Urina: differenze tra le versioni

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|contenuto = '''Urinod''', o '''uronod''' (dal greco ''οὖρον'', urina<ref>{{treccani|uronod|uronod|v=sì|accesso=21 agosto 2020}}</ref>), è stato il nome attribuito ad un ipotetico [[composto chimico]] scoperto nel 1914 da William Dehn e Frank Hartman. I due ricercatori sostenevano di aver isolato la molecola respondabile del caratteristico odore dell'urina ed avevano proposto che si potesse trattare di un [[chetone|ciclochetone]] di formula {{chem|C|6|H|8|O}}<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Urinod, the cause of the characteristic odor of urine|autore = William M. Dehn|autore2 = Frank A. Hartman|rivista = [[Journal of the American Chemical Society]]|volume = 36|numero = 10|editore = [[American Chemical Society]]|data = 1 ottobre 1914|anno = 1914|pp = 2136-2146|lingua = en|ISSN = 0002-7863|doi = 10.1021/ja02187a020|url = https://pubs.acs.org/doi/abs/10.1021/ja02187a020|accesso = 21 agosto 2020|abstract = si}}</ref>. La pubblicazione del 1914 è stata citata e ripresa da alcuni studi dell'epoca, tuttavia la suddetta molecola non è mai stata effettivamente identificata, anzi, già nel 1916 uno studio condotto circa la composizione dell'urina, poneva l'attenzione su alcune incongruenze ed errori metodici commessi da Dehn ed Hartman<ref>{{Cita pubblicazione|titolo = Concerning certain aromatic constituents of urine|autore = R. J. Anderson|rivista = [[Journal of Biological Chemistry]]|volume = 26|editore = American Society for Biochemistry and Molecular Biology|data = 24 luglio 1916|anno = 1916|pp = 409-415|lingua = en|ISSN = 0021-9258|url = https://www.jbc.org/content/26/2/409.full.pdf|formato = pdf|accesso = 22 agosto 2020|abstract = si }}</ref>. Studi successivi confermeranno che l'odore caratteristico dell'urina, erroneamente attribuito ad una nuova molecola, era dovuto al contenuto già noto di [[ammoniaca]], e che nella composizione delle urine umane non sono presenti ciclochetoni o sostanze analoghe.
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Versione delle 02:11, 24 nov 2022

Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.
Rappresentazione di una donna all'atto dell'urinare

L'urina od orina[1] è il prodotto finale della escrezione del rene attraverso la quale vengono eliminati dall'organismo i prodotti metabolici (scorie dannose, soprattutto urea) presenti nel sangue. Essa fluisce nella pelvi renale, quindi nell'uretere e si raccoglie nella vescica, organo cavo preposto al suo accumulo. L'emissione di urina avviene poi attraverso l'uretra, e viene definita minzione. Nel linguaggio medico le urine emesse in un definito arco temporale prendono il nome di diuresi.

Nel passato l'urina veniva utilizzata nella proto-industria tessile e nella pelletteria[2]

Medicina

Campione di urina umana

L'urina è il prodotto finale dell'escrezione dei reni, che hanno la funzione di mantenere l'equilibrio idrominerale e acido-base del sangue. Il valore del pH è variabile in condizioni fisiologiche (acida durante la notte e alcalina dopo alimentazione mista) e patologiche,[1] in un intervallo tra 4,4 e 8, anche se normalmente vicino a 6[senza fonte]; in condizioni normali varia in un intervallo tra 5,0 e 7,0, in funzione anche della dieta.[3]

Nell'uomo sano l'urina è un liquido limpido, giallo paglierino in condizioni normali, giallo citrino nelle urine concentrate; la colorazione è dovuta all'urocromo, pigmento derivato probabilmente dalla degradazione delle proteine tissutali.

Dal punto di vista microbiologico l'urina era tradizionalmente considerata sterile; alcuni studi, tuttavia, usando tecniche non convenzionali di coltura batterica, hanno dimostrato l'esistenza di una flora batterica residente nella vescica.[4]

La densità è pari a 1015–1025 kg/m³. La quantità di urina prodotta è estremamente variabile,[5] in quanto la percentuale di acqua dipende dalla somma dei processi di filtrazione, che avvengono nei glomeruli renali, e di riassorbimento, che avvengono invece nei tubuli renali; in una persona sana l'eliminazione di acqua con le urine dipende dalla quantità di liquidi introdotti (con alimenti e bevande) e persi (sudorazione, feci, vapore acqueo nell'aria espirata, ecc.). Una persona adulta produce giornalmente, in media, una quantità di urine compresa fra 500 ml e 2500 ml. Sebbene anche in persone sane sia possibile osservare valori esterni a questi limiti, per convenzione si parla di oliguria ("poche urine") per quantità giornaliere inferiori al limite minimo e analogamente di poliuria ("molte urine") per quantità superiori al limite massimo.

