L'ebreo errante (film 1948): differenze tra le versioni
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Il gruppo arrestato dai tedeschi verrà deportato in un campo di concentramento, dove Mathieu, innamoratosi di Ester, organizza una fuga portando con sé la ragazza. |
Il gruppo arrestato dai tedeschi verrà deportato in un campo di concentramento, dove Mathieu, innamoratosi di Ester, organizza una fuga portando con sé la ragazza. |
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Ma per evitare la ritorsione dei tedeschi che minacciano la fucilazione di 500 deportati l'ebreo errante si consegna e viene fucilato, e con la sua morte riesce ad espiare le |
Ma per evitare la ritorsione dei tedeschi che minacciano la fucilazione di 500 deportati l'ebreo errante si consegna e viene fucilato, e con la sua morte riesce ad espiare le sue colpe. |
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==La critica== |
==La critica== |
Versione delle 18:02, 26 apr 2012
{{{titolo italiano}}} | |
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Paese di produzione | Italia |
Durata | 100 min |
Genere | drammatico |
Regia | Goffredo Alessandrini |
Soggetto | Eugène Sue, Giovan Battista Angioletti |
Sceneggiatura | Goffredo Alessandrini, Ennio De Concini, Flaminio Bollini, Anton Giulio Majano |
Produttore | Nino Angioletti per C.D.I cinematografica |
Fotografia | Vaclav Vich |
Montaggio | Otello Colangeli |
Musiche | Enzo Masetti |
Scenografia | Arrigo Aquini |
Interpreti e personaggi | |
L'ebreo errante è un film del 1949 diretto da Goffredo Alessandrini.
Trama
Soggetto tratto dal romanzo di Eugène Sue, narra le vicissitudini di un ebreo, Mathieu Blumenthal condannato a vagabondare per le vie del mondo, sia nello spazio che nel tempo.
Nel secondo conflitto mondiale vive a Parigi insieme ad Elena, con l'arrivo dei tedeschi Mathieu, si rifugia nella Sinagoga, dove incontra altri componenti della comunità, tra cui Ester.
Il gruppo arrestato dai tedeschi verrà deportato in un campo di concentramento, dove Mathieu, innamoratosi di Ester, organizza una fuga portando con sé la ragazza.
Ma per evitare la ritorsione dei tedeschi che minacciano la fucilazione di 500 deportati l'ebreo errante si consegna e viene fucilato, e con la sua morte riesce ad espiare le sue colpe.
La critica
Arturo Lanocita nel Il Corriere della Sera del 8 febbraio 1949, "L'ebreo errante di Alessandrini è uno strano film. Sbanda curiosamente tra l'allegoria e il documentario, valutato in sede estetica il film è piuttosto enfatico. Interpreti maggiori Gassman e la Cortese"