Siglo de Oro: differenze tra le versioni

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Importantissimo anche il teatro: mentre permangono e si distinguono sempre più i generi teatrali nati nel secolo precedente, il teatro ''estudiantil'', ''cortesano'', ''popular'', assistiamo ad una vera e propria rivoluzione dei canoni tradizionali ad opera di Lope De Vega, che per questo potrebbe essere messo in relazione a [[Carlo Goldoni]].
Importantissimo anche il teatro: mentre permangono e si distinguono sempre più i generi teatrali nati nel secolo precedente, il teatro ''estudiantil'', ''cortesano'', ''popular'', assistiamo ad una vera e propria rivoluzione dei canoni tradizionali ad opera di Lope De Vega, che per questo potrebbe essere messo in relazione a [[Carlo Goldoni]].


Tra i cambiamenti principali nel modo di scrivere ''piezas'' abbiamo una crescente importanza della connotazione [[psicologia|psicologica]] dei personaggi, il passaggio da cinque a tre atti, opere in cui è presente una mescolanza tra [[commedia|comicità]] e [[tragedia|tragicità]] (anche se a livello diverso dalle ''bitter comedies'' di [[Shakespeare]]), l'importanza data agli stacchi, con funzione distensiva-esplicativa, e la relativa nascita di quello che potremmo chiamare un sottogenere, il ''paso'', ovvero la [[scrittura]] di un intermezzo recitativo con le caratteristiche di sopra da inserire nelle opere, il definirsi di nuovi tipi fissi, o meglio [[stereotipo|stereotipi]] sociali nel caso, molto cari alla cultura spagnola, come la figura del ''gracioso'', del ''galán'', del ''savio'' e altre.
Tra i cambiamenti principali nel modo di scrivere ''piezas'' abbiamo una crescente importanza della connotazione [[psicologia|psicologica]] dei personaggi, il passaggio da cinque a tre atti, opere in cui è presente una mescolanza tra [[commedia|comicità]] e [[tragedia|tragicità]] (anche se a livello diverso dalle ''bitter comedies'' di [[Shakespeare]]), l'importanza data agli stacchi, con funzione distensiva-esplicativa, e la relativa nascita di quello che potremmo chiamare un sottogenere, il ''paso'', ovvero la [[scrittura]] di un intermezzo recitativo con le caratteristiche di sopra da inserire nelle opere, il definirsi di nuovi tipi fissi, o meglio [[stereotipo|stereotipi]] sociali nel caso, molto cari alla cultura spagnola, come la figura del ''gracioso'', del ''galán'', del ''savio'' e altre.<ref>Il ''galán'' è un personaggio che gira il mondo per avventura, per amore o spinto dal bisogno di affermare il proprio onore (spesso è un cavaliere). Il ''gracioso'' è il servo sciocco che accompagna il ''galán'' nelle sue avventure e che è protagonista di scene ed intermezzi comici.</ref>


Nel teatro ha molta importanza la figura del [[Don Giovanni|Don Juan]]: un'opera con protagonista questo personaggio fu ''El Burlador De Sevilla'' attribuito a [[Tirso de Molina]], ma le cui ricerche oggi tendono ad attribuirlo ad [[Andrés de Claramonte]]. Il tema conobbe molta fortuna nel periodo e riscontrò grande successo fino al romanticismo, seppur con sempre nuove caratteristiche.
Nel teatro ha molta importanza la figura del [[Don Giovanni|Don Juan]]: un'opera con protagonista questo personaggio fu ''El Burlador De Sevilla'' attribuito a [[Tirso de Molina]], ma le cui ricerche oggi tendono ad attribuirlo ad [[Andrés de Claramonte]]. Il tema conobbe molta fortuna nel periodo e riscontrò grande successo fino al romanticismo, seppur con sempre nuove caratteristiche.


Altro genere affermatosi in questo periodo, a testimoniare nuovamente la grandezza della letteratura spagnola, fu il cosiddetto ''auto sacramental'', un'opera di stampo allegorico-religioso adatta anche al popolo e non solo alle ''élite'' acculturate. Grandi autori del periodo, oltre ai già citati, furono Miguel de Cervantes e [[Pedro Calderón de La Barca]].
Altro genere affermatosi in questo periodo, a testimoniare nuovamente la grandezza della letteratura spagnola, fu il cosiddetto ''[[auto sacramental]]'', un'opera di stampo allegorico-religioso adatta anche al popolo e non solo alle ''élite'' acculturate. Ulteriori generi teatrali furono, in ambito religioso, le ''comedias de santos'' ed in ambito diverso le ''comedias mitólogicas'', le ''comedias de hazañas militares'' (commedie di imprese militari). Le rappresentazioni di contenuto religioso erano espressioni della severa religiosità della [[Controriforma]] e avevano lo scopo di rafforzare la fede cattolica.

