Société d'Emboutissage et de Constructions Mécaniques

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Société d'Emboutissage et de Constructions Mécaniques
SECM
StatoFrancia (bandiera) Francia
Forma societariasocietà anonima
Fondazione26 luglio 1916
Fondata daFélix Amiot
Chiusura1945 (abbandono del settore)
Sede principaleCherbourg
SettoreAeronautico
Prodottiaerei civili e militari

La Société d'Emboutissage et de Constructions Mécaniques, nota anche con la sua sigla SECM e citata come SECM-Amiot, Avions Amiot o semplicemente Amiot, che fu marchio e cognome del proprietario e fondatore Félix Amiot, fu un'azienda aeronautica francese, attiva nella manutenzione, sviluppo e produzione di aerei civili e militari nella prima metà del XX secolo.

La SECM venne fondata da Félix Amiot il 26 luglio 1916 sulla spinta dell'esigenza da parte del Ministère de la Défense francese di sviluppare l'arma aerea durante la prima guerra mondiale e che vedeva un rapido sviluppo del settore aeronautico nazionale. La sede originale venne aperta a Parigi, in Avenue des Ternes[1], dove le attigue officine si incaricarono di manutenzionare e produrre su licenza parti e modelli di concezione francese, Morane-Saulnier e Breguet, o britannica, Sopwith. L'attività si espanse talmente da dover aprire, alla fine del 1917, una seconda fabbrica a Colombes.

A conflitto concluso, nel 1919, l'azienda lasciò la fabbrica di Ternes per trasferirsi in uno nuovo stabilimento a Colombes dove, all'inizio del decennio successivo, vennero sviluppati nuovi modelli, tutti a velatura biplana e a struttura metallica, destinati al mercato dell'aviazione civile, come il SECM 20 da turismo e il SECM 23 da trasporto, e gli addestratori SECM 22 e SECM 24, il primo proposto alle autorità militari nazionali.

Nel 1927 Amiot acquisì la Société Latham di Caudebec-en-Caux che resterà una sua controllata fino al 1930, anno in cui il governo francese costituì la Société Générale Aéronautique (S.G.A.) nata dall'incorporamento di diversi produttori aeronautici: la Compagnie des Avions Hanriot, la Chantiers Aéro-Maritimes de la Seine (CAMS), la Société Anonyme Nieuport-Astra inclusa la sua controllata Société Aérienne Bordelaise, la fabbrica motoristica statale Lorraine-Dietrich.[2] I fratelli Paul e Pierre Wertheimer e Amiot, come detentori dei pacchetti azionari della fabbrica[3], realizzarono dei dividendi impressionanti. Ma nel 1934 ci fu il crollo della società, e per evitare uno scandalo politico-militare, il governo autorizzò i fratelli Wertheimer, Amiot e Marcel Bloch ad acquistare la società a basso prezzo. Amiot e i fratelli Wertheimer rilevarono la loro parte per una miseria. In quegli anni la ditta realizzò numerosi velivoli, tra cui l'idrovolante Amiot 110S, i bombardieri Amiot 122, 143, 340, 350, il ricognitore Amiot 130 e il velivolo per voli di lunga durata Amiot 370. Nelle fasi iniziali di riarmo Amiot ottenne un considerevole successo con il bombardiere Amiot 140, che diede vita a tutta una famiglia di aerei tra cui il più noto fu il bombardiere Amiot 143.

I nuovi modelli di bombardieri realizzati prima dello scoppio della seconda guerra mondiale andarono incontro a numerosi problemi di sviluppo, e i rapporti tra la S.E.C.M. e l'Armée de l'air peggiorarono sensibilmente. Indubbiamente Félix Amiot commise degli errori, ma il Ministero dell'Aviazione fu responsabile di numerosi ritardi: cambiamento di politica, termini di pagamento, diminuzione improvvisa dei prestiti, ecc. Inoltre la costruzione in serie era problematica in Francia, e Pierre Wertheimer partì nel gennaio del 1939 per gli Stati Uniti con l'intenzione di avviare un impianto di assemblaggio a New Orleans, Florida. Allo scoppio della seconda guerra mondiale i fratelli Wertheimer lasciarono subito la Francia per il Brasile, stabilendosi poi a New York, ed incaricando Amiot di vegliare sulle loro proprietà[3].

