Cizre
Cizre comune | |
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(TR) Cizre (KU) Cizîr | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Anatolia Sud Orientale |
Provincia | Şırnak |
Distretto | |
Amministrazione | |
Sindaco | Aydın Budak Demokratik Toplum Partisi (DTP) |
Territorio | |
Coordinate | 37°19′30″N 42°11′45″E / 37.325°N 42.195833°E |
Altitudine | 375 m s.l.m. |
Superficie | 1 200 km² |
Abitanti | 110 267 (2007) |
Densità | 91,89 ab./km² |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 73xxx |
Prefisso | +(90)486 |
Fuso orario | UTC+2 |
Targa | 35 |
Cartografia | |
Sito istituzionale | |
Cizre (in curdo: Cizîr) è una città della Turchia, della provincia di Şırnak. In antichità era nota come Bāzabdā[1] o Jazirat Ibn 'Umar, dal nome di al-Hasan b. ʿUmar b. al-Khattab al-Taghlibi (morto verso l'865). La sua costruzione veniva attribuita ad Ardashir Bābakān.
Nome[modifica | modifica wikitesto]
Anticamente venne chiamata Kardu Gazarta. Sotto i persiani fu chiamata Gazarta o Bazibda.
Il nome Cizre deriva dall'arabo "jazira" (جزيرة) che significa isola, in quanto il fiume Tigri formava, in quel luogo, un'ansa, che attornia quasi completamente la città, facendola sembrare un'isola.
Storia[modifica | modifica wikitesto]
Nel 360 la città era parte dell'Impero romano, e si trovava sul confine con l'impero dei Sasanidi. Bezabde, presidiata da tre legioni (II Armeniaca, II Flavia Virtutis e II Parthica) venne assediata e conquistata dal re sasanide Sapore II (Shāpūr II): la popolazione venne in questa occasione massacrata, dopo aver valorosamente difeso la città. Shāpūr riparò le mura e vi installò una guarnigione, in quanto la città era strategicamente posizionata. L'imperatore romano Costanzo II non riuscì a riprendere la città, malgrado l'uso pesante di artiglieria.
Nel X secolo la città dipendeva da Mosul ma nel secolo successivo, dopo essere stata governata da Shams al-Dawla Jakarmish, mamelucco del Sultano selgiuchide Malikshah, cadde sotto il controllo della dinastia marwanide e nel XII secolo divenne possedimento zengide.
La città beneficò della presenza delle due importanti famiglie dei Banū l-Athīr e dei Banū ʿAbd al-Karīm al-Jazārī e nel XVI secolo i Curdi ne mantennero il controllo sotto la nominale sovranità degli Ottomani e nel 1566 varia famiglie cristiane, che fuggivano da Irbil vi trovarono generosa ospitalità.
Nel 1836 le autorità ottomane misero fine all'autonomia fin lì goduta grazie ai Curdi e il suo territorio diventò un semplice qaḍāʾ.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ Era il sito in cui Alessandro Magno guadò il fiume Tigri.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Ammiano Marcellino, Res Gestae, xx 7-11.
- Lemma «Ibn ʿUmar, Djazīrat» (N. Elisséef), su The Encyclopaedia of Islam.
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (TR) Sito ufficiale, su cizre.bel.tr.
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