Alea iacta est: differenze tra le versioni

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{{Citazione|{{sic|Allhora}} Cesare disse […] tratto è il dado.|[[Gaio Svetonio Tranquillo]], ''Divus Iulius'', 32. Traduzione di [[Paolo Del Rosso]]<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Gaio Suetonio Tranquillo|titolo=Le vite de dodici Cesari tradotte in lingua toscana per m. Paolo Del Rosso cittadino fiorentino|url=https://books.google.it/books?id=gOzK_Jf5O60C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|capitolo=Vita di Iulio Cesare|città=In Roma|editore=per Antonio Blado Asulano, ad istanza et a spese di m. Francesco Priscianese fiorentino|anno=1544|posizione=c. 13''v''-14''r''}}</ref>|Tunc Caesar […] "Iacta alea est", inquit.|lingua=la}}
{{Citazione|{{sic|Allora}} Cesare disse […] tratto è il dado.|[[Gaio Svetonio Tranquillo]], ''Divus Iulius'', 32. Traduzione di [[Paolo Del Rosso]]<ref>{{Cita libro|autore-capitolo=Gaio Suetonio Tranquillo|titolo=Le vite de dodici Cesari tradotte in lingua toscana per m. Paolo Del Rosso cittadino fiorentino|url=https://books.google.it/books?id=gOzK_Jf5O60C&printsec=frontcover#v=onepage&q&f=false|capitolo=Vita di Iulio Cesare|città=In Roma|editore=per Antonio Blado Asulano, ad istanza et a spese di m. Francesco Priscianese fiorentino|anno=1544|posizione=c. 13''v''-14''r''}}</ref>|Tunc Caesar […] "Iacta alea est", inquit.|lingua=la}}


È una frase attribuita da [[Gaio Svetonio Tranquillo|Svetonio]] — che la riprende probabilmente da [[Gaio Asinio Pollione|Asinio Pollione]]<ref name=Canfora/> — nel suo ''[[Vite dei Cesari|De vita Caesarum]]'' (''Divus Iulius''), a [[Gaio Giulio Cesare|Giulio Cesare]], che l'avrebbe proferita la notte del 10 gennaio del [[49 a.C.]] prima di varcare il fiume [[Rubicone]] (o il [[Pisciatello]])<ref>Susanna Calandrini, ''Storia di San Mauro Pascoli'', Cesena, Il Ponte Vecchio, 2000, ISBN 88-8312-105-8. Vedi anche [[Localizzazione dell'antico Rubicone]].</ref> alla testa delle proprie truppe, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato entro i confini dell'[[Italia romana|Italia]] e dando il via alla [[Guerra civile romana (49 a.C.)|seconda guerra civile]].
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Disambiguazione – Se stai cercando l'omonimo videogioco di strategia, vedi Alea Iacta Est (videogioco).
Giulio Cesare varca il Rubicone (incisione di Bartolomeo Pinelli, 1819)

Iacta alĕa est è la frase latina che, secondo Svetonio (Divus Iulius, 32), Cesare pronunciò il 10 gennaio 49 a.C. prima di varcare il Rubicone con il suo esercito e dare inizio alla guerra civile contro Pompeo. La celebre frase, divenuta proverbiale con l'ordine delle parole mutato in Alĕa iacta est, viene tradizionalmente tradotta in italiano come Il dado è tratto, cioè "il dado è stato tirato",[1][2] nel senso metaforico di "la decisione è presa", "la sfida è ormai lanciata". Tale espressione si cita quando si prende una decisione dalla quale non si può più recedere, per indicare che si è superato il punto di non ritorno.

Lo stesso evento storico ha ispirato un altro modo di dire, entrato nell'uso comune col medesimo significato: varcare il Rubicone, o passare il Rubicone.[3]

Fonti e interpretazioni

Immagine composita di tutti i sei lati di un dado romano.
Colonna che segna il punto in cui secondo la tradizione Giulio Cesare arringò l'esercito a Rimini, dove giunse dopo aver attraversato il Rubicone.
(LA)

«Tunc Caesar […] "Iacta alea est", inquit.»

(IT)

«Allora Cesare disse […] tratto è il dado.»

È una frase attribuita da Svetonio — che la riprende probabilmente da Asinio Pollione[5] — nel suo De vita Caesarum (Divus Iulius), a Giulio Cesare, che l'avrebbe proferita la notte del 10 gennaio del 49 a.C. prima di varcare il fiume Rubicone (o il Pisciatello)[6] alla testa delle proprie truppe, violando apertamente la legge che proibiva l'ingresso armato entro i confini dell'Italia e dando il via alla seconda guerra civile.

