī è sposata con Khālid b. Sulṭān. Un altro figlio del principe Turkī, Sulṭān, è stato "rapito" a Ginevra e messo agli arresti domiciliari a Riyad nel 2004, dopo essersi espresso a favore di una riforma in Arabia Saudita.[9] Fayṣal b. Turkī, invece, è consulente del Ministero del Petrolio e delle Risorse Naturali.[22][23]

Morte e funerale[modifica | modifica wikitesto]

Turki bin Abd al-Aziz è morto a Riad nelle prime ore del 12 novembre 2016.[24] La preghiere funebri si sono tenute lo stesso giorno nella moschea Imam Turki bin Abd Allah di Riad dopo la preghiera del pomeriggio alla presenza di re Salman. La salma è stata poi sepolta nel cimitero al-'Ud della capitale.[24]

Albero genealogico[modifica | modifica wikitesto]

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Fayṣal Āl Saʿūd Turkī bin ʿAbd Allāh Āl Saʿūd  
 
Hia bint Ḥamad Tamīmī  
ʿAbd al-Raḥmān Āl Saʿūd  
Sāra bint Misharī Āl Saʿūd Misharī b. ʿAbd al-Raḥmān b. Saʿūd  
 
 
Abd al-Aziz dell'Arabia Saudita  
Aḥmad al-Kabīr al-Sudayrī Muḥammad b. Turkī al-Sudayrī  
 
 
Sāra bint Aḥmad al-Sudayrī  
 
 
 
Turki II dell'Arabia Saudita  
Muḥammad al-Kabīr al-Sudayrī Aḥmad al-Kabīr al-Sudayrī *  
 
 
Aḥmad al-Sudayrī  
 
 
 
Ḥaṣṣa bt. Aḥmad al-Sudayrī  
ʿAlī b. Muḥammad al-Suwaydī Muḥammad al-Suwaydī  
 
 
Sharīfa al-Suwaydī  
 
 
 
 

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Arabie Saoudite: décès du prince Turki II, onzième fils du roi Abdelaziz, su shemsfm.net, 12 novembre 2016. URL consultato il 12 novembre 2016.
  2. ^ a b c Simon Henderson, After King Fahd (PDF) (Policy Paper), su washingtoninstitute.org, Washington Institute, 1994. URL consultato il 2 febbraio 2013 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2013).
  3. ^ Winberg Chai, Saudi Arabia: A Modern Reader, University Press, 22 settembre 2005, p. 193, ISBN 978-0-88093-859-4. URL consultato il 26 febbraio 2013.
  4. ^ His royal highness prince Turki bin Abdulaziz Al Saud, su riyadh.gov.sa, Ministry of Interior. URL consultato il 22 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2013).
  5. ^ Joseph A. Kechichian, Succession in Saudi Arabia, New York, Palgrave, 2001.
  6. ^ Princes are glue of nation [collegamento interrotto], in The News and Courier, AP, 22 aprile 1990. URL consultato il 3 marzo 2013.
  7. ^ James Wynbrandt, “A” Brief History of Saudi Arabia, Infobase Publishing, 2010, p. 238, ISBN 978-0-8160-7876-9. URL consultato il 3 aprile 2013.
  8. ^ a b Simon Henderson, After King Abdullah: Succession in Saudi Arabia (PDF) [collegamento interrotto], in Policy Focus #96, Washington Institute for Near East Policy, agosto 2009. URL consultato il 12 maggio 2011.
  9. ^ a b Roger Hardy, Saudis 'kidnap reformist prince', BBC News, 21 gennaio 2004. URL consultato il 12 maggio 2011.
  10. ^ Rada Soubra Barrage, The domestic challenges facing Saudi Arabia, su ecommons.lau.edu.lb:8443, ecommons, 2007. URL consultato l'8 maggio 2012 (archiviato dall'url originale il 5 ottobre 2013).
  11. ^ a b Randall Hackley, Saudi prince's life in the U.S. leads to suits and countersuits, in Associated Press, Leader-Post, 9 settembre 1982, p. A8. URL consultato il 12 maggio 2011.
  12. ^ Prince warns S. Arabia of apocalypse, in Press TV, 9 giugno 2010. URL consultato il 25 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2012).
  13. ^ Denial of Prince Turki bin Abdul Aziz, su spa.gov.sa, Saudi Press Agency. URL consultato il 30 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2014).
  14. ^ Arabic X-Files:RIP Hend El-Fassi, su egyptianchronicles.blogspot.com, Egyptian Chronicles. URL consultato il 25 maggio 2012.
  15. ^ Dispute over Saudi princess mysterious death, in The Siasat Daily, 26 agosto 2010. URL consultato il 25 maggio 2012.
  16. ^ Saudi Prince calls for swift action against Iraq's Saddam, in The Prescott Courier, Cambridge, Mass, AP, 19 agosto 1990. URL consultato il 19 agosto 2012.
  17. ^ Saudis swear allegiance to Crown Prince, in Zawya, 30 ottobre 2011. URL consultato il 19 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2014).
  18. ^ a b c Death on the Nile: A royal murder mystery?, su datarabia.com, Datarabia, 15 settembre 2010. URL consultato il 26 maggio 2012.
  19. ^ a b Sabri Sharaf, The House of Saud in Commerce: A Study of Royal Entrepreneurship in Saudi Arabia, Sharaf Sabri, 2001, p. 124, ISBN 978-81-901254-0-6. URL consultato il 2 aprile 2013.
  20. ^ Ian Bremmer, The next generation of Saudi royals is being groomed, in Foreign Policy, 2 marzo 2012. URL consultato il 26 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2012).
  21. ^ Joseph Treen, Saudi Princes get US loan, in The Victoria Advocate, Washington Post News Service, 16 agosto 1975. URL consultato il 7 agosto 2012.
  22. ^ The Al Saud dynasty, in Islam Daily, 6 luglio 2006. URL consultato il 18 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 2 novembre 2013).
  23. ^ Saudi Arabian Government Ministries, su the-saudi.net, The Saudi Network. URL consultato il 4 maggio 2012.
  24. ^ a b Rashid Hassan, Saudi Arabia mourns Prince Turki bin Abdulaziz, in Arab News, 13 novembre 2016. URL consultato il 14 novembre 2016.
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