Tempio di Onore e Virtù
Il tempio di Onore e Virtù (in latino Aedes Honoris et Virtutis) era un edificio sacro, di cui non si conserva nulla, ubicato nella Regio I dell'antica Roma[1].
Sorgeva appena all'esterno della porta Capena[2], probabilmente sul lato settentrionale della via Appia[1].
Di fronte a questi templi si trovava l'Ara Fortuna Redux[3].
Il tempio è citato come prima voce della Regio I nei Cataloghi regionari.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La prima fondazione del tempio fu effettuata da Quinto Fabio Massimo Verrucoso nel 234 a.C. a seguito della sua vittoria sui Liguri[1].
Il 17 luglio dello stesso anno esso fu dedicato a Onore[4].
Dopo la battaglia di Casteggio (Clastidium), nel 222 a.C., Marco Claudio Marcello fece voto di dedicare un tempio a Onore e a Virtù, voto che rinnovò dopo la cattura di Siracusa. Nel 208, egli provò, però, ad adempiere al voto ridedicando il tempio esistente di Onore ad entrambi gli dei, cosa che fu vietata dai pontefici (un'unica cella non poteva essere dedicata a due dei)[5].
Pertanto, Marcello restaurò il tempio di Onore ed edificò una nuova cella dedicata a Virtù, rendendolo un tempio doppio[1].
Questo fu dedicato da suo figlio nel 205 a.C.[1][6].
In esso erano custoditi molti tesori che Marcello portò da Siracusa[7], di cui, ai tempi di Livio, gran parte era scomparsa[1][8].
In esso si custodiva anche l'aedicula Camenarum, l'antico sacello di bronzo che si riteneva risalire ai tempi di Numa Pompilio, che fu poi trasferito nel tempio di Ercole delle Muse[1][9].
Il tempio fu poi restaurato da Vespasiano e decorato dai due artisti Cornelio Pino e Attio Prisco[1][10].
Di esso si ha menzione per l'ultima volta nel IV secolo nei Cataloghi regionari[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i Samuel Ball Platner & Thomas Ashby, Honor et Virtus, in «A Topographical Dictionary of Ancient Rome», London, Oxford University Press, 1929. URL consultato il 24 giugno 2022.
- ^ Livio, XXV.40.3; XXIX.11.13; XXVI.32.4: «Hiero […] cum ingrediens Romam in vestibulo urbis prope in porta spolia patriae suae visurus».
- ^ Res Gestæ, 11: «Aram Fortunae Reducis ante aedes Honoris et Virtutis ad Portam Capenam pro reditu meo senatus consacravit, in qua pontifices et virgines Vestales anniversarium sacrificium facere iussit eo die quo, consulibus Q. Lucretio et M. Vinicio, in urbe ex Syria redieram».
- ^ Cicerone, De natura deorum, II.61.
- ^ Tempio dell'onore e della virtù, su romanoimpero.com, Imperium Romanum, novembre 2010. URL consultato il 24 giugno 2022.
- ^ Livio, XXV.40.1‑3; XXVII.25.7‑9; XXIX.11.13; Valerio Massimo, I.1.8; Plutarco, Marcell., 28.
- ^ Cicerone, De re publica, I.21; Verrine, IV.121; Livio, XXVI.32.4
- ^ Livio, XXV.40.3: quorum perexigua pars comparet.
- ^ Servio, Commentarii in Vergilii Aeneidos libros, I.8.
- ^ Plinio, Naturalis Historia, XXXV.120.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Samuel Ball Platner, Honos et Virtus, in: Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929 (completato e rivisto da Thomas Ashby), su: Bill Thayer's LacusCurtius.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Tempio dell'onore e della virtù, su romanoimpero.com, Imperium Romanum, novembre 2010. URL consultato il 24 giugno 2022.