Discussione:Leoni al sole

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Critica di Luciano De Crescenzo[modifica wikitesto]

Nella sezione critica viene attribuito a Luciano De Crescenzo il seguente giudizio sul film:
«il film è una chiara trasposizione di quello che era il luogo comune del comportamento del maschio latino nei mesi estivi tesi alle conquiste femminili, visto che si supponeva che durante l'estate il sesso debole fosse più disponibile all'avventura.»
Si tratta di un evidente falso. Il giudizio fu insertito dapprima, senza attribuzione, da un IP il 20 novembre 2013 (diff62582009); suscitò richieste di "citazione necessaria" e l'11 marzo 2015 fu attribuito a De Crescenzo da un altro IP (diff71263989). De Crescenzo si è interessato effettivamente al film di Caprioli nel capitolo III ("Scisciò") della sua Storia della filosofia greca. Da Socrate in poi, ma le sue parole non somigliano assolutamente a quanto scritto nella voce. Riporto la citazione testuale di De Crescenzo; avverto però di non poter riportare le pagine in quanto sto consultando l'ebook, e non il testo cartaceo:

«Leoni al sole fu per noi napoletani l’equivalente dei Vitelloni di Fellini: raccontava le nostre estati inutili e dispersive, l'avventura con la svedese, la voglia inconfessabile del grande amore, la piccola colazione scippata alla milanese di passaggio. Tutto accadeva a Positano negli anni Sessanta e i leoni della storia, mollemente sdraiati sugli scogli, erano chiamati all'epoca Giuggiù, Frichì, Scisciò, Sasà, Cocò e Cunfettiello. Ovviamente Scisciò fu l'unico a non essere costretto a cambiar nome. Ispiratore e sceneggiatore del film (insieme a Caprioli) Dudù La Capria, l’autore di Ferito a morte, uno dei libri più veri e più belli scritti sulla Napoli della gente-bene.»

--TableDark (msg) 11:46, 9 ago 2021 (CEST)[rispondi]