Grandi autori del periodo, oltre ai già citati, furono Miguel de Cervantes e [[Pedro Calderón de La Barca]].


== Letteratura ==
== Letteratura ==

Versione delle 19:15, 5 dic 2019

Monumento equestre in bronzo a Filippo IV (Madrid)

Il Siglo de Oro (in italiano: Secolo d'oro) va dalla nascita dell'Impero Spagnolo nel 1492 alla metà del Seicento, e corrisponde al periodo della maggior gloria culturale, politica e militare della Spagna.

Il Rinascimento

Il Rinascimento si contraddistinse come un periodo di grande slancio culturale ed innovazione, in linea con tutta l'Europa occidentale. Importante anche in Spagna fu la corrente dell'Umanesimo (Humanismo) che rappresentò l'ideale di un homo copula mundi (Ficino), ovvero uomo al centro del mondo (in spagnolo punto de arranque), visto sempre però come immagine e somiglianza di Dio: il periodo non fu infatti laico. Le maggiori espressioni culturali in Spagna si ebbero nel campo letterario, in prosa, poesia, teatro.

Sopravvissero nel periodo generi come i racconti cavallereschi e pastorali, ma se ne affermarono di nuovi, fortemente ispirati e legati alla cultura iberica, come la novela morisca, racconti relativi allo scontro con i mori, o la novela picaresca, dove protagonista è il "picaro", nuova figura della società spagnola dei tempi, che grazie ai propri espedienti e malizie riusciva nell'ascesa sociale.

Il Barocco

Il secolo successivo, più importante dal punto di vista artistico rispetto al 1500, è invece il Barocco. Fu un periodo di grande progresso scientifico-tecnico per l'Europa in genere, non lo fu però per la Spagna, che si ritrovò perciò in difetto in questo campo rispetto agli altri paesi, e visse un secolo di flessione economica dopo il forte avanzamento di un secolo prima. Gli effetti della Controriforma si fecero sentire particolarmente in Spagna, da sempre cattolicissima e baluardo della Cristianità. Pur essendo appunto un periodo di crisi sociale e difficoltà, l'arte non venne comunque meno nel periodo.

Anche nel Barocco è la letteratura a prevalere, ma cresce l'importanza della pittura, ispirata ai motivi della difficile vita quotidiana e pervasa da visioni di sogno e caos, all'insegna ad ogni modo di un maturo disincanto. A livello letterario il periodo vide il deciso affermarsi del sonetto (soneto) come schema poetico più frequente ed apprezzato. I temi seguiti rimasero in parte i classici petrarchiani, ma risentirono anche della condizione della Spagna a quei tempi: vi si riflettono perciò ancora diffuso pessimismo e spregiudicatezza. Tra i sonettisti più famosi ricordiamo Félix Lope de Vega, Francisco de Quevedo e Miguel de Cervantes.

Importantissimo anche il teatro: mentre permangono e si distinguono sempre più i generi teatrali nati nel secolo precedente, il teatro estudiantil, cortesano, popular, assistiamo ad una vera e propria rivoluzione dei canoni tradizionali ad opera di Lope De Vega, che per questo potrebbe essere messo in relazione a Carlo Goldoni.

Tra i cambiamenti principali nel modo di scrivere piezas abbiamo una crescente importanza della connotazione psicologica dei personaggi, il passaggio da cinque a tre atti, opere in cui è presente una mescolanza tra comicità e tragicità (anche se a livello diverso dalle bitter comedies di Shakespeare), l'importanza data agli stacchi, con funzione distensiva-esplicativa, e la relativa nascita di quello che potremmo chiamare un sottogenere, il paso, ovvero la scrittura di un intermezzo recitativo con le caratteristiche di sopra da inserire nelle opere, il definirsi di nuovi tipi fissi, o meglio stereotipi sociali nel caso, molto cari alla cultura spagnola, come la figura del gracioso, del galán, del savio e altre.[1]

Nel teatro ha molta importanza la figura del Don Juan: un'opera con protagonista questo personaggio fu El Burlador De Sevilla attribuito a Tirso de Molina, ma le cui ricerche oggi tendono ad attribuirlo ad Andrés de Claramonte. Il tema conobbe molta fortuna nel periodo e riscontrò grande successo fino al romanticismo, seppur con sempre nuove caratteristiche.

