Mario Borello: differenze tra le versioni

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
FrescoBot (discussione | contributi)
m Bot: numeri di pagina nei template citazione
Riga 58: Riga 58:
Studiò teologia per alcuni a [[Torino]] anni presso l'Istituto delle Missioni della Consolata fino allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], dove fu arruolato come soldato di sanità della 1ª Compagnia e in seguito nel 150º ospedale da campo. Congedato nel 1919 con il grado di [[caporal maggiore]], poté concludere gli studi in teologia.
Studiò teologia per alcuni a [[Torino]] anni presso l'Istituto delle Missioni della Consolata fino allo scoppio della [[prima guerra mondiale]], dove fu arruolato come soldato di sanità della 1ª Compagnia e in seguito nel 150º ospedale da campo. Congedato nel 1919 con il grado di [[caporal maggiore]], poté concludere gli studi in teologia.


Ordinato sacertote il 20 marzo 1920,<ref>{{cita pubblicazione|titolo=1940 - Il servo di Dio Giuseppe Allamano: il segreto della sua attività e successi|url=http://giuseppeallamano.consolata.org/images/stories/DocumentazioniPDF/Commemorazioni/Borello.pdf}}</ref> raggiunse l'[[Etiopia]] come missionario della Consolata presso Bonga nel [[Regno di Kaffa|Kaffa]].
Ordinato sacerdote il 20 marzo 1920,<ref>{{cita pubblicazione|titolo=1940 - Il servo di Dio Giuseppe Allamano: il segreto della sua attività e successi|url=http://giuseppeallamano.consolata.org/images/stories/DocumentazioniPDF/Commemorazioni/Borello.pdf}}</ref> raggiunse l'[[Etiopia]] come missionario della Consolata presso Bonga nel [[Regno di Kaffa|Kaffa]].
<br />In seguito fondò la missione di Konto vicino a [[Lechemti]] (regione dei [[Uollega]]). Dopo un breve periodo ad [[Addis Abeba]], dopo 14 anni trascorsi in Etiopia tornò a Torino, dove nel marzo 1935 venne nominato [[tenente]] [[cappellano militare]]. Tornò in Etiopia con la divisione Gavinaia.<ref name=ANCFARGL>{{cita web|titolo=Borello Don Mario|sito=Associazione Nazionale Combattenti FF.AA. Regolari di Liberazione|data=2016-04-11|url=http://www.combattentiliberazione.it/movm-dal-1935-al-7-sett-1943/borello-don-mario?hilite=%22mario%22%2C%22borello%22|accesso=2017-09-28}}</ref>
<br />In seguito fondò la missione di Konto vicino a [[Lechemti]] (regione dei [[Uollega]]). Dopo un breve periodo ad [[Addis Abeba]], dopo 14 anni trascorsi in Etiopia tornò a Torino, dove nel marzo 1935 venne nominato [[tenente]] [[cappellano militare]]. Tornò in Etiopia con la divisione Gavinaia.<ref name=ANCFARGL>{{cita web|titolo=Borello Don Mario|sito=Associazione Nazionale Combattenti FF.AA. Regolari di Liberazione|data=2016-04-11|url=http://www.combattentiliberazione.it/movm-dal-1935-al-7-sett-1943/borello-don-mario?hilite=%22mario%22%2C%22borello%22|accesso=2017-09-28}}</ref>



Versione delle 19:50, 28 set 2021

Mario Borello
Don Mario Borello
NascitaSant'Ambrogio di Torino, 1893
Morte1981
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoRegio Corpo Truppe Coloniali
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
voci di militari presenti su Wikipedia

Mario Borello (Sant'Ambrogio di Torino, 1893?, 1981) è stato un prete e militare italiano. Missionario della Consolata, fu un fervente sostenitore dell'aggressione militare italiana in Etiopia, riuscendo a sottomettere i capi della regione dei Uollega, consentendo così l'avanzata verso occidente. Dopo essere sfuggito all'eccidio di Lechemti nel giugno 1936, venne insignito della Medaglia d'oro al valor militare a vivente da Rodolfo Graziani.

Biografia

Don Mario Borello

Studiò teologia per alcuni a Torino anni presso l'Istituto delle Missioni della Consolata fino allo scoppio della prima guerra mondiale, dove fu arruolato come soldato di sanità della 1ª Compagnia e in seguito nel 150º ospedale da campo. Congedato nel 1919 con il grado di caporal maggiore, poté concludere gli studi in teologia.

