Leoni al sole: differenze tra le versioni

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==Critica==
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{{citazione necessaria|Il film è una chiara trasposizione di quello che era il luogo comune del comportamento del maschio latino nei mesi estivi tesi alle conquiste femminili, visto che si supponeva che durante l'estate il sesso debole fosse più disponibile all'avventura.}}
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== Riconoscimenti ==
== Riconoscimenti ==

Versione delle 10:17, 11 mar 2015

{{{titolo italiano}}}
Una scena del film
Paese di produzioneItalia
Durata100 min
Generecommedia
RegiaVittorio Caprioli
SoggettoRaffaele La Capria, Vittorio Caprioli
SceneggiaturaRaffaele La Capria, Vittorio Caprioli
ProduttoreTonino Cervi e Alessandro Jacovoni per Ajace e Euro International Film
FotografiaCarlo Di Palma
MontaggioNino Baragli
MusicheFiorenzo Carpi
ScenografiaAurelio Crugnola
Interpreti e personaggi

Leoni al sole è un film del 1961, scritto, diretto e interpretato da Vittorio Caprioli, al suo esordio dietro la macchina da presa.

Trama

Il film è ispirato in parte al romanzo Ferito a morte di Raffaele La Capria, il cui titolo inizialmente avrebbe dovuto essere "Leoni di giugno", laddove il termine "leoni" ha il significato approssimativo di "vitelloni"[1].

Il film si svolge a Positano, una località marina della costa campana, dove un gruppo di attempati dongiovanni tenta, senza molto successo, di conquistare giovani turiste straniere.

Alla fine della stagione estiva, con lo spopolarsi delle spiagge, ognuno tornerà alla propria vita, alle proprie pigrizie e alle speranze frustrate.

Produzione

Prodotto da Antonio Cervi e Alessandro Jacovoni, il film fu girato tra la primavera e l'estate del 1961; gli interni furono girati negli studi Intercine di Grottaferrata. Il film uscì in prima visione nelle sale il 23 dicembre 1961.

Il film, dopo essere passato a suo tempo quasi inosservato, è stato riproposto alla Mostra del cinema di Venezia del 2008, nella retrospettiva Il cinema italiano ritrovato, in una copia ristampata e restaurata a cura della Cineteca Nazionale di Roma.

Critica

Il film è una chiara trasposizione di quello che era il luogo comune del comportamento del maschio latino nei mesi estivi tesi alle conquiste femminili, visto che si supponeva che durante l'estate il sesso debole fosse più disponibile all'avventura.[senza fonte][2]

Riconoscimenti

Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[3].

Colonna sonora

La colonna sonora è composta da Fiorenzo Carpi, la canzone Giochi d'ombre è cantata da Mina.

Note

  1. ^ Gabriella D'Ina e Giuseppe Zaccaria (a cura di), Caro Bompiani: lettere con l'editore, Milano: Bompiani, 1988, p. 398
  2. ^ Luciano De Crescenzo, Storia della filosofia greca - Da Socrate in poi, Arnoldo Mondadori Editore, 1986.
  3. ^ Rete degli Spettatori

Bibliografia

Collegamenti esterni

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