Altro genere affermatosi in questo periodo, a testimoniare nuovamente la grandezza della letteratura spagnola, fu il cosiddetto auto sacramental, un'opera di stampo allegorico-religioso adatta anche al popolo e non solo alle élite acculturate. Ulteriori generi teatrali furono, in ambito religioso, le comedias de santos ed in ambito diverso le comedias mitólogicas, le comedias de hazañas militares (commedie di imprese militari). Le rappresentazioni di contenuto religioso erano espressioni della severa religiosità della Controriforma e avevano lo scopo di rafforzare la fede cattolica.

Grandi autori del periodo, oltre ai già citati, furono Miguel de Cervantes e Pedro Calderón de La Barca.

Letteratura

La Spagna ha prodotto nella sua età classica alcuni generi letterari caratteristici che furono molto influenti nello sviluppo successivo della Letteratura Universale e in tutti i campi della scienza.

Nell'estetica, fu fondamentale la nascita di un realismo come contropartita critica all'eccessivo idealismo del Rinascimento: si creano generi naturalisti come la Tragicomedia de Calisto y Melibea di Fernando de Rojas, Segunda Celestina di Feliciano de Silva, etc., la novella picaresca (Lazarillo de Tormes di Anonimo, Guzmán de Alfarache, di Mateo Alemán, Estebanillo González), la novella polifonica moderna (Donna Fernanda), che Cervantes definì escritura desatada.

Questo corrisponde ad una successiva divulgazione letteraria della conoscenza umanista, attraverso i generi popolari tradotti in tutta Europa, e di cui sono autori più importanti Pero Mexía, Luis Zapata, Antonio de Torquemada, e così via.

Questa tendenza classicista corrisponde anche alla formula della nuova commedia creata da Lope de Vega e divulgata tramite la sua opera Arte nuevo de hacer comedias en este tiempo (1609). Un'esplosione di creatività senza precedenti accompagnò Lope de Vega e i suoi discepoli che, come lui, ripristinarono l'utilizzo delle unità aristoteliche di azione, tempo e luogo. Tutti gli autori d'Europa si riferirono al teatro classico spagnolo del Siglo de Oro in cerca di argomenti e di una ricca collezione di temi e strutture moderne.

Poesia

La Spagna sperimentò una grande ondata di inglesismo che invase la letteratura e le arti plastiche durante il secolo XVI e che è uno dei tratti tipici del Rinascimento.
Garcilaso de la Vega, Juan Boscán e Diego Hurtado de Mendoza introdussero in Spagna il verso endecasillabo italiano e temi propri del Petrarchismo. Boscán scrisse il manifesto della nuova scuola nella Epístola a la duquesa de Soma e tradusse El cortesano di Baldassarre Castiglione in perfetta prosa castigliana. Contro di loro si levarono nazionalisti come Cristóbal de Castillejo o Fray Ambrosio Montesino, che parteggiavano per l'ottosillabo ottonario, e delle coplas in castigliano, ma comunque rinascimentali.

Nella seconda metà del secolo XVI entrambe le tendenze coesistevano, si sviluppò l'ascetica e la mistica, raggiungendo le alte rappresentazioni di San Juan de la Cruz, Santa Teresa e Fray Luis de León. Il petrarchismo continuò a essere coltivato da autori come Fernando de Herrera, e da un gruppo di giovani nuovi autori si cominciò a creare un Romancero nuovo, a volte con temi moreschi: Lope de Vega, Luis de Góngora e Miguel de Cervantes. Il miglior poema di epica colta in lingua spagnola fu composto da Alonso de Ercilla, La Araucana, che narra la conquista del Cile da parte degli spagnoli, e, tra le figure eccezionali della lirica figurano poeti come Francisco de Aldana, Andrés Fernández de Andrada, i fratelli Bartolomé e Lupercio Leonardo de Argensola, Francisco De Rioja, Rodrigo Caro, Baltasar del Alcázar e Bernardo de Balbuena.