La frase, probabilmente in citazione di una commedia di Menandro, l'Arrefora, fu detta in greco, come tramanda Plutarco[7] nelle Vite parallele, e in greco era forse una frase proverbiale:

(GRC)

«Ἑλληνιστὶ πρὸς τοὺς παρόντας ἐκβοήσας, "Ἀνερρίφθω κύβος", διεβίβαζε τὸν στρατόν.»

(IT)

«Egli [Cesare] dichiarò in greco a gran voce a coloro che erano presenti: "sia lanciato il dado" e condusse l'esercito.»

Erasmo da Rotterdam[8] avanzò la congettura che la lezione usualmente riportata del testo svetoniano sia il risultato di un errore di trascrizione, che ha causato la perdita dell'ultima lettera, mutando esto (imperativo futuro di 2ª/3ª persona singolare) in est (indicativo presente di 3ª singolare); iacta alea esto avrebbe dovuto essere la forma corretta, più efficace e meglio accordantesi con l'imperativo di terza persona tramandato da Plutarco: «ἀνερρίφθω κύβος» (anerrìphthō kỳbos) ovvero "che il dado sia tratto", "si getti il dado".[5]

Curiosità

Il motto compare nel cartiglio sia dello stemma del Comune di Rimini sia in quello della Provincia di Forlì-Cesena: nel primo, tuttavia, nella forma esatta riportata da Svetonio (JACTA EST ALEA), nel secondo nella versione ALEA JACTA EST divenuta corrente.[9]

Note

  1. ^ Per l'espressione trarre il dado, di uso antico e letterario per "tirare il dado", vedi il lemma trarre, significato 4c, nel Vocabolario Treccani on line.
  2. ^ Si noti anche che in latino alĕa significa più propriamente "gioco dei dadi" e, per estensione, "gioco d'azzardo, rischio". Il dado in senso stretto, ossia lo strumento del gioco, era denominato piuttosto tessera o talus. Pertanto l'espressione latina è più pregnante della traduzione italiana, in quanto alĕa significa sia l'oggetto che viene lanciato sia il rischio e l'azzardo a cui si va incontro.
  3. ^ Giovanna Turrini et al. (a cura di), Capire l'antifona: dizionario dei modi di dire con esempi d'autore, Bologna, Zanichelli, 1995, p. 380, ISBN 88-08-09654-8.
    «Passare il Rubicone: prendere una decisione importante e rischiosa che non consente ripensamenti.»
  4. ^ Gaio Suetonio Tranquillo, Vita di Iulio Cesare, in Le vite de dodici Cesari tradotte in lingua toscana per m. Paolo Del Rosso cittadino fiorentino, In Roma, per Antonio Blado Asulano, ad istanza et a spese di m. Francesco Priscianese fiorentino, 1544, c. 13v-14r.
  5. ^ a b Luciano Canfora, Giulio Cesare. Il dittatore democratico, Roma-Bari, Laterza, 2006 [1999], pp. 160-161, ISBN 88-420-8156-6.
  6. ^ Susanna Calandrini, Storia di San Mauro Pascoli, Cesena, Il Ponte Vecchio, 2000, ISBN 88-8312-105-8. Vedi anche Localizzazione dell'antico Rubicone.
  7. ^ Plutarco, Vita di Cesare, 32, 6; Vita di Pompeo, 60, 2.
  8. ^ C. Suetonius Tranquillus, XII Caesares. Divus Iulius Caesar, in C. Suetonius Tranquillus, Dion Cassius Nicaeus, Aelius Spartianus [et al.], Opera, Ex recognitione Des. Erasmi Roterodami, Basileae, apud Ioannem Frobenium, 1518, p. 9 in nota a margine:

    «(Iacta est alea) Suspicor legendum "Iacta esto alea". Sic enim citatur a Plutarcho.»

  9. ^ L'uso della "j" anziché della "i" è un arcaismo grafico, senza rilievo sulla pronuncia.

Bibliografia

  • Giuseppe Fumagalli, Jacta alea est (o esto), in Chi l'ha detto? Tesoro di citazioni italiane e straniere, di origine letteraria e storica, ordinate e annotate, 10ª ed., Milano, Ulrico Hoepli, 1968, pp. 461-462.

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