Mario Borello

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Mario Borello
NascitaSant'Ambrogio di Torino, 1893
Morte1981
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
CorpoRegio Corpo Truppe Coloniali
GuerreGuerra d'Etiopia
Decorazionivedi qui
Pubblicazionivedi qui
Altre carichepresbitero
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Mario Borello (Sant'Ambrogio di Torino, 18931981) è stato un prete e militare italiano. Missionario della Consolata, fu un fervente sostenitore dell'aggressione militare italiana in Etiopia, riuscendo a sottomettere i capi della regione dei Uollega, consentendo così l'avanzata verso occidente. Dopo essere sfuggito all'eccidio di Lechemti nel giugno del 1936, venne insignito della medaglia d'oro al valor militare a vivente da Rodolfo Graziani.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Don Mario Borello

Studiò teologia per alcuni a Torino anni presso l'Istituto delle Missioni della Consolata fino allo scoppio della prima guerra mondiale, dove fu arruolato come soldato di sanità della 1ª Compagnia e in seguito nel 150º ospedale da campo. Congedato nel 1919 con il grado di caporal maggiore, poté concludere gli studi in teologia.

Ordinato sacerdote il 20 marzo 1920,[1] raggiunse l'Etiopia come missionario della Consolata presso Bonga nel Kaffa.
In seguito fondò la missione di Konto vicino a Lechemti (regione dei Uollega). Dopo un breve periodo ad Addis Abeba, dopo 14 anni trascorsi in Etiopia tornò a Torino, dove nel marzo 1935 venne nominato tenente cappellano militare. Tornò in Etiopia con la divisione Gavinaia.[2]

Il 26 maggio 1936 partì con la spedizione aerea guidata dal generale Vincenzo Magliocco e dalla già medaglia d'oro Antonio Locatelli diretta a Lechemti, per la sua buona conoscenza di quei luoghi e delle genti.[2]
L'eccidio di Lechemti portò alla morte tutti i componenti della missione militare, tranne padre Borello che riuscì a scampare e a nascondersi per tre mesi, fino all'arrivo delle truppe terrestri. Durante questo trimestre, riuscì ad inviare al Comando italiano quattordici rapporti segreti sulla situazione politica della zona e sui rifugi dei ribelli.[3]

Il 21 luglio ricevette la sottoscrizione del degiac Hapte Mariam all'atto di sottomissione al Regno d'Italia, esponendo le gravi conseguenze in caso contrario.[4] Il 4 novembre 1936 venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare, consegnatagli dal generale Graziani[5].

Ritornò a Torino nel 1939 presso l'istituto della Consolata, trasferendosi poi dal 1949 al 1965 a Londra.[2] Morì nel 1981 all'età di 88 anni.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Unico superstite, prodigiosamente scampato all'eccidio, di un manipolo di prodi eroi caduti nell'adempimento di un sacro e volontario dovere, trovava temporaneo e malsicuro rifugio presso una tribù amica. Noncurante del pericolo imminente e con Io spirito costantemente votato all'estremo sacrificio, iniziava e portava a termine, attraverso difficoltà e disagi eccezionali col costante pericolo della vita, per tre mesi consecutivi, una mirabile ed intelligente opera di penetrazione politica che contribuiva a darci, senza colpo ferire, il valido e sicuro possesso di una importante e ricca regione. Fulgido esempio di eccelse virtù militari e di sublime patriottismo. Lekempti, giugno settembre 1936
— 1936[6]

Pubblicazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • La schiavitù in Etiopia e l'opera dei missionari della Consolata, in Antischivismo, maggio-giugno 1932.
  • Grammatica di lingua galla: Fonetica e morfologia, (due volumi), Inst. Missioni Consolata, 1939.
  • Hans-Jürgen Sasse e Paolo Tablino (a cura di), Dizionario Oromo-Italiano, Amburgo, H. Buske, 1995, p. 432, ISBN 3875481186.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ 1940 - Il servo di Dio Giuseppe Allamano: il segreto della sua attività e successi (PDF).
  2. ^ a b c Borello Don Mario, su Associazione Nazionale Combattenti FF.AA. Regolari di Liberazione, 11 aprile 2016. URL consultato il 28 settembre 2017.
  3. ^ Lucia Ceci, Chiesa e questione coloniale: Guerra e missione nell’impresa d’Etiopia (PDF), in Italia contemporanea, n. 233, dicembre 2003.
  4. ^ Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale - 3. La caduta dell'Impero, Mondadori, pp. 32-37.
  5. ^ Filmato audio Manifestazioni per la celebrazione dell'anniversario delle vittorie italiane in Africa (cinegiornale LUCE B0996), su YouTube, Istituto Luce, 25 novembre 1936. URL consultato il 28 settembre 2017.
  6. ^ BORELLO don Mario, su Presidenza della Repubblica. URL consultato il 28 settembre 2017.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Franco Molinari, Chiesa cattolica e guerra d'Etiopia: il caso di Mario Borello (1893-1981) missionario della Consolata, in Humanitas (Nuova serie), Brescia, Morcelliana, giugno 1990, pp. 322-346.
  • Ciro Poggiali, Diario AOI (15 giugno 1936-4 ottobre 1937). Gli appunti segreti dell'Inviato del Corriere della sera, Longanesi, 1971, SBN IT\ICCU\SBL\0430224.

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Controllo di autoritàVIAF (EN39545686 · ISNI (EN0000 0001 1369 9912 · SBN PUVV168659 · BAV 495/304908 · LCCN (ENn97053992 · WorldCat Identities (ENlccn-n97053992