Posteriormente, durante il secolo XVII, l'espressione letteraria fu dominata dai movimenti estetici del concettismo e del culteranesimo, il primo nella poesia di Francisco de Quevedo, il secondo nella lirica di Luis de Góngora. Il concettismo si distinse per l'economia della forma, al fine di esprimere il massimo significato con il minimo delle parole. Questa complessità si manifestava in paradossi ed ellissi. Il culteranesimo, al contrario, estendeva la forma da un significato minimo e si distinse per la complessità sintattica, per l'uso dell'iperbole, che rende molto difficile la lettura, e per la profusione di elementi ornamentali e colti nel poema, che dovevano decifrarsi come un enigma.

Entrambi sembrano comunque le facce di una stessa moneta che cercava di raffinare l'espressione per renderla più difficile e cortigiana. Luis de Góngora attrasse al suo stile poeti di notevole personalità, come il Conde de Villamediana, Gabriel Bocángel, suor Juana Inés de la Cruz o Juan de Jáuregui, mentre il concettismo ebbe seguaci più moderati, come il Conde de Salinas o imbevuti di colta castità, come Lope de Vega o Bernardino de Rebolledo.

Rinascimento e mistica cristiana

Con le opere poetiche di santa Teresa d'Avila, san Giovanni della Croce, Luigi di Granata e il rinascentista agostiniano Pedro Malón de Chaide, la Spagna vide la produzione una letteratura mistica cristiana, della quale secondo Benedetto Croce «l'Italia, poco incline ai rapimenti estatici a Dio, ebbe scarsa e debolissima conoscenza» e le prime traduzioni comparvero al «tramonto del lungo e gloriosissimo Rinascimento», pubblicate a Venezia e Firenze solamente alla fine del secolo.[2] Il contatto con gli spagnoli diffuse un anticipo del preziosismo francese di fine secolo unitamente ai modi della cavalleria-galanteria ispanica (l'inchino e la figura del corteggiatore), oltre al parlare ossequioso e magniloquente, gli abiti e i cerimoniali di corte.[2]

Prima dei fiorenti scambi commerciali coi Liguri e dei primi insediamenti liguri in Spagna, la penisola iberica era immaginata come:

«un paese fantastico, remoto, dove si menavano dei colpi di spada, e si sospiravano nei castelli le belle principesse. Veniva a noi, come in tutto il mondo allora conosciuto, la fama della scuole di Toledo, paradiso o inferno delle scienze occulte, officina laboriosissima di traduttori, attivi pure nelle scuole di Cordova e di Murcia. E qualche dotto italiano vi capitò pure già nel primo millennio, e cooperò a volgarizzare la scienza degli arabi e dei rabbini, ed a dischiudere i tesori della filosofia orientale, che apriva l'unico varco al pensiero ellenico. A questa scienza ebraica e musulmana, ci inchiniamo...»

Tutte le opere tradotte in italiano di Luigi di Granata fu la prima stampa in lingua italiana, edita in stampa a Venezia nel 1568. Malgrado dal titolo sembri un'opera omnia, il Libro dell'orazione e della contemplazione apparve a parte, «ordinata un po' a capriccio», curato dal filologo Giovanni Miranda a Venezia, nello stesso anno (p. 48[2]).
Alcuni libri di nautica, farmacia, medicina e igiene, non risparmiarono la censura del Rinascimento italiano che «trascinavasi dietro il carro trionfante della sua invidiatissima cultura, poco fruttifera, in verità, per lo sviluppo successivo, e da avvertirsi appena nella storia del pensiero e dell'arte italiana»[2].

Note

  1. ^ Il galán è un personaggio che gira il mondo per avventura, per amore o spinto dal bisogno di affermare il proprio onore (spesso è un cavaliere). Il gracioso è il servo sciocco che accompagna il galán nelle sue avventure e che è protagonista di scene ed intermezzi comici.
  2. ^ a b c d e Benedetto Croce, La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza (estratto), in Rassegna Bibliografica, LVVI, Torino, Loescher-Chiantore, 1º semestre 1918, pp. pp. 248, 284-6. URL consultato il 20 luglio 2019 (archiviato il 20 luglio 2019). , estratto da Benedetto Croce, La Spagna nella vita italiana durante la Rinascenza, Giuseppe Laterza e Figli, 1917. (8°, pp. VIII, 293)

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