Spedali Civili di Brescia

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ASST degli Spedali Civili di Brescia
Entrata zona scala 1
StatoBandiera dell'Italia Italia
LocalitàBrescia
IndirizzoPiazzale Spedali Civili, 1
Fondazione1427[1] vecchio ospedale
10 dicembre 1950 nuovo ospedale
Posti letto1.294
Num. ricoveri annui71.500(2019)
Sito webasst-spedalicivili.it
Mappa di localizzazione
Map
Coordinate: 45°33′20″N 10°13′55″E / 45.555556°N 10.231944°E45.555556; 10.231944

Gli Spedali Civili di Brescia (ufficialmente Azienda Socio Sanitaria Territoriale degli Spedali Civili di Brescia), sono un ospedale e un'Azienda Sanitaria Locale che dispone di personalità giuridica pubblica e di autonomia imprenditoriale[2]. È stato dichiarato secondo miglior ospedale italiano nella classifica stilata dall'Agenas nel 2013.[3]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Disegno dell'ospedale di Brescia risalente agli inizi del XIX secolo.

La storia dell'odierna Azienda Ospedaliera ha origini risalenti al XV secolo ed è legata a quella della città. Gli Spedali Civili furono fondati nel 1427 con il nome Hospitale unum magnum et universale, ma il nome odierno è entrato nell'utilizzo comune dalla fine dell'Ottocento. L'antico ospedale fu costituito dall'insieme delle istituzioni che si preoccupavano di soccorrere infermi ed indigenti.

All'inizio del Novecento, l'insufficienza dei locali adibiti ad uso ospedaliero, unito al grande fabbisogno dei cittadini, portò alla costruzione di un nuovo ospedale. I lavori partirono nel 1938 e vennero conclusi più di dieci anni dopo, anche a causa della seconda guerra mondiale. La nuova struttura venne inaugurata il 10 dicembre 1950.

Per ulteriori richieste, nel 1966 vennero avviati i lavori per la costruzione del Policlinico Satellite. Terminati i lavori nel 1972, si avviò la ristrutturazione di parte dell'ospedale.

Nel 1997 al nome Spedali Civili, a seguito della D.C.R. 18/11/97 n. VI/742, venne aggiunta la sigla Azienda Ospedaliera e l'anno successivo vennero annessi all'ospedale i Presidi ospedalieri di Gardone Val Trompia e di Montichiari, e l'Ospedale dei Bambini[4].

Nell'ottobre 2013 gli Spedali Civili arrivano al secondo posto nella classifica dei migliori ospedali d'Italia stilata dell'agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, dietro al San Raffaele di Milano[3].

Dal 1º gennaio 2016 a seguito dell'entrata in vigore della legge Regionale 11 agosto 2015 - n. 23 viene convertita in ASST (Azienda Socio Sanitaria Territoriale) degli Spedali Civili di Brescia.

Organi Istituzionali dell'ASST degli Spedali Civili di Brescia[modifica | modifica wikitesto]

Gli Organi Istituzionali dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale sono:

  • il Direttore Generale, Massimo Lombardo, cui fanno capo tutti i poteri di gestione;
  • il Direttore Sanitario Aziendale Mauro Ricca;
  • il Direttore Amministrativo Aziendale Gian Luca Fornari;
  • il Direttore Socio Sanitario Annamaria Indelicato.

Inoltre, nell'Azienda sono presenti organi di consultazione e organi di supporto per i dirigenti, e altri organismi di tutela dell'utente.

Strutture dell'ASST degli Spedali Civili di Brescia[modifica | modifica wikitesto]

L'Azienda Socio Sanitaria Territoriale si articola nelle seguenti strutture:

  • Presidio ospedaliero Spedali Civili Brescia
  • Presidio ospedale dei Bambini
  • Presidio ospedaliero di Montichiari
  • Presidio ospedaliero di Gardone Val Trompia
  • Presidio poliambulatori Territoriali
  • Dipartimento di Salute mentale
  • Rete territoriale

Collegamenti[modifica | modifica wikitesto]

L'ospedale è raggiungibile tramite la fermata Ospedale della metropolitana di Brescia.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ www.spedalicivili.brescia.it, su spedalicivili.brescia.it. URL consultato il 17 febbraio 2013.
  2. ^ (ex articolo 3 del D.Lgs. n. 502/1992 e successive modifiche)
  3. ^ a b Il Civile secondo miglior ospedale italiano, su giornaledibrescia.it. URL consultato il 05-10-2013.
  4. ^ Un po' di storia, su bambini.asst-spedalicivili.it. URL consultato l'8 gennaio 2020.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Statuto degli Spedali Maggiore e Donne in Brescia, Brescia, Tipografia Pio Istituto Pavoni, 1880.
  • Giuseppe Bonelli, L'archivio dell'ospedale di Brescia. Notizia e inventario (PDF), Brescia, Tipografia Pio Istituto Pavoni, 1916. URL consultato il 7 aprile 2019. Ospitato su misinta.it.
  • (ITENFRESDE) Felice Grondona, Centro italiano di storia ospitaliera, Assistenza ospitaliera a Milano e Brescia nella campagna del 1859, Atti del primo congresso europeo di storia ospitaliera, Reggio Emilia, 6-12 giugno 1960, Rocca San Casciano, Arti Grafiche Cappelli, 1962.
  • Marcello Zane, Il "Civile" di Brescia. Mezzosecolo, Brescia, Fondazione Luigi Micheletti, 1988.
  • Franco Robecchi, Spedali civili di Brescia: mezzo millennio di carità e di assistenza sanitaria, vol. 1, Brescia, Edimet, 2000, ISBN 9788886259200.
  • Franco Robecchi, Spedali civili di Brescia: mezzo millennio di carità e di assistenza sanitaria, vol. 2, Brescia, Edimet, 2001, ISBN 9788886259217.
  • Francesco Gussago, Radici bresciane. La proprietà immobiliare extra-moenia, Brescia, Azienda Ospedaliera "Spedali Civili di Brescia", 2004.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]