L'espulsione di urea consente di eliminare le scorie in modo da comportare una perdita d'acqua molto piccola. Se l'ammoniaca fosse mandata ai nefroni direttamente, per non produrre gravi danni essa dovrebbe essere molto più diluita.

L'espulsione di urina non è l'unico mezzo con cui perdiamo liquidi corporei: oltre al sudore, infatti, circa mezzo litro viene disperso con la ventilazione (fino a 500 ml senza attività fisica), mentre in media 250 cm³ di acqua al giorno vengono espulsi con le feci. Viceversa, all'incirca mezzo litro d'acqua viene prodotto quotidianamente grazie alle reazioni biochimiche (H2O endogena), per esempio dalla beta ossidazione dei lipidi.

Composizione

Formula di struttura dell'urea
Campione di urina al microscopio

Un litro di urina è composto da:

Soglia renale

È la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) massima alla quale il rene è in grado di riassorbire totalmente il glucosio, pari a 180 mg/dl (glicemia normale 70–120 mg/dl). Sopra questa concentrazione il glucosio passa nelle urine (glicosuria), richiamando acqua; questo richiamo massivo d'acqua determina poliuria e possibile disidratazione. La comparsa di poliuria, specie se accompagnata da un aumento della sete (polidipsia), deve indurre ad indagare sulla possibile presenza di diabete.

Percorso dell'urina

L'urina, derivante dalla filtrazione attraverso i reni, si presenta come sostanza liquida nella vescica urinaria, per poi essere espulsa dall'uretra.

Patologia

Un campione di un soggetto affetto da ematuria

Alterazioni della composizione

Alterazioni del colore

Le urine possono assumere molte colorazioni a seconda dello stato patologico in cui versa il paziente:[9]

Alterazioni nella produzione e nell'emissione dell'urina

Note

  1. ^ a b urina in Vocabolario - Treccani, su treccani.it. URL consultato il 10 gennaio 2022.
  2. ^ Alessandro Giraudo, Storie straordinarie delle materie prime, 2019, cap.4 L'urina, essenziale nella proto-industria e per il biondo veneziano, trad. Sara Principe, add editore, Torino , ISBN 978 88 6783 236 1
  3. ^ pH delle Urine, su my-personaltrainer.it. URL consultato il 10 gennaio 2022.
  4. ^ (EN) Hilt EE, McKinley K, Pearce MM, Rosenfeld AB, Zilliox MJ, Mueller ER, Brubaker L, Gai X, Wolfe AJ, Schreckenberger PC., Urine is not sterile: use of enhanced urine culture techniques to detect resident bacterial flora in the adult female bladder, in J Clin Microbiol, vol. 3, n. 52, Mar 2014, pp. 871-6, PMID 24371246.
  5. ^ Elvira Naselli, La produzione di urina è influenzata dai farmaci ?, in la Repubblica, 17 novembre 2009, p. 43.
  6. ^ uronod, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 21 agosto 2020.
  7. ^ (EN) William M. Dehn e Frank A. Hartman, Urinod, the cause of the characteristic odor of urine (abstract), in Journal of the American Chemical Society, vol. 36, n. 10, American Chemical Society, 1º ottobre 1914, pp. 2136-2146, DOI:10.1021/ja02187a020, ISSN 0002-7863 (WC · ACNP). URL consultato il 21 agosto 2020.
  8. ^ (EN) R. J. Anderson, Concerning certain aromatic constituents of urine (PDF) (abstract), in Journal of Biological Chemistry, vol. 26, American Society for Biochemistry and Molecular Biology, 24 luglio 1916, pp. 409-415, ISSN 0021-9258 (WC · ACNP). URL consultato il 22 agosto 2020.
  9. ^ Joan Liebmann-Smith, Jacqueline Nardi Egan, Urine pigmentate, in Come stai? Leggere i segnali del corpo per riconoscere gli indicatori di disturbi e malattie e distinguerli dai falsi allarmi, 1ª ed., Apogeo Editore, 2008, p. 258, ISBN 978-88-503-2792-8. URL consultato il 2012.
  10. ^ INSERM US14-- TUTTI I. DIRITTI RISERVATI, Orphanet: Sindrome del pannolino blu, su orpha.net.
  11. ^ BefyJ, Colore delle urine, quando è normale e quando è strano, su M'informo, 27 settembre 2013.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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