Il 3 giugno 1940 i laboratori e le fabbriche aeronautiche Amiot di Le Bourget vennero gravemente bombardati. Due giorni dopo fu la volta di Cherbourg. Il 10 giugno Amiot evacuò il suo personale (circa 3.000 dipendenti) verso il sud della Francia. Egli ottenne 3 milioni di franchi da parte del governo trasferitosi a Bordeaux come risarcimento per gli ordini ricevuti prima della guerra. Secondo i dettami armistiziali Amiot dovette riportare il suo personale a Parigi, ma egli scrisse Ma io sono riuscito a sottrarre l'ufficio progettazioni e a mantenerlo nella zona libera (Mais j'ai réussi à soustraire le bureau d'études et le maintenir en zone libre). L'ufficio tecnico si installò a Vichy, ed egli continuò a cercare di recuperare i pagamenti in ritardo per le commesse antecedenti la guerra e per ottenere nuovi finanziamenti. Inoltre costituì una fabbrica aeronautica a Marsiglia, sottraendo così tanti lavoratori al S.T.O (Service du travail obligatoire). Nella primavera del 1942 i dipendenti di Amiot rimasti nella zona occupata dai tedeschi cercarono di ricreare una loro produzione. Si rivolsero a Pierre Wertheimer, diventato amministratore presso la fabbrica aeronautica statunitense Bell, ma la cosa si rivelò impossibile. Cercarono così di costituire una squadriglia con i colori della Francia Libera nell'Africa del Nord. Felix Amiot finanziò di tasca sua una rete che riuscì a far passare una dozzina di persone in Nord Africa, inviando contemporaneamente informazioni agli inglesi. Purtroppo tale rete spionistica venne smantellata nel maggio 1943, con l'arresto da parte della Gestapo del suo capo Yves Maurice a Perpignan.

Félix Amiot si diede sempre da fare per tutelare gli interessi dei Wertheimer in Francia. Comprò le loro società di profumi (che essi si disputeranno dopo la guerra, al momento di ottenere il controllo dei marchi Bourjois e Chanel)[3], dichiarando il falso per dimostrare che queste società erano puramente ariane. Inoltre cercò di dimostrare la sua buona volontà dando la disponibilità a collaborare con la fabbrica tedesca Junkers Flugzeug und Motorenwerke per costruire 370 aerei da trasporto Junkers Ju 52 (un contratto del valore di 1,2 miliardi di franchi). Amiot avrà ancora qualche problema con la Gestapo nel settembre del 1942, ma poté assumere la gestione di castelli, fabbriche, case di moda, stalle, ecc. di proprietà dei fratelli Wertheimer. Alla liberazione di Parigi ricevette il generale Omar Bradley al château de la Boissière-Beauchamps sito a Lévis-Saint-Nom. Mandò un telegramma ai suoi amici Wertheimer, annunciando la liberazione della Francia, ed essi al loro ritorno in patria si ritrovarono ancora più ricchi di prima della guerra.

A guerra finita i fratelli Wertheimer iniziarono un procedimento civile contro Amiot per recuperare il massimo di ciò che gli era stato confiscato[3]. Comunque sia al termine della guerra Amiot si ritrovò in discrete condizioni finanziarie. Esercitò la licenza di produzione del trimotore Junkers Ju 52, che venne costruito in Francia sotto la denominazione Amiot AAC.1 Toucan. Di questo velivolo furono realizzati 400 esemplari, costruiti per l'esercito francese e per l'uso nelle linee aeree civili in Francia e nei suoi territori d'oltremare.

  1. ^ Patard, Frédéric. L'aventure Amiot-CMN, des hommes, le ciel et la mer, Éditions des Champs, 1998
  2. ^ Revue de la Société Générale Aéronautique, p. 2.
  3. ^ a b c d Dana, Thomas. The Power Behind The Cologne, The New York Times, February 24, 2002, retrieved August, 1, 2012
  • (FR) Marcel Catillon, Qui était qui?: mémorial aéronautique, Volume 2, Nouvelles Editions Latines, 2004, ISBN 2-7233-2053-7.
  • (FR) Justin Lecarpentier, Rapt à Cherbourg, Ancre de Marine Editions, 2014, ISBN 2-84141-293-8.

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