Tur Abdin

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Coordinate: 37°24′18″N 41°29′43″E / 37.405°N 41.495278°E37.405; 41.495278
Tur Abdin con i suoi monasteri

Tur Abdin è una regione montagnosa del sud-est della Turchia che comprende la metà orientale della provincia di Mardin e la parte ad ovest del Tigri della provincia di Şırnak, ai confini con la Siria.

Il nome «Tur Abdin» deriva dal siriaco (ܛܘܪ ܥܒܕܝܢ) e significa «montagna dei servi di Dio», nome spiegabile dal gran numero di monasteri (più di ottanta) presenti nella regione. La gente originaria del Tur Abdin, gli Aramaici, altrimenti noti come Suryoye o Siriaci, è di religione cristiana siro ortodossa e parla un dialetto della lingua aramaica chiamato turoyo.

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Monastero Mor Hananio o Dayr al-Zafaran

A sud, vicino a Mardin, la catena montuosa scende ripidamente verso la pianura mesopotamica. La breccia del Tigri costituisce il confine orientale, mentre a nord il Tur Abdin confina con la pianura di Diyarbakır. Il confine occidentale è poco definito ed è approssimativamente formato dal massiccio vulcanico Karaca Dağ.

Il Tur Abdin è prevalentemente collinare e non è una vera e propria catena montuosa e sembra più un altopiano. Fa eccezione il ripido pendio vicino a Mardin. È attraversata da alcune valli fertili, come la valle del Gercüş. Un tempo le montagne erano densamente boscose. I terreni carsici costituiscono la composizione predominante del suolo. Assicurano l'infiltrazione delle abbondanti precipitazioni invernali e primaverili, in modo che il terreno sia secco in estate e debba essere irrigato artificialmente con grandi spese.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Antichità[modifica | modifica wikitesto]

I campanili di Mor Gabriel

Gli annali dei re aramei fanno riferimento alla regione di Bit-Zamani nel XIII secolo a.C. come stato arameo con le città di Amida (Diyarbakir) e Naşibīna (Nusaybin) come capitali. La regione di Tūr `Abdīn fu anche teatro di numerosi scontri tra l'esercito assiro e gli aramei, che sembrano aver acquisito un notevole controllo non solo in quest'area, ma anche sull'Alto Tigri e sul Medio Eufrate. Il re assiro Adad-nirari II, salito al trono alla fine del X secolo a.C., scacciò gli Aramei dalla zona. Nel IX secolo a.C. il re assiro Assurnasirpal II descrisse di aver attraversato l'altopiano di Tur Abdin (che chiama Kashyari) mentre si recava ad attaccare la regione di Nairi.

Nel 586 a.C. il profeta Ezechiele menziona il famoso vino di Izlo, sul margine meridionale dell'altopiano di Tur Abdin, nella sua profezia contro Tiro. Il monastero di Mor Gabriel, la più antica chiesa ortodossa siriaca del mondo, fu fondato nel 397 dall'asceta Mor Shmu'el (Samuele) e dal suo studente Mor Shem'un (Simone). Secondo la tradizione, Shem'un ebbe un sogno in cui un angelo gli ordinò di costruire una casa di preghiera in un luogo contrassegnato da tre grandi blocchi di pietra. Quando Shem'un si svegliò, portò il suo maestro sul posto e trovò la pietra che l'angelo aveva posto. In questo luogo fu costruito il monastero di Mor Gabriel.

Dal II secolo a.C., la Mesopotamia settentrionale fu sotto il dominio diretto o indiretto dei Parti, che intrapresero ripetutamente guerre contro i Romani, i quali acquisirono un'influenza crescente nel corso del II secolo. Al più tardi a partire dall'imperatore Settimio Severo, il Tur Abdin apparteneva alla provincia romana di Mesopotamia.

Secondo tradizioni successive, gli abitanti di Tur Abdin furono convertiti al cristianesimo dagli apostoli Tommaso e Taddeo già nel I secolo. Tuttavia, il cristianesimo può essere provato qui solo nella tarda antichità. L'area deve il suo nome attuale ai numerosi monasteri e chiese fondati in quel periodo.

Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Monastero di Mor Augin

Dopo il concilio di Calcedonia del 451, la Chiesa ortodossa siriaca si separò dalla corrente bizantina di lingua greca. Secondo William Dalrymple, gli imperatori bizantini li perseguitarono duramente in quanto eretici monofisiti, il che portò la gerarchia della Chiesa ortodossa siriana a ritirarsi nell'"inaccessibile rifugio delle brulle colline del Tur Abdin".