Ordinato sacerdote il 20 marzo 1920,[1] raggiunse l'Etiopia come missionario della Consolata presso Bonga nel Kaffa.
In seguito fondò la missione di Konto vicino a Lechemti (regione dei Uollega). Dopo un breve periodo ad Addis Abeba, dopo 14 anni trascorsi in Etiopia tornò a Torino, dove nel marzo 1935 venne nominato tenente cappellano militare. Tornò in Etiopia con la divisione Gavinaia.[2]

Il 26 maggio 1936 partì con la spedizione aerea guidata dal generale Vincenzo Magliocco e dalla già medaglia d'oro Antonio Locatelli diretta a Lechemti, per la sua buona conoscenza di quei luoghi e delle genti.[2]
L'eccidio di Lechemti portò alla morte tutti i componenti della missione militare, tranne padre Borello che riuscì a scampare e a nascondersi per tre mesi, fino all'arrivo delle truppe terrestri. Durante questo trimestre, riuscì ad inviare al Comando italiano quattordici rapporti segreti sulla situazione politica della zona e sui rifugi dei ribelli.[3]

Il 21 luglio ricevette la sottoscrizione del degiac Hapte Mariam all'atto di sottomissione al Regno d'Italia, esponendo le gravi conseguenze in caso contrario.[4] Il 4 novembre 1936 venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare, consegnatagli dal generale Graziani[5].

Ritornò a Torino nel 1939 presso l'istituto della Consolata, trasferendosi poi dal 1949 al 1965 a Londra.[2] Morì nel 1981 all'età di 88 anni.

Onorificenze

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Unico superstite, prodigiosamente scampato all'eccidio, di un manipolo di prodi eroi caduti nell'adempimento di un sacro e volontario dovere, trovava temporaneo e malsicuro rifugio presso una tribù amica. Noncurante del pericolo imminente e con Io spirito costantemente votato all'estremo sacrificio, iniziava e portava a termine, attraverso difficoltà e disagi eccezionali col costante pericolo della vita, per tre mesi consecutivi, una mirabile ed intelligente opera di penetrazione politica che contribuiva a darci, senza colpo ferire, il valido e sicuro possesso di una importante e ricca regione. Fulgido esempio di eccelse virtù militari e di sublime patriottismo. Lekempti, giugno settembre 1936.»
— 1936[6]

Pubblicazioni

  • La schiavitù in Etiopia e l'opera dei missionari della Consolata, in Antischivismo, maggio-giugno 1932.
  • Grammatica di lingua galla: Fonetica e morfologia, (due volumi), Inst. Missioni Consolata, 1939.
  • Hans-Jürgen Sasse e Paolo Tablino (a cura di), Dizionario Oromo-Italiano, Ambuergo, H. Buske, 1995, p. 432, ISBN 3875481186.

Note

  1. ^ 1940 - Il servo di Dio Giuseppe Allamano: il segreto della sua attività e successi (PDF).
  2. ^ a b c Borello Don Mario, su Associazione Nazionale Combattenti FF.AA. Regolari di Liberazione, 11 aprile 2016. URL consultato il 28 settembre 2017.
  3. ^ Lucia Ceci, Chiesa e questione coloniale: Guerra e missione nell’impresa d’Etiopia (PDF), in Italia contemporanea, n. 233, dicembre 2003.
  4. ^ Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - 3. La caduta dell'Impero, Mondadori, pp. 32-37.
  5. ^ Filmato audio Manifestazioni per la celebrazione dell'anniversario delle vittorie italiane in Africa (cinegiornale LUCE B0996), su YouTube, Istituto Luce, 25 novembre 1936. URL consultato il 28 settembre 2017.
  6. ^ BORELLO don Mario, su Presidenza della Repubblica. URL consultato il 28 settembre 2017.

Bibliografia

  • Franco Molinari, Chiesa cattolica e guerra d'Etiopia: il caso di Mario Borello (1893-1981) missionario della Consolata, in Humanitas (Nuova serie), Brescia, Morcelliana, giugno 1990, pp. 322-346.
  • Ciro Poggiali, Diario AOI (15 giugno 1936-4 ottobre 1937). Gli appunti segreti dell'Inviato del Corriere della sera, Longanesi, 1971, SBN IT\ICCU\SBL\0430224.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Controllo di autoritàVIAF (EN39545686 · ISNI (EN0000 0001 1369 9912 · SBN PUVV168659 · BAV 495/304908 · LCCN (ENn97053992