Dal IV al VII secolo, il Tur Abdin costituì il confine tra Roma orientale e l'Impero persiano dei Sasanidi, successori dei Parti; la catena montuosa costituì una sorta di avamposto dell'Impero romano d’Oriente. Mentre la conquista da parte degli Arabi dopo il 640 significò inizialmente la fine delle persecuzioni da parte dell'impero bizantino, la situazione dei cristiani siriani indigeni peggiorò dopo la vittoria dei Selgiuchidi nella Battaglia di Manzicerta nel 1071. Tur Abdin fu massicciamente saccheggiata da Tamerlano intorno al 1400, e molti monasteri e insediamenti furono distrutti.

XX secolo[modifica | modifica wikitesto]

La città di Midyat e i villaggi di Hah (dove si trova l'antica chiesa `Hito d'Yoldath-Aloho, la «Chiesa della Madre di Dio»), Bequsyone, Dayro da-Slibo, Selah (con l'antico monastero di Mor Yaqub), `Aynwardo (Ayinvert), Anhel, Kafro, Arkah, Harabale, con Dayro Mor Malke), Beth Sbirino, Middo (Miden) e Azagh sono tutti importanti luoghi siro-ortodossi.

Durante la prima guerra mondiale molti cristiani siriaci, circa 500000 (secondo i registri siro-ortodossi, circa 90000 di questi appartenevano alla loro comunità) sono stati uccisi nel genocidio armeno (in siriaco Sayfo, che significa «spada») e morirono insieme ad altri correligionari. Negli ultimi decenni del XX secolo, a causa degli attacchi dei curdi e dei turchi, molti siro-ortodossi lasciarono la regione o furono uccisi. Nel 2012 vivevano solo 2500 cristiani a Tur Abdin,[1] un quarto di quelli di trent'anni prima. Molti sono emigrati in Siria, in Europa (specialmente in Svezia dove oggi vivono circa 18000 famiglie, e in Germania 15000), in Australia e negli Stati Uniti. Nonostante ciò, negli ultimi anni, alcune famiglie hanno iniziato a tornare a Tur Abdin.

Avvenimenti recenti[modifica | modifica wikitesto]

Il 10 febbraio 2006 e nei giorni seguenti hanno avuto luogo grandi dimostrazioni nella città di Midyat in Tur Abdin. Dimostranti musulmani infuriati per la pubblicazione delle caricature di Maometto si sono radunati ad Estel, la nuova parte della città, e si sono diretti verso la città vecchia di Midyat (a 6 chilometri di distanza), dove è concentrata la locale comunità cristiana. La polizia è riuscita a fermare la marcia prima che potesse raggiungere il quartiere.[2]

Nel 2008 vennero presentate una serie di azioni legali contro il monastero di Mor Gabriel da parte di villaggi curdi locali, che sostenevano che i terreni sui quali si ergeva il monastero fosse di loro proprietà. In difesa del monastero venne avviata una considerevole azione diplomatica e di promozione dei diritti umani, sia in Europa che in Turchia.[3]

Monasteri[modifica | modifica wikitesto]

  • Il monastero di Mor Hananyo è il più importante centro siro ortodosso in Tur Abdin. Si trova a 6 km a sud-est di Mardin, nella parte occidentale della regione. Il monastero è conosciuto come Dayro d-Kurkmo in siriaco, Dayr al-Zafaran in arabo o Deyrülzafaran in turco. Fondato nell'anno 493, il monastero fu la residenza del Patriarca siro-ortodosso dal 1160 al 1932. Nonostante il Patriarca viva attualmente a Damasco, il monastero contiene ancora il trono patriarcale e le tombe di sette Patriarchi e vescovi. Oggi il monastero è sostenuto e curato da un vescovo e da alcuni monaci.
  • Il Monastero di Mor Gabriel si trova nel centro di Tur Abdin, a metà strada fra Midyat e Cizre. Costruito nel 397, il monastero di Mor Gabriel, è il più antico monastero siro-ortodosso ancora attivo. È la sede del vescovo di Tur Abdin, che vi dimora con quattro monaci, sette suore e una schiera di ospiti, assistenti e studenti.
  • Il Monastero di Mor Augin vicino la città di Nusaybin.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marco Tosatti, Tur Abdin: la terra perduta degli Aramei, in La Stampa, 18 dicembre 2012. URL consultato il 16/08/2015.
  2. ^ (FR) Isa Dogdu assure la relève dans le Tur Abdin, su la-croix.com. URL consultato il 29 marzo 2021.
  3. ^ (EN) The case of the St. Gabriel Assyrian monastery in Midyat, Turkey, su aina.org. URL consultato il 29 marzo 2021.

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